....Finalmente il doc ci chiama nell'ambulatorio, con fare cortese.
Ma non è il "SUO" doc.
E papà è più interessato a come fare, a questo punto, con il suo pacchetto che a come fare con i suoi globuli rossi.
- non c'è l'ALTRO dottore?- chiede
- quale?- (doc leggermente infastidito)
- l'altro, lo sa mia figlia come si chiama- (colmo la lacuna, ma qualcosa mi dice che la cosa non finirà bene)
- no, qui ruotiamo- (doc evidentemente infastidito)
- ma DOVE è l' ALTRO?-
- guardi che siamo capaci anche NOI, di curarla- (doc leggermente alterato)
- ma io volevo salutarlo, mi hanno detto che va in pensione-
- allora sa cosa facciamo, signor Fumagalli? Le prepariamo una foto del SUO dottore, così se la tiene come un santino e quando guarda l'immaginetta le sale l'emoglobina- (doc evidentemente alterato)
- ah, ah, ah, è un tipo deciso, lei, dottore, me ne ero accorto quando mi aveva visitato la prima volta .. ah, ah, ah, lei farà strada ... ma dove è l'ALTRO dottore?-
Mentre gli lancio fulmini con gli occhi cercando di zittirlo, il doc gli dà l'ultima pettinata (guardi che qui veniamo tutti per lavorare, NESSUNO viene qui per giocare a carte) e ci licenzia, recuperando in fase finale, forse smorzato dalle risate del paziente, quel pò di cortesia che gli era mancata in fase intermedia.
Finalmente rintracciamo il "suo" DOC. E' sullo stesso corridoio, ma quando entriamo nel reparto papà ha l'affanno dello scompensato. Eppure al medico dice che sta "benone". Figurarsi. Tutti i malati del mondo esagerano un pochettino i propri mali, per attirare l'attenzione dei medici, lui sta sempre "benone, è solo l'età".
Papà gli allunga il pacchetto, senza specificare cosa contenga.
- Ma non deve disturbarsi ogni volta, signor Fumagalli- protesta lui, ricordando che la volta precedente gli ha fatto dono della sua autobiografia
Per non illuderlo che nel pacco ci sia chissà cosa, gli spiego che è solo un pò d'insalata dell'orto "raccolta stamattina, dottore, più fresca di così" specifica il coltivatore diretto
-Grazie, grazie, tra poco vado a casa e la pulisco"
Papà ha raggiunto il suo scopo, finalmente. E' contento, di non dover essere trasfuso, per oggi (la mè nada be) ma ancora di più di essere riuscito a dare la SUA insalata al SUO dottore.
E' solo molto scandalizzato dalla notizia che il dottore debba andare a casa a pulirsi l'insalata. "Ghe l'ha mia la dona?" (Leitmotiv del viaggio di ritorno) Scommetto che sta pensando di portargliela già pulita, la prossima vola.
Te l'ho detto: ci riesci se vuoi. Provaci fanciulla, cosa ti costa? Uno che te lo prenota in libreria ce l'hai già, ma se ne venderebbero diverse copie.
RispondiEliminaPer quanta riguarda your old man non so se sei brava a dipingerlo tu così, oppure lui sia proprio combinato così. Tientelo stretto comunque, vale la pena perderci un paio di mattine ogni settimana.
Al posto del medico, non conoscendo che razza di paziente avevo si fronte, forse mi sarei trovato un po' in difficoltà, ma non avrei reagito così come lui. Ho lavorato un anno in una casa di riposo e le mie pazienti me ne dicevano a volte di tutti i colori. Ma erano così carine e così fragili. Non si possono strapazzare vecchietti inermi, non si possono strapazzare bambini terremotanti come i miei due nipotini. Questi e quelli sono il sale e il pepe di questa vita, de sto monno porco e infame, Simba.
Grazie per la prenotazione, io comincio a pensare alla dedica: dalla scrittrice simba allo scrittore iaco, galeotto fu il blog ...
RispondiEliminaFANTASIE, caro, e tu che giri coi tuoi libri per le case editrici lo sai: avrei qualche possibilità se mi chiamassi contessa de blanck, se fossi reduce del grande fratello, se avessi ucciso qualcuno. ma gli sconosciuti non se li fila nessuno.
