lunedì 5 novembre 2012

Sei forte papà

Se non fosse per il letto di ferro con sbarre e  rotelle e le suppellettili ospedaliere, la quarantatre potrebbe essere scambiata per  una camera d'albergo: 
ampia e pulita, con un bagno personale lindo seppure cieco e perfino un divano di pelle nera -coperto da un telo chiaro, come si farebbe in un ambiente domestico-  posto sotto una doppia finestra con le tendine magnetiche, che ogni volta che maneggio il magnete per fare entrare più o meno luce, questo mi cade per terra.
Peccato che la vista sia tendinata e quindi a strisce, perchè c'è un bel panorama: si vede la chiesa dove le tue nipoti più piccole sono state battezzate, - tu non c'eri mai, nè alle funzioni nè al ricevimento- e un parco con platani maestosi colorati di autunno, tristi nei giorni piovosi  e  malinconici nei giorni di sereno.

Dopo quel poco di cena -il prosciutto lo devo mangiare io, perchè non puoi sopportare l'idea di "mandare indietro" del cibo- non raccogli il mio invito ad accompagnarti in saletta, perchè "non conosci nessuno".
Come se avessi problemi ad attaccar bottone - replico-, ma scuoti la testa.
Ti limiti quindi ad andare  in bagno, dal quale esci con la mascella ristretta per l'abbandono della dentiera,  rifiutando l'invito a cambiare le mutande perchè "sono pulitissime".
Infine ti arrampichi  sul letto e ti infili nelle lenzuola, con un "OOOO.... Là!!" liberatorio, sfinito come un alpinista che entra nel sacco a pelo dopo un ottomila.
Dopo quattro giorni di lasix a gogò il respiro è ancora maledettamente corto e rapido.
Appoggio sul cuscino la cuffia del televisore,  al massimo del volume -sulle orecchie ti dà fastidio-
Dici che c'è un drammatico sul quattro,  a me risulta un "Texas ranger".
Non mi pare che Walker sia un genere drammatico, ma non starò certo a disquisire con te su quisquiglie, perdente come sono anche sulle cose importanti. 
Mi inviti ad andarmene, che mica devo stare lì a guardarti in faccia.
Riordino quelle poche cose, ti metto in bagno un paio di mutande pulite scongiurandoti di cambiarle domani mattina, sgombero il comodino dai quotidiani dei giorni scorsi.
 Spengo le luci.
Vorrei chiedere all'infermiere comunista che ti sta così simpatico di venire più tardi ad abbassarti il letto, ma non ne vuoi sapere sostenendo che dormi meglio così.
Mi dici grazie, per l'ennesima volta, dei grazie che mi suonano così strani, detti da te. (Tu che non vuoi mai essere ringraziato, e che ogni volta che qualcuno lo fa rispondi "I grazi ia fan i Sant, e i tusan bei quant ien grant")
Mi è stato riferito che stamattina all'infermiera che ti ha svegliato e che ti chiedeva come stavi hai risposto, stirandoti come un soldato che si alza dalla branda:
"Sono RI-NA-TO! Anzi, sono in fase A-DO-LE-SCEN-ZIA-LE!"
Oh papà, se non ci fossi nessuno riuscirebbe a inventarti, dopo aver sfornato te lo stampo si è autodisintegrato.

11 commenti:

  1. Mi hai fatto venire i lucciconi agli occhi e rivivere esattamente le stesse emozioni quando anch'io accudivo mio padre in ospedale. Per farti capire che tipino fosse ti racconto questo aneddoto. A 86 anni babbo ( da noi si chiama così) fu costretto ad operarsi di prostata perchè ormai non riusciva ad urinare quasi più! Ricoverato in clinica mi metto in permesso dalla scuola e volo in Sardegna da lui per stargli vicino; la mattina dell'operazione entra in camera un'infermiera, mentre lui stava in bagno, e mi invita a firmare la liberatoria in sua vece. Conoscendolo bene, mi rifiuto e la invito ad aspettare un attimo. Quando babbo rientra in camera gli riferisco il tutto e lui, con un fare battagliero e severo "Guai a te se ti fossi permessa di firmare al posto mio, solo io posso decidere della mia vita!" Hai capito tu!? :-D Quando lo portarono via in barella per l'operazione, Silvia mia, mi si squarciò il cuore, era molto anziano ed io ero ormai over 40, ma il terrore di perderlo mi toglieva il respiro! Andò tutto bene ed ho potuto godere della sua presenza ancora per un'estate. Ecco, ti auguro che tu possa godere della presenza del tuo indomabile papà per tanto tempo ancora!

