(Ma finiranno, prima o poi)
Le feste di famiglia possono trasformarsi in veri e propri agguati alla serenità familiare e parentale: un attimo prima si brinda, l'attimo dopo ci si lanciano i coltelli, e succede tutto così in fretta che a ripensarci a freddo non si capisce neanche come abbia potuto succedere. Sono sicura che la disinibizione alcolica tipica di queste a volte insensate abbuffate sia uno degli elementi scatenanti dei litigi. Alcuni stratagemmi per evitare la tragedia: non eccedere nei brindisi, spegnere la tivù specie se sta trasmettendo il TG o se si sente anche solo in lontananza la voce di Emilio il coniglio, allontanare i quotidiani, usare quelli di partito per accendere il caminetto, mantenere una rispettosa distanza di sicurezza da argomenti socio-politici se già si sa che le opinioni sono nettamente divergenti, mettere il segnaposto del vecchio nonno comunista impenitente il più lontano possibile da quello del moroso della figlia, rampante consulente finanziario con cravatta verde in bella mostra. Di cosa parlare? Ce n’è, ce n’è! Tempo, cucina, spettegolamento su parenti non presenti o vicini di casa maleducati, lavoro … Solo che, se uno non ci sta attento, la politica può entrare come il prezzemolo in ogni discorso, dal contratto effimero del nipote alle strane abitudini del vicino di casa straniero.
Avendo un padre incapace di capire SE e QUANDO è il momento di parlare, e soprattutto COME parlare, io e le mie sorelle in queste occasioni abbiamo sviluppato un vero sesto senso: percepiamo il momento in cui una conversazione prende una piega pericolosa, annusiamo l'odore della parola-frase- incriminata quasi prima che venga espressa dall'interessato, intuiamo la possibile ricaduta, ci scambiamo un'occhiata complice e dirottiamo la conversazione con ogni genere di stratagemma, del tipo: "Papà, che ne dici di una bella partita a briscola?".
Meglio litigare per la donna di picche che per il re di denari.
Hai ritratto alla perfezione un quadretto familiare a me molto familiare (non sono riuscita ad evitare la ripetizione!) Mio padre era, da come mi è sembrato di capire, tale e quale al tuo. Una semplice chiaccherata poteva trasformarsi, in men che non si dica, in un duello rusticano! E chi se li scorda più quei pranzi che inevitabilmente andavano a finire a schifio! Mio padre, che io adoravo, non aveva però alcun senso dell'humour, era suscettibile e quando discuteva voleva sempre avere ragione, mio cognato poi, che godeva nel creare queste situazioni di tensione, non perdeva occasione di farci vivere tutti nel terrore! Nella mia famiglia attuale, ci saranno pure altri problemi, ma almeno l'atmosfera è decisamente soft!
RispondiEliminaTelepaticamente, mentre io ti mandavo alcune foto del mio sereno natale senza litigi tu mi commentavi. ciao!
RispondiEliminaIl dramma è che fino a poco tempo fa ero anch'io un figlio provtto pompiere: ora sto diventanto un padre!!!
RispondiEliminaPensa che questo Santo Stefano, facendomi trasportare dall'argomento Juventus, prima che arrivassi a sbuffare quanto la caldaia d'una locomotiva a vapore, mio cugino interista mi ha detto che non avevi tutti i torti! Per fortuna, essendo un filo lucido, ho capito al volo il messaggio distensivo e sono tornato nei ranghi del torpore post prandiale...
Mantenere la lucidità mentale è fondamentale.
RispondiEliminaNiente è più ridicolo degli sproloqui che escono dalla bocca di chi ha bevuto troppo. Chi beve troppo non è divertente, diventa solo patetico.
Il drammatico è che il giorno dopo il soggetto interessato non si ricorderà niente di quello che ha detto/fatto, e non si sarà nemmeno reso conto della figuraccia, ma gli altri SE LO RICORDERANNO BENISSIMO. E lo tireranno fuori al momento opportuno, facendogli fare una figura di merda.
E sì, quando si passa dai fatti alle "parole", non si sa mai dove si può arrivare....
RispondiEliminaTanto tempo fa gestivo un bar... ne ho viste di baruffe iniziare tra due clienti con un "Ciao, che bello vederti....
Buon 2010... da gennaio a dicembre tutto compreso!
mirco