Riesco a saldare il conto senza troppe storie solo a ridosso di certe date rilevanti tipo Natale o Pasqua, oppure prima che parto per le vacanze. "Così sei più tranquilla".
Insomma, con Tommaso ho perennemente un conto aperto, come si faceva una volta con il panettiere, il lattaio e il salumiere, che ti segnavano il debito su quei quadernetti pieni di farina o macchiati di unto, a seconda della categoria merceologica venduta.
In pratica con lui funziona in questo modo: in seguito a nostra richiesta o a sua scelta, il nostro amico ci porta i prodotti da lui stesso coltivati nella vigna di famiglia -disposti in cesti che neanche il Caravaggio-, mi chiama per mostrarmi il ben di Dio in tutto il suo splendore e ricevere i complimenti del caso, poi appena G. azzarda il gesto di trasferire i prodotti dalla cesta alla bilancia per la pesatura, comincia a bestemmiare l'ignaro Dio e insultare l'innocente marito perché, a detta sua, non è abbastanza delicato e rischia di guastare, con i suoi gesti rozzi, l'estetica dell'insieme e l'armonia della natura morta, che però morta non sembra, lucente e rigogliosa come è.
Allora intervengo io e con le mie manine sante termino l'operazione trasferimento bilancia cercando di non offendere l'insalatina novella, i pisellini gonfi d'orgoglio, le tenere taccole. (che, badate bene, non sono un uccello e nemmeno i piselli mangiatutto. )
Capita talvolta che i prodotti non corrispondano alle sue aspettative -patate rovinate o piselli sgonfiati- e allora Tommaso non vuole neanche vedere la bilancia, dice che se li pesiamo -cioè, se abbiamo intenzione di pagare- lui prende il tutto e lo butta giù dalla finestra, e per rendere il tutto più credibile fa anche il gesto, avvicinandosi alla porta-finestra della cucina accompagnato dalla frase di rito: "Va che sciachi tot nel rò"**
Brutta o bella che sia, come dicevo non c'è mai modo di pagare subito la verdura, tuttavia il buon Tommaso non se ne va senza aver bevuto il suo bel bicchiere di vino. Che sia bianco o rosso non gli importa, l'importante è che non sia freddo di frigorifero, che gli fa male. E soprattutto che non sia scarso di quantità, perché se il bicchiere non è bello pieno, il Tommaso ti rimbrotta: "Te, va che so mia dre a dè Mesa!"***.
Ieri Tommaso è venuto a ritirare una cassa di arance bio arrivata con furore dalla Sicilia. Per una volta siamo noi a fargli un favore, dopo che sua moglie ha apprezzato la nostra marmellata.
Voleva a tutti i costi pagarmele, ste arance, 14 euro, ma avevamo in nota quattro chili di verze, due chili di cipolle e dieci chili di zucche, perciò gli ho detto che, al netto del costo delle arance, eravamo noi a essere in debito. Non ne ha voluto sapere, e ha deciso che per pareggiare i conti, oggi mi porterà porri e insalata, e che non mi venga in mente di pesare perché altrimenti lui sciaca tutto nel rò.
Dato che proprio in quel momento stavo preparando una torta salata con i porri comprati al supermercato, (li ha annusati e ha detto che non sapevano di niente), mi ha minacciato: che non ti venga in mente, con i porri che ti porto, di fare quelle schifezze di torte salate come quelle di mia moglie, che te cupi. ****
Gli ho detto che li cucinerò con le uova, ha risposto che così va bene.
* "Marca giò e rump minga i ball, adè gho mia temp"= segna giù e non rompere le balle che adesso non ho tempo
** "Va che sciachi tot nel rò" = guarda che butto tutto nel letame
*** "Te, va che so mia dre a dè mesa!"= tè, non sto mica dicendo la Messa!
**** te cupi = ti ammazzo
Che belle queste usanze, come ai vecchi tempi, quando si coltivavano gli orti e si era sicuri che il raccolto era fresco e genuino. Tradizioni belle che , ormai, non esistono quasi più. Peccato ! Buona giornata.
RispondiEliminaAdesso che sono finalmente in pensione ho in progetto di fare l'orto, anche se sono ignorante in materia e mi affido ai consigli più disparati, facendo una gran confusione.
EliminaTipo stamattina, mio zio ha guardato perplesso i cavolfiori e mi ha rimproverata di averli lasciati gelare, ma io non li avevo raccolti primo perché erano mignon, secondo perché il già citato Tommaso mi aveva detto di lasciarli giù!
