domenica 27 marzo 2011

il museo dell'innocenza

Ieri sera avrei voluto terminare la lettura del libro "Il museo dell'innocenza" dello scrittore turco Orhan Pamuk, Nobel 2006,

certi momenti

Ieri  mi è venuta in mente questa canzone di Bertoli, che recita non credo alla vita pacifica non credo al perdono.
Mi è venuta in mente perchè sul blog del mio amico Vix si parlava di perdono .
Si parlava di chi perdona cose imperdonabili,  ci si chiedeva se questi perdonatori della prima ora fossero sinceri, e, nel caso lo fossero, se potessero soffrire di una qualche malattia mentale. Ci si chiedeva se fosse gente che non sa quello che dice dicendo di perdonare quelli che non sanno quello che fanno, oppure ... oppure semplicemente persone speciali, una sorta di marziani, di alieni dei normali sentimenti.

Credo che non si possano affrontare certe questioni con i vangeli in tasca,  credo che a certe domande non corrispondano necessariamente  risposte giuste o sbagliate,  ma solo altre domande, come una catena di sant'antonio.
Perdonare non significa dimenticare, ma non provare rancore per chi ti ha fatto del male. 
Non so come sia possibile, forse ci si può riuscire se l'offensore è una persona alla quale vuoi bene, perchè amor omnia (... o quasi omnia) vincit,  ma come fare con un estraneo? Perchè un estraneo mica lo ami, e allora con cosa lo vinci? Io non credo al diktat: porgi l'altra guancia.
Solo su una cosa non ho dubbi: che il perdono sia una parola abusata e un concetto  violentato.  Capita di sentire  giornalisti che chiedono: ma lei, perdoni, sì, lo sto chiedendo proprio a lei, a lei che le hanno ucciso il marito un minuto fa, che fa, ha intenzione di perdonare? (intenzionale) Perdona? (presente) Perdonerà? (futuro) Perdonerebbe? (condizionale) avrebbe perdonato? (condizionale passato) ....  
"Fottiti!" (imperativo)

Capita anche di sentire o leggere che  l'interessato abbia chiesto perdono. Mi chiedo se abbia senso, se sia un gesto di umiltà o di arroganza, se non sia un modo per lavarsi comodamente la coscienza nel calice della vittima, o una strategia per impietosire i giudici e ottenere uno sconti di pena. 
E che cavolo, se sei veramente pentito lo fai sapere, e che sia finita lì: perchè  devi costringere la vittima a risponderti, caricandola di un ulteriore fardello?
Pèntiti,  sconta  il tuo castigo,  vedi se riesci a perdonare te stesso, e poi, se proprio, puoi cominciare a pensare di chiedere qualcosa alla persona offesa.

Poi, non lo so, ma alla fine di tutti i pensieri mi rimane il dubbio che il perdono non sia  una cosa che si può dare o non dare, una merce di scambio, bensì una questione che devi risolvere con Dio ... oppure,  se ritieni  che Dio sia  morto e crepato, con la tua coscienza . Gli altri, forse,  non c'entrano, sono solo un surrogato.

domenica 20 marzo 2011

Perchè gli uccelli cantano?

dal web
Il risveglio è accompagnato dalla vista di un quadro scialbo, stamattina: l’albero, una natura viva che sembra morta, lascia la silhouette dei suoi rami nudi sulla tavolozza grigia di un cielo omogeneo e poco attraente. E’ il vecchio ciliegio, mai potato e diventato troppo alto.
Dalla postazione letto  non riesco a vederne il tronco ma solo i  rami che mi appaiono tristi, con quei rami così lunghi ma disordinati, selvaggi ma immobili, scuri ma di un colore incerto,
... ma so che il vecchio ciliegio nelle prossime settimane tornerà ad essere natura viva che sembra viva, pieno come sarà  di piccoli fiori bianchi che si muoveranno ad ogni alito.
Ci sarà anche il giorno in cui in vento si farà prepotente e un refolo traditore li strapperà dal picciolo per disperderli nell’aria, facendoli poi appoggiare sul prato antistante il bosco, sui terrazzamenti e sulle viti, e forse l’albero si sentirà depredato, come ogni anno.
A maggio il bianco dei fiori cederà il posto al rosso delle ciliegie, dalla postazione così irraggiungibile che solo gli uccelli se ne ciberanno.
Uccelli che stanno cantando dalle prime ore della mattina,  incuranti della tristezza del bosco e del cielo smunto. 
Cantano perché sono giovani? Perché sono innamorati? Perché sono giovani e innamorati? Per la frenesia del mettere su casa? Per istinto?
...
“Perché gli uccelli cantano?” chiedo al mio bird-lover casalingo, che mentre io scrivevo queste righe ha preparato la colazione
“Perché tu parli?” mi risponde.
Già, che domande stupide si fanno di mattina a digiuno. Meglio approvigionarsi. Una ricca colazione è sempre gradita, specie se ci aspetta già pronta.

giovedì 17 marzo 2011

VOGLIO ESSERE EMOTIVA, va bene?

Si  diceva  che a Chernobyl  fosse
successo il patatrac  perché i russi erano comunisti e trogloditi.
Il Giappone,  invece, è stato fino al mese scorso la seconda potenza  economica mondiale.
Si dice che il Giappone è stato fregato dall’imprevedibilità di  un tremendo terremoto.
Ma che quel paese fosse ad alto rischio sismico lo sapevano, i sapientoni che vi hanno costruito le centrali nucleari.
Si dice che in Italia non c’è il pericolo degli tsunami.
Ma a me fa più paura uno stato dove non si riesce a  smaltire un sacchetto della spazzatura, perché il maremoto viene ogni tanto, mentre i rifiuti si producono ogni giorno.
Si dice che se ce le hanno la Francia e la Slovenia, tanto vale.
Non mi pare un’argomentazione molto intelligente.
Si dice che le centrali nucleari da costruirsi in Italia saranno di quarta generazione.
Ma la mafia, la camorra e l’ndrangheta sono di primissima generazione, e quando hanno saputo che le regioni consenzienti sono tutte al nord, si sono fregate le mani: abbiamo visto giusto, allora, a trasferirci qui, hanno detto, e giù un bel brindisi alle prossime scorie di uranio radioattivo.
Il governo fa rientrare gli italiani da Tokyo, ma dice che chi parla contro il nucleare è uno strumentalizzatore.
Nessuno sa come fermare un disastro nucleare, nessuno sa le reali  conseguenze di un disastro nucleare, ma chi si preoccupa del futuro dei propri figli e nipoti viene dichiarato EMOTIVO, come se  l’emotività fosse una sorta di disabilità mentale.
 Stamattina ho visto una registrazione del 2008 dove un tipo diceva  che l’energia nucleare è pulita e sicura.
Lo sosteneva un uomo che quest’anno potrebbe ricevere il palmarès come uomo più pulito e più sicuro d’Italia.
E questa è la prova del fuoco contro il nucleare.