venerdì 31 luglio 2009
IO STO CON DON GIORGIO
Alla domenica mattina vado a Messa “in Monte”, alla funzione delle ore 8.
Mi piace la bellezza ordinata della casa parrocchiale, la semplice vetustità della chiesa, l’armonia con la quale l’edificio si inserisce nel paesaggio d’intorno, quasi fosse in simbiosi con esso. Mi piace il panorama che si gode dal sagrato, la collina spianata, a ovest, e vedere gli uomini che chiacchierano aspettando l’inizio della funzione mentre le donne, da secoli più pie, terminano il rosario, dentro. Mi piace leggere e tradurre (ogni volta!) la scritta sopra l’altare. “Stat Crux dum volvitur orbis et tempora labuntur” (“la Croce resta fissa mentre il mondo ruota e il tempo passa”)
Mi piace Don Giorgio, come mi piacciono tutti gli anziani che, non avendo più nulla da perdere, non hanno paura di niente e di nessuno.
Mi piace come si accinge all’omelia, con il capo leggermente reclinato sulla spalla, come un aquilotto nel nido.
Condivido molte delle sue idee anche se non tutte e non in modo così integrale.
Mi piace la passione che ci mette nell’esprimere i valori in cui crede e il coraggio di andare sempre controcorrente, “in direzione ostinata e contraria”, anche se poi la passione si trasforma nel brutto difetto di dire parolacce e di assumere atteggiamenti provocatori.
Non sono una fanatica di don Giorgio, non vado quasi mai sul suo sito, ma prediligo la sua Messa perché l’omelia mi fa riflettere invece che addormentare.
Al tizio che ha attaccato Don Giorgio domenica, vorrei dire che ha scelto il momento sbagliato nel luogo sbagliato.
Invece di preoccuparsi di un parroco di campagna, si preoccupi della salute del suo illustre paziente. Gli consigli di calmare i bollenti spiriti e di accettare la sua età, invece che rendersi ridicolo correndo la cavallina.
Su questa persona, il Don ha espresso un parere decisamente “soft”, un paio di domeniche fa, affermando che “il nostro Presidente del Consiglio è un porco”. Bum.
Dopo qualche giorno, lo stesso interessato ha ammesso di “non essere un santo”.
Quindi per una volta erano d’accordo, i due, perché qualcuno (ma solo un politico, credo, riuscirebbe in questa impresa) deve spiegarmi quale è la differenza tra non essere un santo ed essere un porco.
Ricordate il bambino della favola, unico nel reame ad avere il coraggio di gridare che il re era nudo?
Don Giorgio è come quel bambino: d’altra parte, non si dice che invecchiando si torna un po’ bambini? E il vangelo non dice “se non ritornerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli”?
Don Giorgio, io sono con lei, a dire che il re è nudo.
………… diamo ad ognuno quel che è di ognuno…………. voglio dire: un uomo che non ha paura è un uomo che non ha paura…………… un uomo porco e un uomo porco……….. un santo è un santo……………..
RispondiEliminaPer il fatto che questo è ardito e lotta contro B. il capo del Popolo Dei Ladri, me mi piace.
RispondiEliminaDi oggi alcune cattive novità.
A proposito di come potere e clero (alcune eccezioni escluso, appunto!) vadano da sempre a braccetto, sorreggendosi l'un l'altro.
Come ti è venuto in mente di associare la notizia al mio blog?
RispondiEliminaComplimenti per la tua blog-memoria!
Sai Walker il fatto è che fino a poco tempo fa Don Giorgio era tutelato dall'arcivescovo di Milano Don Dionigi Tettamanzi, eminenza chiaramente antiberlusconiana!
Famosa l'omelia in cui disse:ora-contro-b/105205/
“Perché molti agiscono con ingiustizia, ma non vogliono che la giustizia giudichi le loro azioni?”
Adesso al suo posto c'è Scola, capisci?
Non conosco (se non per sommi capi) il carattere e le politica delle gerarchie ecclesiastiche.
RispondiEliminaFosti tu a dirmi di 'sto prete in gamba.