domenica 29 dicembre 2013

On the road



Sulla strada che da Gubbio porta ad Assisi, può capitare di imbattersi in spettacoli come questo:
la coltre di bruma che copre la valle fa intravedere un bosco, una collina, un filo di fumo che esce dal camino di un casolare di campagna per subito perdersi nelle nuvole basse;
il bello della nebbia è che ognuno ci può vedere quel che vuole.
A ciascuno la propria visione, per dirla alla Sciascia.
Per parte mia, ci intravedo due viandanti che percorrono uno stretto sentiero dell' antica foresta umbra; camminano tra lecci e castagni con passo convinto ma non frettoloso, dandomi le spalle: son quasi certa che quello a destra non sia più un adolescente pur conservandone la struttura corporea incerta e incompleta; il compagno di viaggio è al contrario un uomo dalla corporatura massiccia e robusta.
Di cosa parlano, quando parlano? Da qui non si sente, ma mi immagino che parlino della loro vita, la loro vita spericolata.
Forse il più giovane racconta della cella di pietra nella quale veniva rinchiuso dal padre per indurlo all’obbedienza; forse il più vecchio ricorda di quando  rifiutò l’incarico di vescovo, di quando scacciava il demonio o di quella volta in cui si gettò nella mischia litigiosa delle fazioni cittadine, per porre pace.
Calzano sandali di cuoio e vestono di saio, sono frati.
Il più giovane si chiama Francesco, il più vecchio Ubaldo. 
Il fitto fitto dei loro discorsi, la cui essenza viene assorbita dalle radici arboree dei lecci,  si alterna a  lunghi silenzi, migranti verso la bruma che va diradando.

28 commenti:

  1. Secondo me quei due di cui parli stanno scappando, con tutto quel fumo è chiaro che è scoppiato un incendio!

    RispondiElimina
  2. Può essere, in epoca medievale gli incendi erano molto più frequenti di ora!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. per via che facevano spesso il barbecue senza adottare le dovute misure di sicurezza.

      Elimina
    2. e non avevano ancora inventato la sei due sei

      Elimina
  3. Eheh, andranno a fondare un nuovo santuario! :D

    Moz-

    RispondiElimina
  4. Sono tanti i frati che puoi incontrare da quelle parti, Assisi non è molto lontana, Todi nemmeno, da cui partì Jacopone, frate e poeta, che mio padre si ostinava a pensare come capostipite della nostra dinastia. Cosa probabile quanto inesatta, visto che gli Jacoponi hanno origini toscane, etrusche per meglio dire.
    Quel Francesco e quell'Ubaldo li conosco anche io. Sono lì nella nebbia che ancora cercano la strada giusta e non sanno di averla trovata da tanto tempo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I padri hanno strane fisse riguardo le proprie origini, pensa che il mio sostiene che il nostro cognome indichi origini meridionali, quando in realtà è un cognome nettamente brianzolo.
      Comunque sappi che vicino alla tomba di San Francesco c'è la tomba di una certa Jacopa da qualcosa, una nobildonna che pare lo assistette nelle ultime ore.

      Elimina
    2. Lo sapevo! Eh ste nobildonne! Insomma anche San Francesco aveva la badante. È comunque la prima volta che mi imbatto in una Jacopa, grazie a questo tuo soggiorno colà. Di Vincenza un paio, di Enza una qui in Germany, originaria di Taranto. Un'altra Enza sicula incontrata a Venezia, quando lavoravo in quella città.
      A proposito di cognomi e di siculi, ricordo di avere frequentato una famiglia di origine assolutamente palermitana, anzi "palèrmètana", nei miei anni giovanili. U patre se chiamava Carmèlo, a matre Assunta, a soredda Filomena u frate, che poi era l'amico nostro, Salvatòre. E tutta questa brava gente faceva de cognome proprio esattamentemente como lo tuo medesemo, che qui taccio per via della privacy, naturalmentemente. Me spiegai bedda brianzòla? Che poi tuo patre tanto sbiadito nta a capa non fua e non tène fisse il comunistaccio amico mio. E tu fagli tanti auguri da parte mia, me raccomandasse a vossia naturalmentemente.

      Elimina
    3. La badante di San Francesco ... bella lì!

      Elimina
  5. Hai fatto la salita del Piccione,
    eravamo a un tiro di schioppo.
    Ciao.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per fortuna non hai sparato, rischiavi di beccarmi e mandarmi all'altro mondo.
      Tu e le tue armi!
      Ricordo di essere passata da un paese con quel nome, Piccione, ma non ho fatto la salita a piedi, ero in auto. (Sarebbe bello fare la via franchigena o una parte di essa a piedi!)
      Ma scusa, eri lì in vacanza o di casa?

