lunedì 14 novembre 2011

Il giorno in cui cadde Prodi, sognai Alighieri

Le piazzate di sabato, che  alcune persone -legittimamente, per carità- non hanno gradito, mi hanno riportato alla memoria scene di ben altra fattezza successe il giorno in cui cadde il governo Prodi, nel gennaio 2008. 


La cronaca che riporto fedelmente fu il mio primo "politichese", se si eccettua una lettera all' "Unità" scritta da piccola e pubblicata in occasione di un concorso per bambini. 
(Ah, rammento ora  che una volta, sempre da piccola, scrissi anche ad Onassis)
"Ho sognato Dante" -così si intitolava la mia visione della caduta del governo Prodi- non fu pubblicato su questo blog, che  doveva vedere la luce l'anno seguente, ma su un quotidiano on line.
Perchè la posto? Per ricordare a me e ad altri che, nonostante ciò che ci hanno fatto passare in questi lunghissimi tre anni, i cittadini scesi in piazza sabato non hanno trasceso in gesti incivili, dimostrando che la società civile è migliore di quella istituzionale.

HO SOGNATO DANTE

Sto varcando la soglia dell'inferno, ma al posto di coni rovesciati e di gironi danteschi, vedo solo alte sedie rosse disposte a semicerchio. 
Una scritta a caratteri cubitali avverte: lasciate ogni speranza voi ch'entrate. Figure che non riesco a mettere a fuoco si agitano nella grande aula. Imprecano, urlano, si accapigliano. 
Un'anima dannata con gli occhiali da sole lancia improperi a un'altra, già colpita da uno sputo di fuoco. 
La povera vittima si accascia a terra, ma nessuno se ne preoccupa, dato che, come tutti sanno, non si può morire due volte. 
Un gruppo di anime esaltate finge di essere ancora in vita festeggiando un improbabile capodanno. 
Tra me e la grande sala scorre un fiume dalle acque luride dove Caronte dagli occhi di bragia con le sembianze di Calderoli sta traghettando Prodi e i suoi ministri, mentre li minaccia con il remo usato a mo' di bastone. 
Lucifero, con le fattezze di Berlusconi, assiste allo spettacolo con un ghigno compiaciuto: ora che Prodi e company sono stati cacciati può continuare a coltivare il suo sogno di onnipotenza, interrotto per quasi due anni - una bazzeccola, a confronto dell'eternità. 
Peccato che abbia al proprio fianco amici con un passato da traditori: Giuda, Bruto e Cassio (Casini, Fini e Bossi), finge di fidarsi di loro, ma l'intento è quello di sbarazzarsene al più presto. 
All'improvviso si fa silenzio nell'aula-inferno. 
Il nuovo arrivato è avvolto da una luce bianca, non essendo un dannato. E' nientemeno che Dante, il sommo poeta. Sale sullo scranno più alto e recita la sua invettiva più attuale: «Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello».
La musica della radiosveglia mi solleva dall'incubo, ma mi resta la curiosità di sapere come Dante avrebbe continuato la sua invettiva, dopo 700 anni passati invano. 

La mia personale visione del giorno in cui è caduto il governo.

7 commenti:

  1. Peccato che abbia deciso di non commentare più i tuoi politichesi, perché questo era carino.
    Sorry Silvia, ma l'idea me l'hai data tu.

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  2. Potremmo sempre fare un'eccezione,
    a patto che non mi nomini al-fauno. ;)

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  3. Le eccezioni confermano le regole.
    Comunque io non mi arrabbio mai coi bambini, coi vecchi e con i creduloni.
    Mi piace questo tuo post, mi ha fatto sorridere.
    Pensa che hai dovuto citare il sommo poeta, colui che nel "Convivio" e nel "De monarchia", mostrava di non aver capito un fico secco di politica.
    Grandissimo poeta, ma politicamente imbecille, un perdente nato: comincia da "ghibellin fuggiasco", finisce per fare il tifo per i Guelfi neri, insomma non ne azzecca mai una, e alla fine fa la corte ai francesi purché gli si riaprano le porte di Firenze.
    I cretini che gioivano alla caduta di Prodi, degnissima persona infatti non ne vuol più sapere, sono la copia carbone dei deficienti che tiravano le monetine al perdente l'altra sera.
    L'Italia è il paese miglior produttore e miglior esportatore di simile merce.
    Non copriamoci la testa di cenere, tanto prolifereranno sempre.
    Alfano non è un galoppino, ma una faccia pulita, una delle poche nello schieramento di destra.
    Ho fatto la mia eccezione, ora tolgo il disturbo.
    Ciao. :)

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  4. Le regole si possono eccezionare, ma i patti vanno rispettati! Non eravamo d'accordo che non nominavi il fauno Alfano?
    E poi cos'è quel presupposto?
    Io al contrario di te mi arrabbio ANCHE con i bambini e ANCHE con i vecchi, soprattutto con quelli che mi danno della credulona!
    Li mortacci, ecco cosa si guadagna ad eccepire alle regole!
    Non mettiamo in politica anche il povero Dante, però, chè io l'ho citato per la sua capacità profetica ...
    va beh, voltiamoci là dove si puote ciò che si vuole, e più non domandiamo ... dimandiamo ... com'era? Cosa voleva dire? Boh, però era musicale!

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  5. Io non ho sottoscritto accordi, quindi nemmeno li ho violati. Ho nominato l'Innominabile per ribattere una tua affermazione categorica, in primis, e per adeguarmi al tono del tuo pezzo, dove si parla di Inferi e quindi nominare i diavoli non può causar danno.
    Ti arrabbi coi bambini? Cattiva!
    Ti arrabbi coi vecchietti? La cosa non mi tocca, io infatti non sono vecchio ma sono "non più giovane".
    Ti ho dato della credulona? Dire pane al pane e vino al vino non fu mai peccato.
    Tu hai detto che non capisco un cazzo di politica? Pane al pane.
    Io dico che sei credulona? Vino al vino.
    Tu credi sempre ed ovunque ai tromboni della sinistra obsoleti, ai Veltroni, ai Franceschini, ai Bersani, ai D'Alema, alle Bindi. Come ti debbo chiamare, Cappuccetto Rosso?

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  6. fffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffff

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  7. Cos'era? Ti si era bucato il ditone del piede sinistro?
    :)))

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