domenica 24 gennaio 2010
Il portiere è un punto di vista
Ieri pomeriggio leggevo Erri de Luca, "il giorno prima della felicità": "Il portiere è un punto di vista. Deve prevedere e anticipare il tiro con la sua posizione: messo alle strette in un'azione in area, deve lanciarsi nel groviglio dei piedi ". Bellissima descrizione.
Quando sento che una frase mi entra dentro, depongo il libro, faccio una pausa, trascrivo le parole in qualche angolo del mio casino. Ieri nella pausa mi sono messa a pensare, deponendo i miei pensieri davanti al calore e al colore delle fiamme nel camino.
Pensavo al post di un mio sostenitore, Giorgio, in cui parla del figlio portiere, http://giorgiobardaglio.blogspot.com/2010/01/portiere-di-giorno.html
Pensavo che ognuno di noi è portiere, portiere di se stesso, se immaginiamo l'azione di area come i luoghi dove passiamo la nostra vita, la nostra squadra come le persone che ci vogliono bene, i propri pensieri come il punto di vista di cui magistralmente scrive De Luca ...
Il groviglio dei piedi le situazioni difficili nelle quali fatichiamo a distinguere il piede innocuo da quello pericoloso, la tensione del parare come la volontà di difendere se stessi da un tiro spalmato sulla faccia, o difendere i nostri cari da un tiro scivolato nell'angolo della porta mentre noi guardavamo altrove.
In fondo, non siamo sempre all'erta, nella nostra porta, a "prevedere e anticipare" i tiri mancini che il destino può tirarci? E finchè si tratta di calci di punizione, ci va ancora bene, con quella schiera di difensori che ci aiutano. La vera paura è quando siamo soli, soli davanti a un calcio di rigore. Decidere per istinto se buttarsi a destra o a sinistra, sapendo che la nostra azione non conterà niente, perchè sarà la traiettoria a decidere, e non c'è santo che tenga.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Ero un attaccante e sono diventato portiere perché quello là se ne stava fermo e noi a correre come scemi; perché quello là dava ordini e noi ad ascoltarlo senza nemmeno mandarlo all'inferno; perché quello là era l'unico che la poteva prendere con le mani; perchè quello là guardava il rigorista negli occhi, mentre si accingeva alla rincorsa. Poi quallo là si fece male in partita. Allora si giocava in 11 e basta. Andai subito in porta e parai tutto.
RispondiEliminaQuando dissi poi che volevo restare in porta m'hanno dato del matto, ma io ho tenuto duro.
Sì, il senso della posizione è tutto: Jashin è stato il più grande di tutti e non si tuffava quasi mai, la palla gliela tiravano sempre addosso, perché lui aveva intuito già dove sarebbe andata. Helmut Haller, giocatore tedesco del Bologna e della Juventus, disse una volta che per battere Jaschin dovevi sbagliare il tiro. Stava spiegando come era riuscito a fregarlo nella semifinale dei mondiali 1966. "Ho sbagliato il tiro e la palla è schizzata alta a sinistra e non a destra dove volevo tirare e dove stava già lui".
Io odiavo le punizioni con la barriera, avrei tolto la barriera se non fosse stato che dopo, se mi facevano gol, mi avrebbero riempito il culo di calci.
Amavo il rigore contro: se va dentro non ti dice niente nessuno, ma se glielo pari sei un dio.
E poi, Silvia, non hai idea della scarica di adrenalina che ti serpeggia dentro nel momento in cui intuisci che ti stai buttando dalla parte giusta.
A me capita che per salvaguardare meglio la porta mi devo trasformare in attaccante!
RispondiEliminaSappiamo che sei una tosta, Ornella: la capacità di cambiare ruolo al momento giusto non è mica da tutti.
RispondiEliminaIaco, De luca scrive ancora: "...(il portiere) pagava caro il vantaggio di usare le mani. Subire un gol era fallire. Non esistono tiri imparabili. Sono errori di posizione in previsione del tiro."
Ti piacerebbe, questo libro.
E' una delle canzoni che più ascolto e più amo...
RispondiEliminaE non solo perchè giocavo portiere
Ai miei allievi dico spesso e in situazioni completamente diverse dal calcio
Non aver paura di tirare un calcio di rigore...
salutone mattiniero...
mirco
Sì, è la frase clou. buona giornata mirco
RispondiEliminabellissima le tue osservazioni,
RispondiEliminaè vero sai, siamo ognuno di noi portieri della nostra vita, a volte pariamo bene altre volte difendiamo a fatica, e poi, a me spesso, veniamo attaccati e non siamo capaci di difenderci.
La canzone di De Gregori è stupenda, è una delle mie preferite!!!
grazie, ciao
RispondiElimina