      Elimina
    2. ero a una riunione dell'associazione di cui faccio parte
      ma comunque abito a pochi chilometri da Gubbio però nelle Marche

      Elimina
    3. Caspiterina,
      a saperlo potevamo incontrarci!
      Il 27 dicembre ho fatto la strada del Piccione -allungando sconsideratamente il viaggio di ritorno- per cercare un'azienda che vendesse olio, ma non ne ho trovate ...dove sono cacciate??

      Elimina
    4. Olio buono ma buono davvero c'è a Cartoceto, un posto vicino a Fano
      tutti ti diranno che dalle loro parti c'è olio buono
      ma questo è fatto solo con olive selezionate e spremuto a freddo in frantoi continui moderni.
      Puoi scegliere tra olio extra v. derivato da olive leccino, moraiolo o raggiola oppure di miscele che i vari frantoi fanno.
      Non sono io il venditore
      l'unica cosa che coltivo è un po' di prezzemolo in un vaso.

      Elimina
    5. l'olio è come il pane, DEVE essere buono.
      frantoi continui ... che vuol dire?
      l'anno scorso comprai dell'ottimo olio da un gestore di agriturismo eccezionale che mi diceva che la qualità dell'olio dipende, oltre che dalle olive, anche dalla spremitura: prima, seconda, ecc ..
      In fin della fiera quest'anno di olio ne ho comprato 3 tanichette all'agriturismo, solo che ne avevo bisogno di più e non l'ho trovato, sarà per la prossima volta.

      Elimina
  6. Come fai a sapere che si chiamano Francesco e Ubaldo?

    RispondiElimina
  7. Gran bella foto.Ma il titolo è volutamente sbagliato?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, l'ha fatta mio marito.
      Però non aveva il mostro (in riparazione), ha dovuto accontentarsi della mia piccola fotocamera e di conseguenza il reportage fotografico del viaggio ne ha risentito!
      La acca del titolo deve essere stata sbalzata nella nebbia al momento del touch, grazie della correzione!

      Elimina
  8. I paesaggi della Natura sono La Bellezza. Estetica e dei e dio o dea sono manifestazioni della stessa cosa. Questa bellezza alimenta e vivifica la dimensione spirituale delle persone. E questa pagina lo testimonia.
    :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dipende dalle persone ...
      Alcune, a vedere tanto verde, sarebbero capaci di calcolare quanti lotti di edificazione ne potrebbero venire fuori :(

      Elimina
    2. Persone scadenti e prive di alcuna dimensione spirituale.
      Fatte a viver come bruti!

      Ci facciamo gli auguri che spariscano nel 2014?
      Cazzofigata, meno quattro o cinque miliardi di homo!! Risolveremmo pure il problema della esplosione demografica.
      Me lo aggiungo subito alla lista di auspici e dedideri per il 2014. >:)

      Elimina
    3. Auspico di diminuire le parolacce, nel 2014, quindi condivido tutto tranne il cazzofigata! ;)

      Elimina
  9. caspita ... e molti anni dopo Eco ci scrisse un romanzo? :)

    RispondiElimina
  10. sì, però hanno dovuto camminare fino in Piemonte, non so quanto tempo ci abbiano messo!

    RispondiElimina
  11. Mi è venuta su una domanda: dove stavi tu c'erano anche a disposizione cavalli da cavalcare?
    Spero di no, almeno spero chetu non ne abbia fatto uso. Dico questo perché per la Pasqua di questo anno alcuni amici nostri sono stati in un agriturismo nella zona dove eravate voi e ci hanno raccontato le loro avventure coi cavalli. La signora non aveva bisogno di farlo visto che camminava ancora a gambe divaricate dopo una settimana. Si tratta di quel fatidico colpo di sella che il cavallo ti molla dopo ogni due passi (e lui ha quattro zampe, quindi ogni passo completo sono due sellata proprio laggiù dove noi uomini sappiamo come ripararci, ma voi donne no, data l'assenza di appendici), quindi dopo una cavalcata al passo di un'ora circa la situazione scendendo da cavallo appare appunto molto seria e compromessa.
    Se non c'erano cavalli sei stata fortunata.

    RispondiElimina
  12. se avessi cavalcato almeno potrei dare la colpa a quello, da quando sono tornata ho la testa chiusa in una morsa e lo stomaco sotto assedio.
    se anche ci fossero stati cavalli non ci sarei salita, stai sicuro.

    RispondiElimina

Parla! Adesso o mai più!