"Un affetto mi preme, acerbo e sconsolato..."
Se fosse ancora vivo il "mio" Totò.
Se potessi corrispondere con lui, se potesse leggere il mio blog, e commentarmi, e strigliarmi senza pietà, e pretendere l'impossibile, come era solito fare.
Se potessi rispondergli, se potessi ancora incazzarmi con lui per quel suo carattere impossibile.
Se potessi rivederlo, mentre entra in classe come una bisonte infuriato o mentre si appoggia alla cattedra e inizia a declamare (a memoria!) interi brani della Divina Commedia, le poesie di Foscolo, il suo amatissimo Leopardi.
Se potessi riascoltare la sua voce possente, resa roca dal fumo, apprezzarne l'impostazione perfetta, da attore, cogliere le pause, le vibrazioni di tono, le variazioni di ritmo e colore, afferrare le emozioni sottese.
Se potessi rivivere quelle ore fuggenti e irripetibili , ri-gustare una qualità d'insegnamento alla quale io e le mie compagne -a causa della nostra giovane età- non davamo il giusto valore.
Abbiamo mangiato dal piatto che ci porgeva con voracità e inconsapevolezza, senza ringraziare, come perfetti, egocentrici, stupidi adolescenti.
Se potessi tornare indietro, al limitar della mia gioventù, ai ... i diletti, l'amor, l' opre, gli eventi onde cotanto ragionammo insieme... mi prenderei a sberle.
Il buon Totò mi prese per mano e mi fece assaggiare il gusto delle parole. Mi mostrò l'orizzonte della letteratura e l'immortalità della poesia.
Lo fece parlando di sè, della sua infanzia, mescolando la storia della sua vita con la storia da studiare sui libri, le tragedie e le commedie della sua vita con le tragedie e le commedie da studiare sui libri, la quotidianità con l'eternità.
Adesso che non c'è più, posso solo riascoltare la sua voce su cassette da lui registrate, appositamente per me, e rileggere la nostra scarsa ma affettuosa corrispondenza. Solo lui poteva avere la sensibilità di spedirmi la fotocopia di una mia lettera, tre anni dopo averla ricevuta, allegandola alle felicitazioni per il mio matrimonio.
Se non l'avesse fatto, io adesso non potrei rileggere la mia prima lettera al mio mitico Prof, il mio Prof preferito, il mio Prof rude e tenero, stronzo e generoso, il Prof al quale ho voluto un bene dell'anima, pur accorgendomene a scoppio ritardato.
scritto di sabato, il 31 ottobre del 2009
Accipicchia!sei stata molto fortunata! Hai ricambiato con questo post bellissimo e toccante!
RispondiEliminaGrazie Sara ...
RispondiEliminaSai quale è la cosa strana?
Che è difficile essere consapevole delle proprie fortune in tempo reale. Di solito ce se ne rende conto solo con il passare del tempo o con il modificarsi delle situazioni.
In età giovanile, poi, la consapevolezza è un'utopia. Quanto si è stupidi a quell'età, cantava Guccini.
Io mi sono resa conto della reale grandezza del mio prof quando ho conosciuto i professori dei miei figli: confrontati con il mio Totò mi sembravano tutti delle mezze calzette.
Mannaggia cara Silvia quanto mi sarebbe piaciuto avere anche io un professore come il tuo Totò. Forse, nonostante io sia un matematico nel sangue, avrei imparato ad amare un po' di più le materie umanistiche. E invece non è stato possibile e il mio ricordo di quel liceo classico non potrà mai essere bello!
RispondiEliminaA proposito di quanto si sia stupidi a 20 anni...proprio sabato scorso un mio amico è riuscito a farmi riprendere la chitarra in mano dopo un paio d'anni...e partire con Eskimo di Guccini è stato automatico! Buonanotte da Parigi, ti abbraccio
Avevi la matematica nel sangue e hai fatto il classico? Che strano, Nico, perchè non lo scientifico?
RispondiEliminaI miei ricordi delle magistrali sono indissolubilmente legati al caro Prof. Gli scrissi, qualche anno dopo, per chiarire delle cose, e mi rispose con una bellissima lettera, che qualche giorno posterò.
