martedì 28 dicembre 2010

a ciascuno la sua dipendenza (infinite jest 3)

La cosa che più mi affascina del mattone è l'argomento dipendenza, di cui il libro è intriso fino al midollo.

Mi faccio delle domande.
Piccole o grandi, innocue o tragiche, quante dipendenze incontro ogni giorno?
E io, sono sicura di non avere nessuna forma di dipendenza?
Mio figlio è pokeronline dipendente?
Quando una semplice abitudine diventa condizione patologica?
E' possibile accorgersi del momento in cui si passa dalla forma attiva di "io faccio una cosa" a quella passiva di "io sono fatto da quella cosa", o ci sono trappole nascoste che ostacolano la consapevolezza delle proprie azioni?
Quando mi accorgo di perdere il controllo di QUELLA COSA, cioè di aver fatto la pericolosa inversione a U, sono ancora in tempo a recuperare o sono già uscita di strada?
Ci sono persone che non si svegliano se non bevono il caffè e altre che non dormono se non prendono il sonnifero.
Ci sono persone che hanno bisogno di un bicchiere in mano per divertirsi a una festa e persone che hanno bisogno di una sigaretta in bocca per entrare in relazione.
Ci sono donne che non sanno stare senza uomini e uomini che non sanno stare senza donne.
Ci sono persone la cui first life si svolge sullo schermo piatto del picì e un'amica di mia figlia che parla col moroso solo tramite sms.
Ci sono donne del jet set tipo la Hilton e la Beckam che posseggono migliaia di paia di scarpe;
C'è una cliente dell'amica di una mia amica che ogni 15 giorni spende all'incirca diecimila euro nella boutique dell'amica della mia amica.
Ci sono pensionati che a furia di gratta e vinci e stupidate del genere si grattano il barile della pensione, mandando in rovina la famiglia.
C'era una mia zia che dopo ogni pranzo o cena si lamentava di non riuscire a digerire, nient'altro che una scusa per potersi bere il suo fernet con il benestare dei familiari, che anzi, stufi di sentire le solite menate gastriche, la incitavano: e beviti il tuo fernet!
C'era una mia vicina di casa dell'infanzia che sopportava posizioni infelici tipo in piedi sul muretto, con le mani avvinghiate alla ringhiera divisoria delle nostre proprietà, pur di riuscire a parlare per ore con una mia mamma sull'orlo dello sfinimento.
Per quanto mi riguarda, per ora le mie dipendenze si limitano alla lettura, alla scrittura, alle tisane di menta piperita. Ma so di non possedere il filtro anti-dipendenza, di non esserne immune, di non essere stata vaccinata, e la temo perchè la vedo dietro l'angolo, travestita con mille forme, nascosta dietro moine, pronta a tendermi un agguato.

21 dicembre 2010

5 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. l'orologio del tuo blog era avanti di nove ore, il tuo commento è avanti di un secolo ... tu sei sempre TROPPO avanti, amico mio.
    A parte ciò, mi godo questo tuo momento di adorazione per il gentil sesso, il tuo elogio della doppia ics dell'ultimo mercoledì della PRIMA decade del VENTUNESIMO secolo. Adesso abbiamo sistemato la data, spero.
    abitudine/dipendenza: quello che volevo dire è che non è sempre facile accorgersi del momento in cui la prima, innocua, si trasforma nella seconda, dannosa.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. purtroppo tra le mie dipendenze c'è il fumo: banale, ovvio, dannoso, ma c'è!!!
    auguri cara amica!
    ma il web, o meglio, il blog, è una dipendenza secondo voi?

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  5. colpito e affondato, sabbyetta.
    si, credo proprio che il web faccia parte delle nuove forme di dipendenza. Personalmente, ci sto facendo i conti. Gli auguri te li ho già fatti di là, ma te li rinnovo. Ciao

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