domenica 22 luglio 2012

non chiamatela amicizia


Quelli appoggiati allo steccato si stanno addormentando in piedi, un bambino butta un sasso nel laghetto, il pipistrellologo raccomanda pacatamente di non farlo, un secondo bambino lancia un secondo sasso, il pipistrellologo  minaccia -sempre pacatamente, s'intende- il taglio delle braccine, le rane interrompono il concerto serale, scocciate, alcuni si stanno allontanando alla chetichella, un esponente dell'amministrazione comunale chiude la bella serata lasciando inevase le ultime domande dei naturalisti doc.

Si torna alla base, io parlando di genitori anziani con l'amico Enzo.
L'entusiasmo barra orgoglio che trasudava nel nostro parlare, vent'anni fa, di dentizione e  progressi infantili dei nostri figli si è trasformato in un misto di depressione barra rassegnazione dato che ora ci tocca parlare di farmaci, badanti  e tutto ciò che ha a che fare col decadimento senile dei nostri genitori.
E' come se ad ogni fase della vita corrispondessero dei discorsi di rito.

 Il campanile segna la mezzanotte, è ora di salutare la combriccola.
Il pipistrellologo ripone il suo bat detector, il mio-amico-enzo ha perso suo fratello, una morettona si avvicina a mio marito: "Ehi, noi ci siamo dati l'amicizia su facebook!"
"Ah ... ecco ... certo ... ciao, sono g."
"Piacere, sono morettona"
Ah, allora è così che funziona questa storia dell'amicizia. Prima fai amicizia  con uno sconosciuto, poi lo incontri in modalità casuali, se ti va bene lo riconosci, infine ti presenti?
E' come se prima mi svegliassi nel letto di uno sconosciuto e poi gli dessi il mio numero di telefono, dico a g.
(A me va bene tutto, ma non chiamatela amicizia)

26 commenti:

  1. Non so se sia giusto chiamarla amicizia, eppure uno riesce ad affezionarsi anche a chi conosce solo attaverso il web, e a questi amici "virtuali" riesce a confidare cose che agli amici "reali" non ha mai detto. Forse perchè parlare attraverso una tastiera è molto più facile che farlo vis à vis. E sono convinta che anche tu annoveri tra i tuoi amici più cari proprio qualcuno conosciuto semplicemente attraverso il blog. Insomma, anche nel mondo del web c'è amicizia e amicizia, tuttavia non è impossibile che nasca e che si crei un certo feeling, pur non incontrandosi mai di persona.

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    1. Però sul web PRIMA ci si annusa, POI ci si scrive, POI, SE si è sulla stessa lunghezza d'onda, SE si instaura una sorta di empatia, si diventa amici, con una gradualità simile a ciò che succede nella vita non virtuale.
      Su facebook invece a volte capita l'inverso: si comincia con l'accettare la richiesta di amicizia dell'"amico dell'amico" e poi ci si conosce.
      E' questa prassi a sconcertarmi, più che altro per l'uso improprio della parola amicizia. Questo era il senso del post.
      Ciao Ornella, ben ritrovata!

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    2. Sottoscrivo con due tratti di penna a sottolineare tutta la prima frase, perché se l'avessi scritta io sarebbe stata identica.:DDD

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    3. Silvia, io non sto su facebook, ma non capisco tutta questa differenza che fate voi: sempre di web si tratta! Ed incontri "sgradevoli" li puoi fare sia su facebook che sui blog, come ben sai...quindi occorre "navigare a vista" sempre e comunque! Io e te, ad esempio, siamo entrate in contatto perchè io ti ho scritto una mail dopo aver letto una tua lettera su Italians. Tu mi hai immediatamente risposto, senza sapere in realtà se io fossi una persona perbene o meno, cioè è come se avessi accettato quella che su facebook è una "richiesta di amicizia" e la davi ad una perfetta sconosciuta! Quindi, come dice Bruno, non ha importanza dove avviene il contatto virtuale, il fatto è che avviene e da lì può scaturire qualsiasi cosa!

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  2. Penso che dovrei astenermi dal commentare....essendo anche io un amico di web, ma tu hai parlato di faccebbucche e io lì ci sto perché mi ci ha schiaffato mia figlia. Niente amicizie di quel genere, né di qualche altro genere. Però tramite faccebbucche ho ritrovato una cugina di primo grado, che non incontravo da anni, e la famiglia di mio cugino, ormai defunto, di cui avevo contezza ma non sapevo nemmeno dove fossero sparpagliati.
    Mia nonna -la mamma di mia mamma- diceva che i Malavisi sono in tutto il mondo, e aveva ragione, visto che vanno da Venezia a Genova a Roma a Pescara e giù di lì.
    Quindi non chiamatela amicizia per favore, ma qualche volta serve.

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    1. Il post non era sugli amici di web, come ho scritto sopra.
      I social net possono servire, certo, a ritrovare amici & parenti dispersi, ma sono cinica se mi rimane il sospetto che la maggior parte delle persone che si perdono per strada si sono perse perchè le si voleva perdere, quindi ... perchè darsi tanta pena per ritrovarle?