Il soggetto in questione, comunque, è proprio combinato così, anche peggio, nei momenti migliori. Bello il paragone con sale e pepe. I bambini tutto pepe, gli anziani tutto sale, a volte talmente salati che la pressione ti va a mille, monno porco e infame, iaco
Ammazza che permalosaccio il dottorino... e che tenerezza, l'old man con l'insalata (l'unica cosa che non me l'ha reso simpatico è stata il "Ghe l'ha mia la dona?": prova a spiegargli che esistono i single, i gay, i separati, gli sposati con donne in carriera, per tacer dei vedovi, e che costoro possono essere tutti degnissime persone...) :D
RispondiEliminap.s. io sono uno dei 2 o 3 italiani cui sia riuscito di pubblicare senza conoscenze e con editore vero, non a pagamento. Ma è stato un tale irripetibile colpo di c. che il consiglio che ti do è quello di provarci. All'estero. Qui da noi è un vero letamaio (e infatti il mio è un romanzo di denuncia, sulle porcherie della Gomorra Editoriale... magari potrebbe interessarti, ma non aggiungo altro per non fare spamming. Nel caso, fa' un salto nel mio blog e troverai il corpo del reato in bella mostra...) :D
Per adesso ciao, sorella nella lettura e nella scrittura!
Zzzio, il mio papi non sdegna il dottore, lo compatisce, gli dispiace per lui: quando domenica mia sorella gli ha chiesto come era andato il controllo lui, di tutto, gli ha riportato solo che quel povero dottore avrebbe dovuto pulirsi l'insalata. Devi capire che è abituato a farsi servire da quella santa donna di mia madre da cinquanta dico cinquanta anni. Se mia madre ci combina qualche scherzetto sono guai seri, per lui e per noi.
RispondiEliminaAndrò a sbirciare il corpo del reato, allora.
Lo capisco e ti capisco. Tra l'altro somiglia moltissimo al mio, di padre, a giudicare dai racconti... e noi purtroppo, sette anni fa abbiamo subìto lo scherzetto, restando orfano (per quanto cresciutello) io e vedovo lui, e ci è crollato il mondo addosso. Adesso si tira avanti piuttosto bene, ma la mamma sarà sempre nei nostri cuori... scusa, non volevo scadere nel patetico, volevo solo dirti buonanotte!
RispondiEliminaGrazie, anche a te, solo che te la devi prendere per il giorno dopo .. :)
RispondiEliminaAllora siamo in due zio Scriba, manca il terzo.
RispondiEliminaAnche io ho pubblicato un romanzo a spese dell'editore vero senza nessuna conoscenza. A differenza tua non lo considero affatto un colpo di culo, ma qualcosa dovutomi dalla sorte, se mi si passa il concetto.
Pubblicare all'estero? Un gran bel consiglio le dai. Dove? Negli USA, dove mi dicono ci sia una giungla; in Spagna è escluso, perché pubblicano solo stranieri di gran nome; in Francia te lo puoi levare dalla testa, sciovinisti come sono; in Germania si potrebbe fare. Te lo garantisco io che ci vivo. Infatti avevo pensato di pubblicarlo qui: la storia si svolge a Francoforte e a Karlsruhe, quindi in casa loro. Protagonisti due Gastarbeiter italiani, uno dei due sposato con una tedesca, quindi materiale interessante per loro. Avrei potuto anche tentare di scriverlo in tedesco, ma l'ho scritto in italiano per l'editoria italiana e il pubblico italiano. Dovrei quindi tradurmelo, ma dato che non scrivo in modo elementare ma piuttosto complesso dovrei ricorrere ad un/a traduttore/traduttrice bilingue, a 15 euro il foglio. Per 400 fogli circa fa un gruzzolo di 6000 euro più Mehrwertsteuer del 19%. Lasciamo perdere che è meglio. Comunque Simba con una storia italiana di italiani in Italia non avrebbe la stessa strada che avrei io con la mia storia.
Il mio consiglio a Simba è stato sempre di scriverla la sua storia e di cercare un editore di un certo spessore, evitando i due o tre maggiori, che nemmeno ti si filano, per principio e perché hanno i loro protetti.
Guardate gli ultimi vincitori dello Strega, leggete quei libri, poi mi raccontate.