domenica 4 ottobre 2009

London, again London

(Piccoli inconvenienti della due giorni a Londra) 1. Cosa hai voglia di fare, giunta all’hotel dopo un’ora di viaggio da casa all’aereoporto, un’ora di attesa prima dell’imbarco, due ore di volo, altre due ore di pullman e mezz’ora di tube? In effetti, ti accontenteresti di poco: fare la pipì in un bagno non pubblico e lavare via tutto lo sporco accalappiato da mani e viso durante il viaggio. Alla reception dell’hotel, invece, c’è un’altra coda da fare, prima che ci consegnino la chiave elettronica e il buono per il breakfast dell’indomani. “… And day after tomorrow? “ (E per dopodomani?) Chiedo, ignara di ciò che mi aspetta. Stramaledetta domanda, la prossima volta la farò dopo aver fatto pipì. Wait a moment. Il moment si trasforma in a few minutes , poi c’è la consultazione dello chef, e mentre gli innocui desideri di un momento fa si trasformano in pura utopia, passano altri moments e altri minutes, prima del terrible responso: in their system there isn’t our prenotation for the second night. Nel loro computer non c’è la nostra prenotazione per la seconda notte, e, quel che è peggio, la prova dell’avvenuto pagamento. Il voucher che mostriamo serve a noi ma non allo chef, (comincio a odiarlo, questo fantomatico chef) che vuole il fax dell’agenzia. Dobbiamo telefonare a quest’ultima dicendo di mandarlo entro domani mattina, nel caso esso non arrivi siamo obbligati a pagare, salvo poi rivalerci su quegli imbelli. Tutto questo casino mi viene comunicato in un inglese very quickly. Chiedo alla tipa di ripetere il tutto very slowly, e lei, paziente, gentile e slowly, mi ripete varie volte il tutto, ma il risultato non cambia. Quando traduco a G. il piccolo problemino, lui comincia a inveire in italiano, mentre io balbetto nel mio inglese da sopravvivenza: che abbiamo pagato on line, che non abbiamo il numero di telefono dell’agenzia, che se anche dovessimo spedire una mail, dubito in una celere risposta, visto che l’ultima volta ho dovuto sollecitare per ottenere un riscontro, che l’unico numero di telefono che ho è a pagamento, e chissà quanto ci farebbero spendere prima di non darci risposta. Alla fine di questi inutili tentativi di comunicazione la tipa, evidentemente mossasi a compassione per il mio evidente stato di scoramento o allertata dalla reazione poco anglossassone di G., prova a chiamare il numero a pagamento, e fallito il tentativo ci consiglia di provare con la mail. Abbiamo il laptop? Il laaaptooop?? Intuisco sia il portatile, ma che diavolo di nome è laptop??? No, abbiamo deciso all’ultimo momento di lasciarlo a casa, IL LAPTOP, perché sui commenti dell’ albergo, visionati giusto alle 5 di stamattina, ce n’era uno che lamentava il furto di P.C. e macchina fotografica. Ma questo non lo diciamo, alla signorina, per non dare l’idea che sia nostra intenzione vendicarci dell’inconveniente e infangare il buon nome dell’hotel, che a prima vista sembra più che rispettabile. Alla fine seguiamo il suo consiglio: all’angolo della street c’è un internet point e spenderemo solo un pound, ci rassicura, ma mentre lo raggiungiamo prendiamo la decisione che piuttosto che sprecare i due giorni a stressarci per questa cosa, rovinandoci la vacanza, siamo disposti a pagare il già pagato. Non sono mai entrata in un internet point , e questo è a rischio di capitombolo per una terribile scala a chiocciola che porta downstairs. Mi viene una voglia matta di sbirciare lo you tube del mio vicino, ma l’urgenza della situazione e un’occhiataccia di G. mi inducono a non perdermi via e concentrarmi sulla mission impossible. Dal laptop sconosciuto (per ottenere una stramaledetta chiocciola, ho dovuto schiacciare di tutto, su quella tastiera) invio all’agenzia una mail TUTTA MAIUSCOLA, (il massimo della web-maleducazione) con oggetto urgentissimo, tono perentorio e finale minatorio. L’ultimo atto consiste nell’allertare il figlio, spedirlo a casa dicendogli di controllare la posta, poi ce ne andiamo a fare i turisti e fuck tutto il resto. Insomma, basta prenderla con filosofia. Dopo aver preso questa decisione giungiamo a Westminster e ci distraiamo talmente tanto a osservare estasiati il big ben e il parlamento, che dopo un po’ troviamo sul cellulare 5 chiamate perse, da casa: dopo aver immaginato una sequela di insulti arrivarci via telepatica, ricontattiamo il figlio furente, che manda un’altra mail furiosa all’agenzia … e il fax arriva. Mannaia!! Questo è stato solo il primo inconveniente, vi risparmio gli altri (che non hanno raggiunto tale livello di drammaticità, per fortuna)

3 commenti:

  1. Post delizioso e senza neanche un errore! Excellent!

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  2. merito della mia private English teacher!

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  3. "piccoli inconvenienti dei fortunati vacanzieri"
    (vuoi mettere essere a casa e guardare il soffitto?)
    Sono contento tutto si sia risolto al meglio.
    A presto
    GF

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