martedì 11 ottobre 2011

mio padre mi racconta la storia di Pivello

Dopo mesi di trattative telefoniche -chè mia mamma prima di cambiarle habitat devi pregarla in cinese- una cugina di mio padre ha convinto i miei genitori  a farsi venire a prendere per essere accompagnati a casa sua. 
Il marito di una delle tre cugine aveva un negozio di barbiere nello stesso paese di mio padre.
Il giorno dopo porto papà al controllo emo, e lui mi fa un resoconto: dovessi vedere che casa, mai vista una casa così grande, e quanta terra, e mica la lavora lui tutta quella terra, e  mi ha regalato le piantine di porri da piantare ... .. e adesso ti racconto una storia.



LA STORIA DI PIVELLO

PREMESSA:
Al mio paese c'era un tipo che non ha mai lavorato in vita sua. Lo chiamavano Pivello.
PRIMO EPISODIO -CIAK-
Di buon mattino invece che andare a sgobbare nei campi o in officina il buon Pivello si recava nel negozio del barbiere, dove si accomodava ad aspettare che venisse buona; e man mano che entravano i clienti lui faceva loro una proposta:  se te me dè cinquanta franch te fo pasà (se mi dai 50 lire ti lascio passare).
Alla fine della giornata usciva dal negozio tutto soddisfatto, dicendo: adè vo a cà a fà la barba! (adesso vado a casa a farmi la barba!)
SECONDO EPISODIO -CIAK-
Un giorno suo padre lo voleva mandare a consegnare una mucca a un contadino, ma lui era restìo e accettò solo allorchè il padre gli disse che al momento della consegna il compratore gli avrebbe dato una mancia. Quando però arrivò a destinazione, il tipo si rifiutò di sganciare una lira in più del pattuìto, e allora cosa fece Pivello? Se ne tornò a casa con la corda ... e la mucca attaccata alla corda.
"Tanto avrei dovuto farla lo stesso, la strada per tornare indietro", disse al padre basìto.

Io invece rido di gusto e dico al mio di babbo che  questo tipo non era poi così pivello, se è morto senza fare un giorno di lavoro!

7 commenti:

  1. Tuo papà ti ha benevolmente presa in giro:
    quella del barbiere è buona -ma in che razza di paese vivete? a Roma uno così gli abbottano gli occhi alla seconda proposta indecente-; ma quella del contadino e della vacca riportata indietro me la raccontava mia nonna agli inizi del secolo scorso.
    Ti vuole bene bene benissimo il tuo papà, ti tratta come una bambina. Per lui tale sei rimasta. Mi fa tenerezza il tuo papà.

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  2. P.S. - Io mi regolo così con le mie tre nipotine; con le due figlie sono decisamente più duro.
    Forse avrei qualcosa ancora da imparare da quel comunistaccio.

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  3. Ciao Silvia. Ti ho trovata sui commenti del blog di zio Scriba...si trova gente intelligente e interessante da quella parti.
    A presto!!
    Simo

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  4. Ciao Simo (che bellasseeeei?)
    Sì, hai ragione, in effetti i posti che uno frequenta sono importanti e il blog di Nik è tra i miei preferiti
    (ogni tanto mi piace allargare la mia visuale blog, poi un bel giorno mi stufo e scremo di brutto, ma il linkazzo rimane)
    Credo sia difficile incontrare gente cerebrata sul blog della miss Terry de Nicolò, tanto per non fare nomi.
    Adesso devo uscire, ma domani o dopo ricambio la visita.
    Ciao!

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  5. IACOPONI,
    perchè mi disilludi così? Io ci avevo creduto, a entrambe le storielle, e poi mio padre non mente MAI, quindi si vede che ci ha creduto anche lui.
    Sono storie del tempo di guerra, qualcosa di vero ci sarà!
    Lui mi tratta come una bambina? Correggi, come la SUA bambina.
    Anch'io a volte lo tratto come un bambino, quel bambino che si è vestito da padre senza mai diventare grande.
    Una bella coppia facciamo, l'asilo infantile in assenza di maestra.
    ZEITNOT !!

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  6. Scusa l'errore: tu sei la SUA bambina, che bestia sono. Il fatto è che in questo momento vedo bambine dappertutto,e bambini. Non sono direttamente i MIEI, ma sono i miei, maledizione.
    Mi spiace di averti disillusa. Forse era la stessa storia e mia nonna conosceva tuo padre piccolo e l'ha raccontata per primo a lui, chissà...

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  7. dev'essere per forza andata così!
    ciao!

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