domenica 12 luglio 2009

QUESTA TERRA E' LA MIA TERRA

La gente arriva alla manifestazione “Piantiamo alberi, non trivelle” a piedi, perché la strada è chiusa al traffico. Sul cartello del divieto di transito, qualcuno ha scritto: “Trivellatevi il cervello”.
Bagaggera è una frazione formata da qualche cascina e tanti campi. Mi sistemo sul pratone più alto e osservo il corteo, guidato dai Sindaci. Vengono piantumati due gelsi. Il gelso è un albero di cui un tempo erano pieni i campi, perché le sue foglie erano il cibo del baco da seta, il cui allevamento costituiva per i nostri nonni un’integrazione ai magri guadagni del lavoro di contadino. Muron, si chiamano in dialetto. Ora non se ne vedono quasi più.
Terminati i discorsi mi siedo sul prato, di fronte al palco dove suoneranno.
Da questa altezza ho una visuale completa : le cascine, i terrazzamenti, i banchetti delle firme, delle magliette e degli assaggi gastronomici, il prato sottostante che si riempie di colori e voci.
Le persone che arrivano dalla strada defluiscono qui e là in disordine, come formiche che hanno perso la strada di casa. Passeggini, cani, bambini che perdono mamma e papà, giovani, adulti e perfino qualche anziano con la sedia appresso. Un bimbo fa i capricci davanti a una fetta di anguria, la mamma si impegna a togliere ogni infinitesimale nocciolino, ma il pargolo non accenna a calmarsi. Il rosso del frutto è talmente fresco e invitante che mi verrebbe voglia di scippare la fetta e riempirmene la bocca assetata , così il bambino piangerebbe per un motivo serio. Cerco qualche viso conosciuto. Nessuno. Di tutto il mio paese, riconosco solo il Sindaco, mio marito e un ex compagno di scuola di mio figlio, diventato fricchettone. Chiedo ai miei vicini di prato da dove vengono: Verderio.
Forse per la solita storia che quando hai una cosa non ti accorgi del suo valore?
Un urlo riporta la mia attenzione alla famigliola di prima, dove si è consumato l’epilogo che avevo previsto: la fetta di anguria contestata è caduta. (Ben gli sta)
Se guardo in alto, invece, lo spettacolo si fa più riposante. In cima alla collina, dove finisce il verde scuro dei boschi e inizia l’azzurro del cielo, ecco il Santuario di Montevecchia, con una bella nuvola che gli fa da cornice. Sembra che guardi in basso, su questi due pratoni verde chiaro, rasati di fresco, pieni di vita come una giostra.
E’ iniziato il concerto. I due musicisti -cantanti- autori – gridano il loro e il nostro no a chi vuole comprare questa terra. Hanno anche tradotto in italiano una canzone di Woody Guthrie, “Questa terra è la mia terra”. Sono loro riconoscente, quasi commossa, perché mi ricorda il film omonimo che mi aveva tanto colpito, in gioventù. Oltre a cantare, leggono brani degli indiani d’America, e pur così giovani, dicono cose sagge. Penso a mio figlio, così lontano da queste cose. Mi piacciono proprio, questi due. Bevono acqua, non la solita birra, e dicono di non buttare i mozziconi per terra. Questa terra è la mia terra, non potevano trovare una canzone più azzeccata. La terra delle nostre radici. Qui il mio bisnonno fece il contadino a mezzadria, mangiò solo polenta, si ammalò di pellagra e si uccise all’età di 42 anni.
Ehi! Non ho fatto in tempo a distrarmi un momento che i musicisti sono lì che tracannano vino da un bottiglione enorme. La riabilitazione del mio figlio disimpegnato è immediata. No, non vorrei che fosse così. Mi sta più che bene anche cosà.
Resto sul prato ad ascoltare il concerto fino alla fine, poi me ne torno a casa. Non prima di aver dato un ultimo sguardo al Santuario della Beata Vergine del Carmelo. Spero che il Carmelo, la Vergine e tutti i Santi continuino a guardare giù, su questa terra che è la nostra terra, anche quando tutti se ne saranno andati.




QUESTA TERRA È LA TUA TERRA
Testo e musica di Woody Guthrie
Questa terra è la tua terra, questa terra è la mia terra
Dalla California fino all’isola di New York
Dalla foresta di sequoie fino alle acque della Corrente del Golfo
Questa terra è stata fatta per te e per me
Mentre percorrevo a piedi un pezzo di autostrada
Ho visto sopra di me una strada infinita nel cielo
E ho visto sotto di me una valle tutta d’oro
Questa terra è stata fatta per te e per me
Ho vagato senza meta e sono tornato sui miei passi
Fino alle sabbie scintillanti dei deserti di diamanti
E tutt’intorno a me risuonava una voce
Questa terra è stata fatta per te e per me
Mentre passeggiavo il sole splendeva
I campi di grano ondeggiavano e le nubi di polvere si rotolavano
La nebbia si sollevava e una voce cantava
Questa terra è stata fatta per te e per me
Mentre camminavo, ho visto un cartello
Su cui c’era scritto “Vietato l’accesso»
Ma dall’altra parte non c’era scritto niente!
E quella parte è stata fatta per te e per me!
Nelle piazze della città, all’ombra del campanile
Vicino all’ufficio sussidi, vedo lo mia gente
Alcuni si lamentano e alcuni si chiedono
Se questa terra sia fatta ancora per te e per me.
(traduzione di Giampiero Cara)

1 commento:

  1. Finalmente un paesaggio bucolico, se non altro ritempra lo spirito

    RispondiElimina

Parla! Adesso o mai più!