Mannaggia a te cavaliere che erri tra le musiche di Guccini nel bel mezzo delle tre di notte invece di dormire.
Mi sono immaginata che quelle parole fossero pronunciate da mio padre e sono stata investita dai ricordi:
Papà che mi portava all'odiato asilo in bicicletta, io che mi ribellavo -altro che giorni fantastici!- e lui che una volta mi scaricò dalla bici e mi fece tornare a casa da sola, facendo venire un infarto a mia madre;
Il latte del mattino che trangugiavo obbligata da mamma, riempiendo la tazza di pane allo scopo di assorbire quel liquido schifoso e attenuarne il sapore e soprattutto l'odore, con l'unico risultato di ottenere un pastone che mi restava indigesto nella pancia per tutta la mattina;
Le mani di papà che stringevano le mie a intermittenza, forte-piano forte-piano, quando mi portava a Milano, all'istituto stomatologico o alle manifestazioni.
Le fiabe che non mi ha mai raccontato, lui che odiava le storie a lieto fine.
Quella volta che papà portò me e mia sorella in val Taleggio a far visita alla zia suora, e mi comprò un manufatto artigianale, un carrettino siciliano, spendendo i soldi che sarebbero serviti per il viaggio di ritorno. Finì che nel carrettino siciliano ci vomitai dentro, con tutti quei tornanti.
Il poster a fianco del mio letto a castello, una bambina bionda, con la frangetta sugli occhi verdi e una lacrima sul viso, che avevo chiamato Libera.
Quando non capivi i miei sogni, tra voglie alternate di andare e restare. Quando mi mollasti uno schiaffo sul viso davanti ai miei amici, perchè non volevi che crescessi, e fu così che ci allontanammo, quasi per sempre.
E il prezzo salato del nostro diventare grande l'hai pagato forse più tu di noi.
Infine, la paura e il coraggio. Ecco, con questa bellissima canzone Francesco mi conferma la soluzione dell'ossimoro di cui si parlava nel post precedente: quel che io chiamavo forza e fragilità lui le chiama paura e coraggio.
Mai ti vidi invecchiare giorno dopo giorno, però. Tu non sei mai invecchiato, perchè non sei mai diventato adulto.
E invece la casa dove il tempo sciupavi quando eri bambina è sempre la stessa, perchè casa non sono le quattro mura ma il posto dove ti senti accolta, protetta, amata.
Anche quando giunge il tempo in cui ti svegli stupita e t'accorgi che hai passato i cinquanta anni, quando cammini per strada e tuo padre ti sembra lontano.
Ci sono canzoni .... ci sono canzoni che sono più vere della realtà, poichè la contengono sì, e in ogni suo pur minimo risvolto, ma poi la dilatano, la dispiegano, la mutano in sogno .... e il sogno infine diviene Memoria .... e così non ci lascerà finchè vivremo !
RispondiEliminaTuo padre ti sembra lontano @Sìlvia .... e chissà dov' è ora, ma di una cosa sono certo : dovunque egli sia .... non ti lascerà mai più !!! :-)))
Non sono un'esperta di musica, ma credo che Francesco Guccini sia il più proustiano dei cantautori, quello che più di altri nei suoi testi ha messo la memoria e la nostalgia in pole position.
EliminaForse scrivo di papà per paura di dimenticarne qualche pezzo, qui e là, e mai più ritrovarlo.
Nella canzone # in morte di s.f. # Guccini scrive:
Voglio però ricordarti com'eri | pensare che ancora vivi | Voglio pensare che ancora mi ascolti | e che come allora sorridi.
In realtà papà, più che sorridere, si faceva delle gran risate.
Anch'io facevo il pastone col latte.
RispondiEliminaChe schifo!
EliminaPer il mio stesso motivo?
C'è gente che lo fa anche coi biscotti.
Il pastone di biscotti è addirittura peggio del pastone di pane.
Infatti io lo facevo principalmente coi biscotti. Il latte non mi piaceva per cui ci aggiungevo il cacao o l'orzo solubile.
EliminaAborrisco tutti i pastoni.
EliminaAnche pane nel brodo, ad esempio.
Figurati se dolci o dolciastri.
/:-S
I pastoni vanno bene per i polli.
EliminaIl semolino in brodo mi piace assai, ma non lo considero un pastone.
Da piccoli ci hanno obbligati a bere una scodellona di latte ogni santa mattina e ora c'è una scuola di pensiero che afferma che il latte fa male, essendo la caseina cancerogena.
RispondiEliminaA riprova di questa tesi ricordano che l'uomo è l'unico mammifero che si nutre di latte dopo lo svezzamento.
Pensa che un mio collega qualche giorno fa si diceva preoccupato perché ne beve in media un litro al giorno, però i formaggi gli fanno schifo, il contrario di me. Se non ricordo male i ricercatori dicevano che non ha neanche grandi proprietà benefiche nemmeno per le ossa.
EliminaUn litro di latte al giorno?
RispondiEliminaPorcavacca! (sic) Il tuo collega è un vitello!
Dovreste preoccuparvi anche voi, può essere che un giorno entri in ufficio con la testa bassa, sbuffando dalle narici .. a quel punto non vi resta che iniziare a correre!
Sì, non è che lo beve tutto in una volta, una scodellona al mattino, un bicchiere a pranzo e un bicchierone la sera.
EliminaHai mai allattato un vitellino? Io l'ho fatto ma non con il biberon, erano due vitelli abbastanza grandi e gli ho dato il latte dal secchio, impressionante con quanta foga lo bevevano.
Non te la conta giusta, una scodella e due bicchieri non fanno un litro!
RispondiEliminaPotresti prestargli il tuo biberon graduato:)
Mio nonno allevava mucche e lo osservavo spesso nell'operazione della mungitura, che mi pareva assai pericolosa e complessa.
Non ho mai allattato un vitellino, solo due bambini.
A volte il momento dell'allattamento è un momento speciale di simbiosi e pura sintonia, altre volte un pó una rottura.