È bello sapere che in alcuni paesi ancora sopravvive questo modo di vivere genuino. Grazie di averci raccontato questo aneddoto in apparenza tanto semplice, ma in realtà cosi ricco di insegnamenti. Buona giornata.
RispondiEliminaGrazie, benvenuta!
Eliminala cosa che mi piace di più, in verità, è fare del buon baratto.
A settembre ho rifornito i miei vicini calabresi di vassoiate di fichi, (un giorno il figlio ne ha mangiati 14), e a ottobre/novembre il capostipite mi ha spesso suonato alla porta con una generosa manciata di burolle ancora calde, appena fatte sul fuoco, una goduria che ci pappavamo in salotto davanti alla tivù.
Ahah, signora Silvia, siete una deliziosa caricaturista! :)
RispondiEliminaChe godevoli le citazioni delle risposte in dialetto!
EliminaNon sono io che faccio le caricature, sono certi miei amici ad essere dei veri personaggi :)
EliminaAnche io ricordo personaggi del genere: non era gente di campagna ma di mare, tanto tempo fa, che portava in omaggio qualche pesce appena pescato. Complimenti per la verdura e per il ritratto veramente parlante.
RispondiEliminaChissà che buono il pesce appena pescato, peccato non essere mai vissuta in un posto di mare. I complimenti per la verdura li giriamo all'ignaro Tommaso: a pranzo ho cucinato i famosi porri con le uova, come promessogli, ed erano deliziosi.
EliminaIl pesce appena pescato è buonissimo, soprattutto se lo hai pescato da te. I porri con le uova suonano molto bene. Vivere in un posto di mare è come avere due genitori anziché uno solo.
EliminaMa pensa. Non ho mai pensato al mare come a un genitore, come ti è venuta in mente codesta analogia?
EliminaLa madre terra...
EliminaGià, la madre terra. Nel cortile della mia casa natale campeggia ancora una scultura di ferro realizzata da mio padre: un viso da pellerossa attorniato dalla scritta: uomo pallido distruggi madre terra.
EliminaProprio ieri mamma mi diceva che un corriere si era fermato a osservare l'opera e chiederne lumi.
Tuo padre è un artista saggio e prudente con un'impodtazione correttissima.
EliminaDelizioso come sempre tutto ciò che proponi qui. Tommaso, personaggio eterno di ogni tempo e ogni luogo, sana vitalità contadina che non si perderà mai finché esisterà un campo da coltivare, un orto. Grazie.
RispondiEliminaSoprattutto se si parla di agricoltura non intensiva, senza alcun ausilio meccanico, come in questo caso. Tutta forza della terra e fatica dell'uomo.
RispondiEliminaGrazie a te di essere passato, ormai ti conosco e sapevo avresti gradito, perciò ti ho chiamato all'appello. Appello a cui manca sempre il nostro cavaliere errante.
Ti ringrazio per avermi chiamato. Non so come fare per iscrivermi e venire automaticamente avvertito di ogni tuo nuovo post. E un'altra cosa: non riesco a leggere lo scritto che va sul bianco sul tuo frontale; non puoi fare qualcosa? Danke.
Eliminaho cercato di mettere il testo in nero ma non sono riuscita. toglierò la foto così si vedrà. non so nemmeno aiutarti per quel che mi chiedi riguardo il blog, sulla tua piattaforma è possibile ma forse sulla mia no. sorry ma sono capra digitale!!
EliminaSe si potesse a Tommaso gli "smaccherei" un bel bacio in fronte. Come facevo col nonno, quando tornava dall'orto. Riservo a mio padre quelli sulla guancia;)
RispondiEliminaMamma che voglia di verze e porri mi hai fatto venire, che quelli del super non sanno di nulla, ha ragione lui!
Ah ah mi viene da ridere all'immagine di te che baci in fronte IL tommasaccio.
RispondiEliminaPerché il nostro vignaiolo ha un caratteraccio che non so proprio come potrebbe reagire. Il più probabile sarebbe un bestemmione!
Bentornata Silvia!!!
RispondiEliminaCosì però mi fai venir voglia di passare per caso da te all'ora di pranzo!!!
Un sorriso
E ovviamente sarai il benvenuto!
RispondiElimina... da me Tommasi non ce ne sono più, sigh!...
RispondiEliminaCavolo, come è possibile? Pensavo abitassi in un paesino di campagna!
RispondiElimina... si la campagna c'è, mancano i Tommasi ...
Eliminache peccato! chissà perché pensavo che tu stesso fossi un tommaso!
