domenica 28 marzo 2010
si può o non si può?
I miei affezionati blogghisti della prima ora (cioè nessuno) sanno che io sono la taxista ufficiale del viaggio al seggio di pà e mà. Ne ho scritto agli albori della mia carriera di blogger, a giugno dell'anno scorso, in occasione di altre elezioni, forse provinciali
http://fuma62.blogspot.com/2009/06/te-ghe-de-vuta-pd.html
Li accompagno alle 9.30, appena mà torna da messa. Pà vuole andare al seggio con "l'unità" in mano, mà dice che non si può, per il silenzio elettorale. Io dico che si può, e ficco l'unità formato tascabile in sacoccia a pà, ma a metà del vialetto mà gliela toglie con mossa fulminea. Nemmeno me ne accorgo. Pà me la dà, come a dire: -mò che femo?- Va bene, me la metto in borsa sta cacchio di unità ... Poi, dopo aver votato (ho votato una lista con scritto Vendola.. che c'azzecca il governatore della puglia con la lombardia? beh, ormai l 'ho votato, perchè c'era scritto la parola ecologia, va bene? Oh!!!)
Dicevo, mentre aspetto che mà e pà votino in un'altra sezione, estraggo l'unità dal castigo della borsa e leggo la De Gregorio. Mà, che per prima esce dalla sezione, non osa dirmi "se pò mìa".
Pà, come al solito, esce dalla cabina con la scheda aperta a mò di lenzuolo svolazzante, facendo inorridire il presidente, che prima gentilmente lo cazzia e poi gliela piega davanti agli occhi ma con gli occhi regolarmente chiusi, come prescrive il regolamento.
Tutto procede come previsto, nessuna variazione al copione.
-Cosa hai votato, papi? -gli chiedo, (così, tanto per rispettare la trama)
- Ho votato quello che mi ha detto tua mamma, no?-
- Ma scusa, se mamma ti diceva di votare Formigoni, tu lo votavi?-
- Ah, no, sò mìa scemu-
E' bello sapere che, in questo mondo che gira in tondo in modo frenetico, confusionario e vorticoso, c'è qualcosa che rimane immutato. Mi dà sicurezza.
Il mio pà e la mia mà, immutabili, solidi come rocce, solidi ma ammorbiditi dal tempo che passa e scalfiti dagli agguati dell'età, rocce senza quasi più spigoli, come sassi di fiume levigati dal tempo e dall'erosione dell' acqua che scorre, le mie morbide rocce.
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Il mio augurio è che tu possa continuare per tanti anni ancora pa e ma (perché con l'accento? come li leggeresti senza?) a votare. Non perché la demo sia in pericolo, ma quando mai, ma perché fate tenerezza voi tre insieme per seggi elettorali. Te l'ho detto che il tuo pa mi era simpatico, no? Anche coll'Unità sbandierata. A una certa età ridiventano bambini questi vecchietti e non gli si deve/può negare niente.
RispondiEliminaTu, piuttosto, dici che hai letto l'articolo di fondo di quella gallina? Ti senti meglio adesso?
Appunto, che c'azzecca l'accento su pa e ma? quanto c'azzecca vendola con la lombardia, no?
RispondiEliminala gallina è più intelligente di tanti altri direttori di giornali, se non altro è stata la prima e forse l'unica a capire che leggere su dei fogli di carta formato lenzuolo matrimoniale è scomoduccio. Dunque, l'articolo ha un incipit chiaramente plagiato da una mia lettera all'unità, un Pietro Ingrao che parla di dito e di luna, e una citazione di Camilleri, che riporto perchè illuminante:
"Uno dei suoi (del berlu) slogan dice così: se vincono le sinistre, il nostro paese diventerà uno stato di polizia tributaria. Attenzione a quel tributaria. Come dire: cari evasori, votate per me perchè io vi ho sempre protetti... basterebbero queste sole parole per squalificarlo come uomo di governo"
Si. lo ammetto, qualche volta sono un po' pedante, ma gli accenti inutili mi provocano l'orticaria.Comunque non te lo dirò mai più giuro giurello.
RispondiEliminaHo chiamato gallina il direttore dell'Unità perché da Vespa gallineggia con la sua vocina ingolata.
Conosco voci di donna molto migliori e gradevoli all'orecchio, più morbide, più sonore, più sensuali, più...più.
P.S. Complimenti! Voi sinistrorsi lecchesi (e non lecchini) siete i soli ad aver sottratto una provincia al centro destra, mentre tutti gli altri colleghi vostri nel resto d'Italia facevano Harakiri. Bersani dovrebbe fare un regalino ad ognuno di voi.
Io. sportivamente, mi congratulo con te e la tua famiglia e ti abbraccio in modo non occasionale.
Pensavo proprio vincesse Castelli, ex ministro, senatore della lega, faccia da topo di città, arrogante e supponente. E' stata una bella sorpresa. Forse qualche elettore comincia a capire che bisogna votare la persona e non il partito, tanto più nelle amministrative. E ha dato il voto disgiunto. E che bisogna mandare a casa i doppio-culi (leggi aspiranti a doppia poltrona) (gli sta bene anche all'altro doppioculo alias tuo Brunetta!). Se vuoi conoscere la fine analisi politica di G., che conosce bene l'amministrazione di Lecco, te la riporto integrale: "Perchè la gente di Lecco ha capito che Castelli è una T.D.C."
RispondiEliminaper ma e pa, sbagliavamo tutti e due: ci vuole l'apostrofo, essendo parole tronche.
Pur non essendo un lecchese concordo con mister G.e te lo dico in tedesco: Castelli è un Arsch Loch. Equivale alla sottile analisi di G.
RispondiEliminaDi Brunetta non commento, comunque non è "mio",ma è della mia parte. Che vuoi,ognuno ha le sue rogne, ma finché le si riesce a grattare, poco male.
Io avrei preferito Brunetta sindaco di Venezia e Castelli presidente della nobile provincia di Lecco. Perché? Ma perché almeno facevano male solamente ai veneziani e ai lecchesi. Scusa sai, ma bisogna scegliere sempre il male minore.
Però, Fuma, avete preso un bel po' di legnate.
Baciamu li mani, signora bedda, baciamu li mani, signora beddissema e me scusasse tanticchia se me fa tanto piacere. Io i complimenti sinceri te li ho fatti, adesso falli tu a me.