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    2. Hai ragione: mancanza di voglia allora, tanti anni fa; poi passa il tempo, risana vecchie ferite, copre antiche magagne, rivela nuovi orizzonti, fa fare altre esperienze. Allora ti viene il magone perché tu, per una sciocchezza, un'incomprensione hai mandato a pallino un forte rapporto, a volte di sangue.
      La cattiva coscienza ti costringe a ricercare, ma non trovi più niente, perché sono passati tanti,troppi anni.
      A volte occorre un funerale per rincontrare i parenti stretti.
      Così ho ritrovato mio cugino, al funerale di mio fratello
      Ma non c'era mia cugina -ed era con lei che ce l'avevo tanti anni fa- perché stava all'estero e non l'avevano potuta rintracciare.
      Amen. Così è andata.
      Morale: mai farsi sopraffare dai cattivi sentimenti, ma è difficile quando si è molto giovani, e talvolta anche più tardi.

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  3. Purtroppo quando il mezzo con cui si fanno determinate cose, come "chiedere l'amicizia", è ambiguo, come un pc, non si può far altro che esser maliziosi e pensar male.
    Di tutte le "amicizie" virtuali che ho avuto non se ne è salvata nemmeno una, quindi amicizia non è.
    E' questo che fa paura, l'indefinito, se non è amicizia, se non è conoscenza, che diavolo è?!

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    1. Sì hai ragione il picì è il mezzo di comunicazione più ambiguo che ci sia!
      Grazie del sostegno, ci si risente

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  4. chi conosce l'amicizia, che é una piacevole fatica, conosce bene la differenza

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    1. Esatto Soffio: l'amicizia è "una piacevole fatica". Cocciante canta che l'amico è quello che ti viene a tirar fuori dai guai di notte, e poi magari ti gonfia di botte. La fatica è non nel non litigare mai, perché l'amicizia si fonda su tanti valori e anche su una sana litigata, ma piuttosto nel cercare di tenerla sempre calda e viva, perché se trovi un amico trovi un tesoro, e se lo perdi perdi tutto il bene del mondo.

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    2. Grazie per il soffio di saggezza ...

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    1. Chi si sganascia,
      chi si interroga,
      chi si disorienta,
      chi fa collezione di figurine ...

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  6. chi non vuole (ri)conoscere l'amicizia, non può trovarla, nemmeno su facebook, o su un blog. Poi, bisogna chiamare le cose col proprio nome: il chiedere l'"amicizia" su fb è un "primo contatto virtuale" che può trasformarsi in qualsiasi cosa. Come accade anche nel mondo in carne ed ossa. Un contatto può diventare qualsiasi cosa.
    Ciao!

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    1. Concordo pienamente, anche perchè è ormai storia di tutti i giorni di persone che si sono addirittura innamorate, e poi in alcuni casi anche sposate, dopo essersi conosciute attraverso il web. Mio figlio e mia nuora ne sono un esempio!

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    2. Boh, sarà che non sono abbastanza moderna, ma io resto ancorata alle interazioni tradizionali. Però devo ammettere che ne sento parecchie, di storie nate in maniera virtuale che poi funzionano anche oltre il pc.

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    3. Non credi, Bruno, che il mondo virtuale abbia il potere di cambiare le parole? Che in questo caso, ad esempio la parola "contatto" sia diventata "amicizia"?
      E non ti fa timore questo stravolgimento di significato?
      Grazie del contributo

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  7. io (ancora?) non sono su fb...ma la morettona ora come ora avrebbe due denti meno. esagerata? forse...

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    1. Ah Mariagrà, che sei, profonda sicula? ;))

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    2. profooooondamente sicula...e gli dice bene che la lupara l'ho lasciata a messina...

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  8. Questione delicata con pro e contro. Chiaramente non è plausibile parlare d'amicizia nonostante si possano instaurare relazioni molto profonde anche attraverso un monitor. Si potrebbe addirittura affermare che determinate relazioni virtuali siano più sincere, se condotte con onestà intellettuale, rispetto a quelle canoniche "inquinate" dall'aspetto fisico e limitate dalla territorialità.
    Personalmente preferisco ancora l'approccio attraverso i terreni cinque sensi ma l'opportunità di conoscere una morettona non è disdicevole di per se :). Non ti conosco ma immagino la tua faccia e la scena. Post sintetico e scritto con maestria, quindi alla maniera di FB: MI PIACE. Ciao

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  9. E' vero quanto dici della sincerità, più facile sui tasti che di persona, ma questo succede se la persona è di per sè sincera.
    Il bugiardo, invece, troverà più facile dire bugie!
    Per questo concordo con il tuo preferire l'amicizia "cinque sensi".
    Non puoi immaginare la mia espressione: impassibile! :))
    Grazie, a presto

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  10. Ciao, impiego di ripiego, benvenuta

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  11. Sempre più convinto che facebook sia il male :-/

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  12. CIAO baol
    scusa non ti avevo visto
    eppure mi guardavi! :))

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