domenica 29 agosto 2010

una squisita futterrübensuppe (ma cos'è?)

"Certo che una stella in più non è un bruscolino" dico a G. mentre aspettiamo che Frau Sonja ci porti la cena. Ci siamo spostati dalla Francia alla Svizzera, ma solo per pochi giorni, giusto per non arrivare a casa in concomitanza coi figli, per ragioni che esulano dal post. Non avevamo prenotato niente, abbiamo scelto a naso.
"Prima vediamo cosa c'è nel piatto di quella stella"
Ma io ho già deciso che, qualsiasi cosa ci sia nel piatto, questo albergo mi piace di più. La Frau mi ha ispirato la simpatia della pelle, la camera è grande e ha il balcone sulla valle e non sopra il bar, c'è un divano lunghissimo, il letto non è a una piazza e mezza come quello francese, i piumoni sono rosa così come il telefono e la radio sveglia, a me il rosa non piace ma qui ci sta bene, il bagno ha la finestra, sul tavolo dove ceniamo c'è una tovaglia grande, i tovaglioli sono di stoffa, i piatti di fine fattura.
Costa più dell'altro, ma per un paio di giorni possiamo permettercelo.
G. dice che se ci pensiamo bene non costa niente, perchè pagheremo con i franchi che avevamo cambiato l'estate scorsa, in previsione di una vacanza in Svizzera che poi invece avevamo fatto in Austria.
Io invece dico che SE CI PENSIAMO BENE costa eccome, non c'entra quando abbiamo cambiato i soldi.
Chiedo alla Frau spiegazioni about menu. La futterrübensuppe è zuppa di cosa? A me le verdure piacciono tutte, ma G. è selettivo. Frau si allontana e torna con un vocabolario che deve avere ereditato da un trisavolo. Sfoglia, sfoglia, avanti, indietro, scuotendo ogni tanto la testa, insoddisfatta, testa sulla quale per esigenze di scena si è acconciata un bellissimo chignon che nel pomeriggio non c'era.
Suona il telefono, ma lei è concentratissima in questa missione di traduttrice e non sembra sentirlo. Le dico che non importa, va bene così, ci porti la zuppa, ma lei niente, continua a cercare sul suo minuscolo vocabolarietto, col dito scorre tutti i nomi delle verdure, tradotti in varie lingue. Nel bar attiguo entrano dei clienti, il marito la chiama. Frau Sonja risponde qualcosa con tono secco, come a dire: non vedi che sono impegnata col vocabolario del bisnonno Karl? Comincio a sentirmi un pò in colpa per il daffare che le sto procurando, ma nello stesso tempo questa donna mi sta sempre più simpatica, per la sua flemma e questa sua ostinazione nel cercare l'equivalente italiano del crucco futterrüben.
Alla fine mi indica col dito le barbabietole: santo cielo, G. le odia. Le dico di portarne solo una porzione, sperando che il secondo piatto sia qualcosa di più invitante. Se non mangia, G. si trasforma in una specie di belva in gabbia.
La sofferta suppe arriva dentro una elegantissima ma alquanto ridotta tazza da thè, ed è verde: a questo punto e dopo dovuto assaggio ustionante credo che siano bietole, e che l'errore sia stato causato da due fattori: i caratteri minuscoli del vocabolario e l' indice tozzo della frau. Le comunico l'equivoco indicandole il suo elegante grembiule lungo fino ai piedi, di un bel colore barbabietola, e le chiedo di portare la fantomatica futterrübensuppe anche a G.
E' ottima, tra l'altro, e poi io adoro le suppe.
Il menù della sera seguente prevede come antipasto rüben mit rucola, barbabietole con rucola, (buonissime!) ma Frau è preparata e al mio consorte porta i pomodori.
G. dice che preferisce la cucina francese e le super porzioni di monsieur Pierre, io sono dell'idea che là si mangiava troppo ... e che una stella non è un bruscolino.

7 commenti:

  1. Gli svizzerotti sono maligni, per cui ci sono varie interpretazioni.
    Futter vuol dire foraggio.
    Üben è un verbo che significa esercitarsi, fare compiti, che ovviamente non ci passa tanto.
    Non sarà per caso stato "Futterübelsuppe"?
    Infatti -vedi il mio incipit- übel è un aggettivo che significa cattivo.
    Tipicamente svizzerottiano dare una zuppa di pessimo foraggio da mangiare agli ospiti.
    Io opto per questa ipotesi.

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  2. Sei fuori strada, fantasioso e divertente ma fuori strada, perchè la zuppa era ottima.
    Ho perso il menù scritto, originale, che avevo conservato, e quindi posso aver sbagliato a cercare sul vocabolario di google.
    Dimmi tu, allora, dall'alto della tua cruccatura d'adozione, come si traduce la parola bietole, poi ci attacchi la parolina suppe, diventa un parolone lungo come un tir e ti appare ciò che ho ingurgitato, cucchiaio dopo cucchiaio. SLURP.

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  3. Dovevo essere ubriaco di fatica!
    Ho riguardato un attimo il tuo titolo ed ho visto "con orrore" che non avevo notato la doppia erre.
    Sono tre parole:
    futter - RÜben - Suppe. Ahi, ahi, ahi!
    Le Rüben sono le bietole!
    FutterrÜben significa bietola da mangiare; quindi una minestra di bietole mangerecce.
    Chiedo venia, accidentaccio, ma dovevo essere proprio affaticato.

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  4. un mese nella terra natia e mi dimentichi il crucco ... ahi ahi, herr iacoponi! se lo spifferiamo alla merkel ti dà il foglio di via!
    Ma le Rüben non sono le BARBAbietole? se Rüben sono le bietole, dove sta la barba? non è che futter vuol dire barba? che caos!

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  5. Allora: barba si traduce Bart.
    Le barbabietole rosse si chiamano: rote Rübe oppure rote Bete, dove rote sta per rosse.
    La barbabietola da zucchero si traduce in Zuckerrübe.
    Fine delle barbabietole.
    Non ho dimenticato il crucco, bella signora, ho solo NON visto la doppia erre, data la stanchezza.
    Pensa che ho dormito dalle 17 alle 20 come un ghiro cispadano, pensa.

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  6. Bart come il personaggio dei simpson? che però non ha la barba? Come la mettiamo, mò?
    oohh... scherzo. E' divertente, scherzare con le parole- e grazie della lezione di crucco-
    ora quando sarò annoiata come la mondaini dirò: "what bart, what drag! what drag, what bart!" perchè è divertente anche mischiare le lingue!

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  7. Ich bin umgezähmt.
    Ich bin unschlagbar.
    Ich beuge mich nicht,
    Ich ergebe mich nicht.
    Aber es ist so traurig weiter so leben, ohne Deinen Wärme.

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