Hai fatto bene a riprendere in mano la chitarra, certi amori giovanili non muoiono mai. Eskimo ... ah ah ah ... è quella che inizia " e correndo mi incontrò lungo le scale" ? o quella è "incontro"? Boh ... mi hai ricordato che nei post dimenticati ce ne è anche uno dedicaTO al grandissimo Guccini!
Sei a Parigi? A far che? Un abbraccio!
Ahahahahahahah no Silvia, quella è appunto Incontro! Eskimo è quella che hai citato tu, in cui a 20 anni si è stupidi davvero :-) Cercherò il tuo post sul tuo blog...sempre se non te l'ho già commentato!
EliminaLa matematica...ebbene sì, feci il classico perché me lo impose mia mamma, mancata a agosto :-( Diceva che visto che la matematica la sapevo bene, non mi avrebbe fatto male una scuola umanistica. Poi all'università sono tornato al vecchio amore :)
Parigi? Viaggio spesso attraverso l'Europa per incontrare dei clienti.
Abbraccione a te
giusto, adesso mi viene in mente l'intera strofa: a vent'anni si è stupidi davvero, quante balle si hanno in testa a quell'età!
Eliminaah no non stare a cercare il post, sorry non mi sono spiegata bene, quello è un post dimenticato ma non ancora riesumato!
Parla del mio primo incontro con Guccini, quella volta che per pubblicizzarne il concerto nella nostra zona io e la mia amica del cuore andammo in giro per giorni con il secchio della colla a appiccicare sui muri il suo faccione barbuto! Che momenti!
Finchè vivono,le Persone che amiamo più di noi stessi, ci danno l' impressione di essere 'eterne ed immutabili', ed è per questo che rimandiamo di volta in volta, in ragione dei nostri impegni quotidiani ( ma, talvolta, per semplice pigrizia ) il piacere di re-incontrarle, di parlare con loro come un tempo, di emozionarci al solo suono della loro voce ....
RispondiEliminaPoi, il tempo trascorre implacabilmente ... e quando quelle Persone non ci saranno più, ci accorgeremo allora, con strazio irriducibile, quanto realmente pesassero per noi, e quanto la stessa vita nostra fosse, grazie a loro, incredibilmente bella e degna d' esser vissuta !
Cavaliere, leggere queste cose e sentirmi pervadere da uno "strazio irridicubile" e da un rimorso irrimediabile è cosa sola.
RispondiEliminaNon mi perdonerò mai quella volta che mio padre mi chiese di restare a fargli compagnia e io non lo accontentai.
Eppure cosa mi sarebbe costato? Ahimè, purtroppo non potevo sapere che di lì a pochi mesi non avrebbe più potuto chiedermi niente.
Tapina, meschina me stessa! Le lacrime che versi ora non serviranno a nulla, nè a far tornare indietro il tempo nè a stemperare il grumo del rimorso!
Capita anche a me, @Silvia cara ... di riflettere sulla mia vita con ardita sincerità, senza farmi, nel chiuso del mio cuore, sconto alcuno o scusa meschina, e quello strazio indicibile lo tocco, ahimè, con mano, ogni volta ... ogni ora !
RispondiEliminaSe, quelle Persone che ci amarono intensamente e che ci diedero tutto, ci avessero chiesto L' IMPOSSIBILE, ebbene neanche ci perdoneremmo mai, ora ... ma ci chiesero stupidaggini, impegni risibili, cose da fare per loro in qualche miserabile ritaglio della nostra quotidianità ... e non facemmo nemmeno quello, paludandoci dietro la nostra fretta vigliacca e cieca !
Così, quella pena che ci strazia, non muta mai, e possiamo/dobbiamo solo soffrire ... forse per giusto contrappunto !
E' così! La sofferenza del rimorso come castigo!
RispondiEliminaUnica misericordia per noi, è ri-ascoltare quell' INFINITO che, in questo meraviglioso tuo post delle nostalgie e delle malinconie irriducibili, ci sussurra, ci parla con tenerezza delle "morte stagioni e vive e il suon di esse", e ci prospetta un oceano disteso e sconfinato, in qualche dove che alcuni chiamano ANIMA, nelle profondità del quale, poichè sappiamo con certezza che in esso abitano "anche" i nostri Cari, il naufragare è dolcissimo, risolutivo ... e irrinunciabile !
