venerdì 16 luglio 2010

I treni a vapore

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Oggi gita di lavoro. Un caldo atroce.
Prima di partire ti senti pronta a tutto. Per esperienza, sai che ti può capitare di tutto. Dal ragazzo che sta male a quello che rischi di perdere a quello che è una mina vagante.
Se capitano solo piccoli imprevisti, come oggi, la gita è da considerarsi un successone. E allora come niente fosse chiedi all'aiuto macchinista affacciato al finestrino se può aspettare 5 minuti prima di partire, che la collega è andata a fare i biglietti, sapendo in anticipo la risposta (glielo dice lei, a quelli che ci sono sul treno?), fai scendere i 20 ragazzi appena saliti, li rifai salire avendo avvistato la collega che corre lungo il binario, ti metti a urlare nei giardini pubblici "non hai il permesso di picchiare" a uno, e all'altra "e tu finiscila di rompergli le palle", spieghi la differenza tra lago e mare, dato che c'è qualcuno che dice che sono uguali, accompagni ai bagni pubblici una due tre volte, rimproveri uno che appena vede una panchina in stazione vi si fionda e se la donna lì seduta non è veloce a scartarsi me la butta giù, partecipi a una sbrodolata collettiva di ghiaccioli, rimetti in posizione una che si è messa a testa in giù.
Durante il viaggio di ritorno il treno faceva un gran baccano, il rombo del motore andava su di giri e poi pom pom pom si fermava, oppure procedeva a singhiozzo, sotto i piedi si sentiva un calore esasperato che sembrava provenire da tutto questo faticare, il 50% di ragazzi e insegnanti dormiva di quel sonno insano da esaurimento di forze.
Quando siamo scesi da quel treno infernale un mio alunno mi ha chiesto: "Ma, fuma, scusa, questo treno qui andava a vapore o a che cosa?"
Gli ho risposto mentre correvamo alla macchina che, no, non andava a vapore ma a elettricità , ma poi ci ho ripensato: A. il fiondatore di panchina occupata non aveva tutti i torti, se è vero come è vero che siamo usciti da quel treno che sembravamo tutti cotti a vapore.

5 commenti:

  1. Mi hai ricordato una gita scolastica in un antico borgo, là dove c'era un castello che NON avevo MAI visto, perché lì non ero MAI stato.
    Poi andò a finire che passai per un passaggio segreto che stava lì da secoli e portava in una zona del palazzo verboten ai visitatori, dove c'era una stanza, dove era avvenuto un atroce delitto. E io sentivo male tra le costole...

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  2. Quante ne ho vissute di queste situazioni! E di ben più drammatiche come quando a Firenze persi un alunno, che si era allontanato a mia insaputa ( ne avevo affidati 20 solo per me!), mentre tutti in fila ci trasferivamo da una parte all'altra della città tra decine di file di scolaresche che si incrociavano e immancabilmente si mischiavano tra loro! Per non parlare di quando nel mese di febbraio andammo al parlamento europeo a Strasburgo e poichè qualcuno incoscentemente era partito, a nostra insaputa, con i primi sintomi di influenza, ci ritrovammo con i ragazzi che cadevano ammalati come mosche e deliravano con la febbre a 39/40, e dovevamo passare le notti in bianco somministrando medicine, misurando la febbre, cambiando loro magliette e pigiami quando si inzuppavano di sudore al calare della febbre e qualcuno, nel delirio febbrile, bagnava anche il letto e non avendo lui nessun alto pigiama mi vedevo costretta ad infilargli il mio, tanto chi ci andava a letto!? E le urla per farli stare sul marciapiede o per distorglieli dalle varie bancarelle su cui si catapultavano ogni 10 metri! E che dire delle notti in bianco perchè nonostante li portassimo in discoteca o al bowling fino all'una di notte, con la speranza che al ritorno crollassero sfiniti dopo una intera giornata in giro, cominciavano invece gli sbattimenti di porta perchè si trasferivano da una camera all'altra e schiamazzavano nel fare le lotte coi cuscini o nel lanciarsi bicchierate d'acqua bagnandosi non solo i pigiami ma anche le lenzuola!? E per fortuna siamo sempre riusciti a riportarli a casa sani e salvi! Il tutto "a gratis" senza una lira, o un euro se vuoi,di missione, dopo essere stata in servizio per 5 o 6 giorni 24 ore su 24, e che servizio! Non hanno dato a me, come non daranno a te, nessuna medaglia al valore, e non era certo quello il fine per cui mi sacrificavo, io trovavo la mia gratificazione nel vederli felici, nel sapere che grazie al mio sacrificio loro avrebbero vissuto un'esperienza eccitante e particolare ( in viaggio coi compagni senza mamma e papà!) che avrebbero portato per sempre nel cuore e ricordato con tenerezza, soprattutto una volta diventati adulti. Anche questo fa parte della missione di noi docenti!

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  3. IACO, le gite scolastiche fatte da allievi sono molto più emozionanti.

    ORNELLA, quelle fatte da accompagnatori sono una faticaccia. Parecchi anni fa, in gita a Firenze, ci capitò ogni genere di inconveniente, ne rammentavo ieri, ne posterò prima o poi.
    Nella cronaca della gitarella di ieri ho dimenticato il ragazzo al quale avevo suggerito di raggiungermi alla fontanella per riempire di acqua la sua bottiglietta. Distratta poi da qualcosa, sento una collega: non quella!!! Aveva riempito la bottiglietta con l'acqua di una fontana monumentale!

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  4. Le gite scolastiche fatte da allievi sono molto più emozionanti?
    Correggimi se sbaglio, ma quella per me fu puro orrore.
    Ma forse hai dimenticato.

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  5. FIGURARSI!
    Dicevo in generale. E poi, l'orrore non è anch'esso emozione?

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