RispondiEliminaSplendido racconto. Mia moglie è andata in pensione l'anno scorso e ha preso un orto per gli anziani. E' un anno che mangiamo verdure splendide, anche perchè si è intrufolata in un gruppo di adepti del biologico che le stanno insegnando come si fa l'ortolana. E' felice e orgogliosa dei suoi prodotti, anche se lavora forse più adesso di quando faceva l'impiegata. Ho avuto modo di sentire degli incontri on-line del gruppo dei biologici e ho trovato persone appassionate ma per niente fanatiche che si donavano a vicenda le proprie conoscenze gratis, tutti rispettavano tutti e nessuno voleva primeggiare: lavoravano davvero per il bene comune. Potenza della terra!
RispondiEliminache bello, che belli questi progetti, speriamo che aumentino sempre di più.
Eliminasai che io non vedevo l'ora di andare in pensione anche per fare l'orto e ora che ho raggiunto l'agognata meta sono afflitta da un mal di schiena quasi invalidante ... speriamo di riuscire a metterci una pezza ...
p.s. siete in zona collinare? se così fosse posso chiedere a tua moglie se ha già piantato le cipolle? perché Tommaso mi ha dato i bulbi da piantare ma a me sembra un po' presto!
Io abito più o meno Semola,ma sono decisamente in campagna, d'estate ce n'è per tutti, d'inverno un po'meno, ma basta un po'd'impegno per trovare prodotti a km zero!
RispondiEliminaverissimo, basta veramente poco per adottare uno stile di vita più sano e allo stesso tempo più rispettoso dell'ambiente; adesso ci sono anche i supermercati con la corsia del chilometro zero, ma sarà vero??
RispondiEliminaE' una bellezza portare in tavole prodotti genuini prodotti in orti bio!
RispondiEliminabellezza dell'animo e del corpo!
EliminaCi vuole veramente poco, per vivere sani e in salute.
RispondiEliminaSereno giorno.
mm... non so se ci voglia così poco, dipende dall'educazione che hai ricevuto e dal tuo stile di vita. a volte è estremamente difficile.
RispondiEliminaNon è un vicino di casa, ma un amico, un compaesano, diciamo che in età adolescenziale è stato uno dei miei primi amici! poi ci siamo persi di vista e in questi ultimi anni un poco ritrovati ...
RispondiEliminaChe meraviglia incontrare persone così... in una società in cui tutto sembra doversi fare per tornaconto personale!
RispondiEliminasì è proprio vero .. bisognerebbe ogni tanto spegnere la TV con i suoi orrori quotidiani, oscurare i social, e semplicemente guardarsi intorno senza sospetti e pregiudizi!
RispondiEliminaAnch'io sono finalmente in pensione ma l'orto, no !!! Non saprei proprio da dove cominciare!! Ah, ah!!! Ciaooo
RispondiEliminabè anch'io non so niente di orto, vado a spanne, però se non ti piace è un altro paio di maniche! :)
RispondiEliminaCerto che queste verdure che ti porta Tommaso, che deve essere un bel tipo, hanno un altro tono rispetto a quelle che compri al supermercato. E lì ti viglio vedere a segnare sul calendario ah ah.
RispondiEliminaconfermo, hanno proprio un altro tono, ti parlano perfino!
RispondiEliminaSilvia che dire? Intanto che è un gran piacere venire qui e leggere le tue adorabili descrizioni, ricche di colorite pennellate di umanità e che rilasciano tanta serenità.
RispondiEliminaFortissimo Tommaso e quei cesti caravaggeschi fanno sognare solo all'immaginarli!
Un caro saluto Susanna
Ciao carissima, non scrivi più sul tuo bel blog?
RispondiEliminaNon posso tacere con un post del genere.
RispondiEliminaCito Semola, ed anche io ripeto che "la campagna c'è, ma mancano i Tommaso".
E' triste quando penso a quando "facile" possa essere fare un'orto, anche in paese, anche su di un balcone, anche ai margini di una città...
L'orto vuole l'uomo morto, e su questo tutti siamo d'accordo, ma coltivarsi le aromatiche, qualche officinale, e pochissime verdure di stagione non richiederebbe chissà quale sforzo, ed in tanti potremmo mantenere così un ulteriore contatto con la Natura stessa.
Dispiace vedere che i Tommaso dei paesi non hanno figli o nipoti che li aiutino, che possano un domani continuare l'impegno dell'orto.
Io, che lo faccio di lavoro, continuo a vedere una sacralità in quelle mani che scavano, strappano, tagliano e legano; in quei profumi che si appiccicano alle dita, tingendole per giorni; a quel seme che, metafora di vita, se curato darà i suoi frutti.