RispondiEliminaL' anima, questa illustre sconosciuta, scrissi una volta in un post dimenticato.
RispondiEliminaIo non so cosa sia davvero l' anima, e nemmeno se sia vero che essa sopravviva al corpo.
Oggi sono due anni che papà è morto.
col passare del tempo mi mancano quasi più i suoi difetti che i suoi pregi, chissà poi perché.
Perchè ??? Perchè dei suoi pregi sei stata orgogliosa ... sui suoi difetti fosti insofferente, giovanilmente insofferente e irridente !
RispondiEliminaEd oggi che lui non c' è più ( ma c' è ancora di più, pur se in altre forme e sembianti ), Tu rimpiangi ciò che perdesti di lui, quando il sole splendeva e tutto ti era possibile !
Ma scusami, ora, @Silvia cara ... due riflessioni personali, una per te e una per @Nico, che ti esprimo qui senza voler minimamente intaccare la tua e la sua privacy e le tue e sue ragioni :
1) Come sai, amica mia, io sono un NO-Blogger ... e vengo felicemente qui da te errando per il blogroll di @Jacoponi . Ebbene, perchè lui è sparito da questo spazio e Tu dal suo ??? Non voglio sapere le vostre ragioni ... ed anche se lui ora condivide con me una tarda, ma piacevole, amicizia, m' appare triste non trovare più i vostri commenti ;
2) @Nico caro ... io sono un Ingegnere amante della Matematica, un tizio che, uscendo alla Maturità, many and many years ago, dal Liceo Classico "Giulio Cesare" di Roma ( fra i più difficili ed ostici d' Italia, ora come allora ) con la media fra il 9 ed il 10, oggi insegno Analisi I e II a giovani iscritti ai primi anni di ingegneria e/o di Fisica e/o di Matematica . Ebbene, a questi miei discepoli ( dai quali, a mia volta, apprendo non poco ), insegno che senza il GRECO ANTICO, senza la sublime lingua del divino @Platone ... NON esisterebbe nè Matematica nè Fisica, poichè esse sono il veicolo per esplorare l' universo mondo, ma il GRECO E' LA LORO ANIMA ! Dunque, senti a me, rispolvera la tua vecchia Sintassi liceale di Greco ... e soffermati sulle variegate e duttili forme che può assumere l' Aoristo, sia esso attivo, passivo o mediopassivo, quando chi parla o pensa brancola nel buio dell' impotenza a esprimersi : vedrai, se farai così come hai fatto con la chitarra, ritroverai ancor più te stesso ... e soprattutto riavrai le cose passate che amavi, le stesse che pensavi, sbagliando, di aver per sempre perduto !
cavaliere errante! il tuo errare tra affermazioni contradditorie anzichè indispettirmi mi strappa un sorriso: prima affermi di non voler intaccare la mia privacy poi ti contraddici chiedendomi il perchè di un fatto e poi ti ri-contraddici scrivendo di non volerne sapere le ragioni!
RispondiEliminafacciamola breve, essendo per di più storia vecchia che non interessa a nessuno.
per farlo ti racconto un aneddoto risalente a una decina di anni fa, quando il mio nipote prediletto era alle elementari e litigò con un compagno. la direttrice lo chiamò in studio invitandolo a fare pace e riallacciare l'amicizia.
mio nipote le rispose che poteva obbligarlo al gesto di pace ma non all'amicizia, dato che "un amico devo stimarlo".
Cara @Silvia, quello che dici NON fà una piega, tranne quando scrivi che io mi sia contraddetto : qui, hai forse letto troppo rapidamente il mio commento, avendo io scritto "NON VOGLIO SAPERE LE VOSTRE RAGIONI ... M' APPARE TRISTE NON TROVARE PIU' I VOSTRI COMMENTI", e cioè io parlavo di un "mio" stato d' animo che prescindeva dalle "vostre" ragioni ! Complimenti a tuo @Nipote, per la giustezza - di stampo Romano-antico, direi - della sua risposta a chi gli chiedeva di far pace con un ex amico riallacciando la loro amicizia !
RispondiEliminaA bentoit ... e BUONA DOMENICA ! :-)))
Grazie. Per me non sarà bella spero meglio per te.
RispondiElimina:***
RispondiElimina