martedì 22 novembre 2011

ne bastano due cucchiai

Ieri sera al ritorno dal lavoro ho trovato un omaggio micotico di mio cognato: un cestino pieno di chiodini.


Li ho mondati mentre facevo scaldare il passato di verdura per la cena,  li ho lavati  mentre cuocevo un cavolfiore; ho fatto rosolare una cipolla e quattro spicchi d'aglio mentre cenavamo; ho aggiunto i funghi mentre lavavo i piatti, li ho lasciati cuocere nel loro brodo mentre terminavo un libro di Richard Mason. Ho spento il fuoco quando il profumo da invitante si è trasformato in  fastidioso.
Prima che raffreddassero completamente li ho assaggiati: mancavano di sale e pepe. Ho aggiunto anche del peperoncino nonostante il parere contrario di G. , il quale  ritiene essere  i funghi "già piccanti di suo".
Per verificare ben bene  il risultato finale, ne ho mangiati due cucchiai pieni. Poi  ho messo la pentola sul balcone, ho cazzeggiato un pò sul web e mi sono coricata, suscitando le rimostranze del consorte, che mi ha paragonata a un carrarmato russo.
L'occhio destro mi pulsava dal pomeriggio, sentivo che una buona dormita me l'avrebbe rimesso in sesto.
Appena ho messo la testa sul cuscino, però, sono stata circondata da  visioni insensate, come se fossi già in dormiveglia. Solo che ero sicura di non esserlo, di essere al contrario perfettamente veglia senza alcun accenno di dormi.
L'immagine che a un certo punto prese il sopravvento fu quella della mie mani: la sinistra posata sulla testa pelosa di un cane nero e la destra chiusa a pugno e infilata nella sua gola, che era vuota come una caverna.
Il cane era morto, o qualcosa del genere, altrimenti non mi avrebbe permesso una tale intimità, credo.
Mi sono alzata, sono andata in bagno a fare delle abluzioni con acqua gelida, per risvegliarmi nel caso davvero si trattasse di  dormiveglia camuffato. Poi ho fatto un giro in cucina,  dove aleggiava ancora l'odore dei chiodini e dove ho preparato un bicchiere di citrosodina per G.. Tornata a cuccia ho infilato i piedi sotto le sue gambe e sono rimasta perfettamente sveglia fino alle due, mannaggiando il caffè, che avevo bevuto,  chissà poi perchè, dato che non mi piace.
Stasera ho chiesto del prezzemolo a mio cognato, quello dei funghi.
"Gli hai dato una bulla, ai chiodini, prima di cucinarli?" mi chiede lui
"Una bulla? Cos'è? Dovevo farli scottare?"
"Perchè, non lo sapevi? Gli si dà una bulla per toglierne la tossicità"
"Ah, ecco perchè."
"Perchè cosa?"
"No, niente".
Non gli ho accennato al cane vivo ma anche morto e all'insonnia.
Nutre già tanti pregiudizi nei miei confronti, ci manca solo che pensi che questa volta la cognata abbia voluto fare un esperimento allucinogeno, alla Carlos Castaneda!




6 commenti:

  1. ... il bello è che l'effetto non mi è ancora passato del tutto!

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  2. A leggere i tuoi blog si ha l'impressione che a casa tua un'ora duri almeno 90 minuti. Poi si capisce: a volte ti pigli le bambole da sola, ti autocuoci e poi infili un pugno chiuso dentro il gargarozzo di un cane quasi estinto.
    Visto che c'eri avresti potuto sverginare la tua nuova borsa d'acqua calda, non sulle chiappe però, ma sullo stomaco, il tuo, non quello del cane.
    Mi piacciono i piedi infilati sotto le gambe, mi ricordano quelli di AM -quando è in buona vena-; peccato che si tratti quasi sempre di piedi gelidi, ma noi maschietti resistiamo impavidi.
    Ciao, e fatti molte lunghe camminate, così smaltisci la residua tossicità.
    Ari-ciao :))

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  3. Quali bambole?
    Quale autocottura?
    Hai preso invidia e ti sei fatto di pilzen crucchi?
    Non mi serviva la boule, non avevo nessun mal di pancia, solo strane visioni ad occhi aperti.
    Ieri mio cognato insieme al prezzemolo mi ha portato un ALTRO cestino di chiodini, quelli della foto.
    Li ho lavati e SBOLLENTATI, ma sapessi che nausea!! Ora li ho messi nel congelatore dove li lascerò in ibernazione per l'eternità.

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