Ho finito or ora di invasare la cotognata. Il profumo particolare delle mele cotogne è arrivato fino alle stanze da letto, inebriandone i vestiti sparsi alla spera in Dio. Il nostro amico Alberto ha selezionato una quintalata di mele, riservandoci le più belle , dimostrandoci così di preferirci ai suoi due maiali, che pure sono ghiotti di mele cotogne.
Oltre alla cotognata sto tentando di fare le gelatine di cotogne come quelle che mangiavo da piccola, ma non so se l'esperimento riuscirà.
Mentre cuocevo le mele per ridurle alla ragione del coltello, G. pelava le carotine, lamentandosi di quanto fossero piccole e tortuose. Sosteneva che la mia amica me le avesse regalate perché, stufa di pelare le carote dell'orto paterno, aveva preferito quelle del supermercato, lunghe e dritte.
Queste carotine le ho messe in congelatore e mi torneranno utili per i minestroni invernali o un brodo vegetale speedy.
Mentre le cotogne, sistemate in un pentolone, familiarizzavano con lo zucchero, io e g. siamo andati a vedere una casa che mio figlio vorrebbe comprare. È bello vedere i figli diventare persone con dei progetti, delle responsabilità, e soprattutto una testa che ragiona.
Al ritorno abbiamo trovato una cesta di fagiolini -noi li chiamiamo cornetti- portati dal nostro amico Guido, il bestemmiatore misogino, l'unico bestemmiatore sulla faccia della terra che non attiri il mio disprezzo.
Mentre i vasetti di cotognata cantarellavano nell'acqua bollente sono andata a ritirare i panni stesi sul balcone. In lavanderia ci sono due cassette di castagne porta temi da due colleghe -hanno quasi litigato per chi dovesse portarmele-. Mi piacerebbe fare le burolle stasera, ma fa troppo caldo per accendere il camino.
Per cena preparerò la pizza -ho la pasta di pane pronta, in pole position- oppure i chiodini che mi ha regalato ieri mio cognato, che ho già pulito e scottato e che stazionano in frigorifero in una ciotola di vetro, pronti per ogni evenienza.
Adesso silenzio i barattoli e vado da mamma.
Se papà fosse stato ancora vivo gli avrei portato i chiodini, di cui era ghiotto, e anche la marmellata, quella solo per il gusto di ricevere i suoi complimenti. "Mai pruá 'Na roba insce buna" , avrebbe detto, come era solito dire a proposito dei manicaretti filiali.
"Mentre le cotogne, sistemate in un pentolone, familiarizzavano con lo zucchero..." zucchero che scommetto hai assaggiato prima per essere sicura che non fosse sale.
RispondiEliminaHo fatto prima, ho messo direttamente un intero kilo di zucchero ancora impacchettato.
EliminaPerò oggi per errore ho fatto una torta salata con una delle due basi dolce , quindi il mio rapporto con lo zucchero e il sale rimane piuttosto conflittuale.
Sei brava, Silvia ... in cucina ed altrove, e il tuo Papà sarebbe fiero di te, lo so per certo !!! ^_^
RispondiEliminaVisto i casini che combino non lo so se sono brava, non sta a me giudicare. Credo di essere troppo creativa, a volte.
EliminaLe mele cotogne sono veramente fuori dal coro.
RispondiEliminaNon hai letto il bel libro La cotogna di Istanbul?
fuori dal coro in che senso?
Eliminail libro non l'ho letto, ma mi incuriosisce. vado a vedere di che si tratta, grazie!
Credo perché le cotogne non vanno...non tirano. Sono molto sottovalutare.
EliminaIl libro é di Rumiz, uno scrittore che ho la fortuna di conoscere personalmente, e fa tremare le ginocchia...
già. alla gente piace la mela di biancaneve, che non sa di niente ma è tanto bella e lucida che par quasi siliconata.
Eliminavedrò di colmare la mia rumiz-lacuna, grazie!
che buoni i chiodini.
RispondiEliminamia nonna li metteva sott'olio via nei barattolini e poi li distribuiva.
non metto più funghi sott'olio da quella volta che aprendone un barattolo uscì una nuvola radioattiva!
Eliminaoggi ho cucinato i chiodini con cipolla aglio pomodorini e peperoncino, con questo sughetto ho condito i fusilli.
mai pelate carote in vita mia :)
RispondiEliminale lavo e le passo bene con lo spazzolino ... la buccia è buona e si risparmia tempo
hai ragione, anche mia mamma fa così. le vitamine sono sotto la buccia. però devono essere carote bio, altrimenti è meglio sbucciarle. dovrò procurarmi uno spazzolino.
EliminaLe "cotognate" ce le davano con un panino striminzito nelle colonie estive che ho frequentato quasi un secolo fa: erano delle tavolette di marmellata alte mezzo centimetro e lunghe sei o sette avvolte in una carta oleata. Ce le davano per merenda. mi piacevano, ma da allora non ne ho più provate. Complimenti per quello che riesci a fare come angelo del focolare oltre che insegnante e blogger.
RispondiEliminasì, sono quelle che ricordo io.
Eliminame ne ero dimenticata fino al giorno in cui le assaggiai a casa di un amico di G., la cui moglie recupera ricette antiche.
le trovai sublimi.
Grazie dei complimenti: concordo con i primi due, mentre come blogger batto la fiacca, come avrai notato.
ma tant'è. buona domenica Guido.