E dietro a tutto questo, l'esser burbero vien anche tollerato, quando c'è così tanta armonie e bellezza in quello che si fa.
Grazie per questa tua condivisione.
Un caro abbraccio.
A.A.
sì hai ragione si può senza dubbio parlare di sacralità, nei gesti antichi e armonici di conciliazione con una natura che non è maligna, come diceva il gran Leopardi, al contrario è la prima, innocente vittima della malignità, della miopia e dell'egoismo dell'uomo "sapiens". Che poi la sapienza non sa nemmeno dove sta di casa, dovrebbe essere ri-battezzato in homo insapiens, anzi imbecillus! Grazie del prezioso contributo!
RispondiEliminaI supermercati ci hanno tolto anche i Tommasi.
RispondiEliminala grande distribuzione ha fatto tanti danni, è vero!
RispondiEliminaper non parlare dei centri commerciali, che odio.
ciao nucci, come te la passi? forse anche dalle tue parti ci sono questi orribili luna park del consumismo, ma sicuramente meno che qui in brianza.
sai cosa si dice della brianza? una rotonda e un centro commerciale.
E' come per la moda, pochi possono veramente scegliere ma quasi tutti possiamo illuderci.
EliminaDi cosa stai parlando Cesare?
RispondiEliminaIl brianzolo (come il veneto) gli dai un albero e vien fuori una poltrona che dura una vita. L'albero però poteva durare alcuni secoli. Parlo del consumismo ("un centro commerciale") e del pianeta che occupiamo).
RispondiEliminaah certo, concordo, il consumismo è una gran brutta bestia, i cui tentacoli stanno strangolando la madre terra!
RispondiEliminae purtroppo non è una malattia prerogativa dei brianzoli o dei veneti, quanto un virus mondiale, peggiore del coronavirus.
RispondiEliminaio adoro questi gesti! Valgono più di tante parole! Mio padre regalava sempre i prodotti del suo orto, anche a sconosciuti che si fermavano ad ammirare!
RispondiEliminaChe bello che metti su un orto! Ogni volta che abbiamo occasione di avere roba che arriva dalla campagna, roba che intendo la vediamo proprio dove e come viene colta, e coltivata, con tutta la passione e l'amore, ci commuoviamo quasi, e avvertiamo sapori e intensità diverse, fragranze che vivono una vita a se e ci inondano di tutte altre essenze, che la plastica del supermercato uccide sul nascere, o peggio ancora le verdure surgelate, ancora più asfittiche e insapori.
RispondiEliminaDi Tommaso sempre meno in città, magari in certi mercati bio che tentano di guadagnare fiducia e antiche abitudini, diffondendo di nuovo sapori persi..
i miei sono tentativi maldestri di "mettere su un orto", da incompetente, con difficoltà di ogni tipo, da quelle fisiche ai boicottaggi di familiari. diciamo che ci provo.
Eliminaieri sera Tommaso mi ha portato un cesto di spinaci appena raccolti, dietro sua ingiunzione li ho cucinati all'istante, erano saporiti anche solo passati in padella senza condimento, niente a che vedere con il retrogusto amarognolo di quelli surgelati, che li devi condire con burro e quintalate di grana.
l'anno scorso di questi tempi mi aveva già portato chili e chili di piselli che avevo sgranato e surgelato, ma quest'anno la siccità li ha fermati.
chi sarebbe "l'innocente marito"?
RispondiEliminagrazie per le traduzioni ma avevo capito :)
è una vita che non mangio le taccole (col sughetto di pomodoro).
ciao
Mio marito, che definisco innocente perchè appena tocca la verdura viene insultato gratuitamente da Tommaso, che non è quel che si definisce un tipo affabile.
RispondiEliminaLe taccole non sono facili da reperire, io le compro solo da Tommaso. Stanno crescendo nella sua vigna, le ho viste tempo fa, ma temo siano indietro. Aspetteremo, a mio marito piacciono con gli spezzatini di carne e il salamino, anche quello comprato da un amico che "tiene su" il maiale.
grazie della spiegazione e buon giorno
Eliminama prego!
RispondiEliminama che belle usanze, sono quei rapporti sani che ci vorrebbero quotidianamente
RispondiEliminaspecie in questi tempi così opprimenti ...
RispondiEliminaApprezzo il riferimento ai fatti del mondo. Le verze sono importantissime ma sono i rapporti umani che veramente ci interessano e comunque ci riguardano.
Eliminasì certamente, buona Pasqua Cesare!
RispondiEliminaBuona Pasqua Silvia e, visti i tempi, auguri a tutti noi.
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