Le mele cotogne le ami a 10 anni e non si stanchi di amarle neanche a 90. Immangiabili in quanto tali, sembrano create apposta per generare marmellata dalla consistenza perfetta e dal sapore unico.
RispondiEliminaI virtuosi la sformano in stampi con figure in rilievo: hai pensato a questo upgrade ?
non so cosa sia l'upgrade.
RispondiEliminanon ho pazienza per le cose complicate, il massimo a cui sono arrivata per realizzare le mie cotognine è stato usare lo stampino dei ravioli e metterle in congelatore.
la cosa che non sapevo è che si raffreddano ma non gelano.
bella storia!
Ma và...!!! "upgrade" = salto di qualità, è un modo ironico per dire di divertirti a usare lo stampino, perchè anche l'occhio vuole la sua parte.
EliminaNiente di complicato: la marmellata la metti in questi stampi di ceramica che hanno una figura in negativo, tipo un fiore o un animale o un motivo geometrico. Quando è solida la sformi e viene fuori una piccola opera d'arte.
I bambini la adorano.
quindi le hai fatte o viste fare?
Eliminale mie marmellatine non si sono solidificate, non so perchè.
per solidificarle ho dovuto metterle nel congelatore.
Scusa per la tardiva risposta. E' strano che la marmellata non si sia solidificata ! Dico questo perchè la purea di mele cotogne sembra creata APPOSTA per solidificare facilmente senza problemi e additivi.
EliminaIl motivo può frequente è:
tempo di cottura insufficiente e quindi c'è ancora troppa acqua -
Le forme con figure a rilievo le faceva mia nonna (oh, che bello citare "la nonna", quanto va di moda...!) e anche mia madre.
Compravano le forme al mercato presso bancarelle che vendevano roba per la casa/decorativa ecc.
Tempo fa avevo visto qualcosa in un supermercato Auchan, zona "casalinghi". O presso negozi di casalinghi ben forniti. Gli stampi potresti reperirli di plastica, non necessariamente di ceramica. Chi cerca trova -
NON ESISTE che la marmellata di mele cotogne solidifichi nel freezer: potrei capire per quella di fichi o di prughe, ma la mela cotogna no.
non ti scusare con me, che sono la regina del ritardo (però solo sul web);
Eliminahai ragione quando sostieni il potere raddensante delle cotogne, infatti la marmellata -quella in vasetto- mi è venuta solida, anzi pastosa (oltre che ottima).
forse avrei dovuto lasciare i cubetti più tempo a "riposo".
in congelatore si sono indurite ma non congelate, come tutte le sostanze che contengono gel.
ciò mi permette di toglierle e mangiarle dopo un quarto d'ora.
E' bello che le nonne vadano di moda.
La prossima volta che capito in un negozio di casalinghi darò una sbirciata agli stampini di cui parli.
grazie del suggerimento, a presto, buon fine settimana.
Mi è venuta in mente dopo, a posteriori, quest'altra chance: le formine di plastica che usano i bambini per giocare con la sabbia a mare. Sono perfette, di solito 10 cm di diametro e profondità 2-3cm.
EliminaAccipicchia! Mi hai fatto venire voglia di piantarmi un melo cotogno in giardino!
RispondiEliminaMi sembra un'ottima idea!!
RispondiElimina@Lupo
RispondiEliminaFarò tesoro di tutte le tue belle idee al prossimo raccolto di cotogne.
hai forse qualche altra ideA per i cachi, che ho in abbondanza?
Mia mamma mi ha diffidato dal farne marmellata ... chissà poi perché ... :))
Abbiamo un vecchio albero di caki, quest'anno ne ha prodotti a quintali, povero vecchio. Sono del tipo tradizionale, cioè molle, non solidi come il caki-mela che è stato introdotto recentemente allo scopo di non far sbrodolare il consumatore.
EliminaMolle o duro (...ehm), io non farei sperimentazioni con la marmellata: è un frutto che si degrada a gran velocità producendo fermentazioni acide. Su internet circolano suggerimenti circa bollitura della polpa con stecca di vaniglia e succo di limone - provare puoi provare, alla fine non muore nessuno.
Ma forse le cose semplici sono le migliori: un cucchiaino e via, tal quali. Ricchi di potassio ed energetici, i caki sono i Re dell'autunno. Beato chi li mangia.
I cachi sono alberi bellissimi, quando poi si caricano di frutti diventano una cartolina. E che dire delle foglie grandi che colorano il prato sottostante, quando cadono? Quando ho visto il vicino che le rastrellava mi sono dispiaciuta: ma perchè? -gli ho chiesto- sono così belle!
RispondiElimina> Mai pruá 'Na roba insce buna
RispondiEliminaSono ormai quasi vent'anni che sono andato via dalla Lombardia.
Ora, sentire il dialetto lomnardo, mi piace.
Vuoi ancora molto bene a tuo papà.
:)
Credo ci siano dei dialetti molto più belli, ma io sono affezionata al mio. Non lo so parlare ma mi piace molto ascoltarlo ... in realtà adoro qualsiasi parlata dialettale.
RispondiEliminaL'affetto per una persona cara, dopo la sua morte, si carica di molto altro: mancanza, rimpianti, ricordi. E così diventa un affetto più corposo ... più vivo ... un affetto sofferto, ecco.