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  2. Il mio comunistaccio D.O.C. si comporta come avevo previsto: in fin dei conti lui è della MIA generazione, non della vostra, tapini e cornutazzi!
    Lui sa cosa significa avere dolori e starsene zitti in attesa di quelli maggiori, più intensi, più duraturi. Lui non manda indietro il cibo. Ma guarda, e tu non capisci il perché, vero? Perché lui da piccolo non ha mangiato mai tutti e tre i pasti giornalieri, come hai fatto tu. magari anche la merenda e conosce il valore sacrosanto del cibo.
    Anna Maria mi dice che io non mangio, divoro e deglutisco ancora mezzo masticato e mezzo ancora intonso, come se avessi una gran fretta di ingollare tutto. Ti credo! Erano così poche le volte che c'era veramente abbondanza sulla tavola che tu cercavi di ingozzarne più che potevi.
    Scommetto che i denti gli sono caduti per paradontosi, come al 75% di quelli della nostra generazione: carie poche o niente, denti sani ma andati via per carenza di calcio, di litio, di magnesio, di manganese, di ferro e di tutte le cianfrusaglie che abbiamo procurato a voi bambini del dopoguerra, visto che non le avevamo avute noi, bambini dell'era fascista del ciufolo.
    Tuo papà ti ringrazia. Sai quando mio padre ha cominiciato a ringraziarmi a me si è stretto il cuore: O dio, mi sono detto, non ce la fa più con le sue sole forze e se ne sta rendendo conto. Ringrazia me, che sono il suo maschietto, forse lo fa anche con mio fratello e con mia madre, ma poi basta non ringrazierebbe più nessuno, come faceva prima che non aveva bisogno di niente e mi sfidava, lui cinquantanovenne a me ventunenne allenatissimo, a salire le scale a piedi snobbando l'ascensore fino al quarto piano, cioè 24 scalini per quattro che fanno 96, facendoli quattro a quattro e lasciandomi a tre metri da lui, quasi mezza rampa. E non lo facevo vincere sai, nemmeno un po' ma proprio mi fregava alla grande. Dieci anni dopo lo portavamo mio fratello ed io incrociando gli avambracci dove lui si sedeva, attaccandosi alle nostre spalle.
    Mi vengono le lacrime agli occhi. Smetto.
    Salutamelo tanto il mio comunistaccio. Diglielo che faccio il tifo per lui. E anche per te.

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  3. Senza parole, un abbraccio, un sorriso. Ciao

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  4. Grazie dei vostri commoventi ricordi personali, iacopo e ornella,
    grazie della solidarietà, roscio.
    Papà avrebbe dovuto essere dimesso oggi ma dalle analisi di stamattina risultano valori di potassio e creatinina alterati, ciò potrebbe indicare un malfunzionamento renale e per questo è stato trattenuto, suo malgrado.
    Il fatto è che ha tante patologie che non si sommano ma si aggravano a vicenda.
    I medici cercano di mettere una pezza da una parte ... e si rompe dall'altra.
    Oggi gli hanno cambiato camera, non è più da solo ma con un collega di sventura, spero vadano d'accordo perchè mio padre o lo odi o lo ami.
    Ciao a tutti ...

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    1. "Mio padre o lo odi o lo ami"...mi ricorda qualcuno, almeno io lo ripeto ai miei di continuo.
      Una patologia chiama l'altra purtroppo, ma io penso che la sfanga l'uomo da amare oppure odiare, almeno me lo sento e, per esperienza personale, quando mi sento che va bene , poi va bene veramente.
      Prendilo come un grande augurio di tutto cuore.
      Giusto l'ornellese: sentici tutti vicini.
      Ciao.

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  5. Auguroni al Papà,vedrai dopo questo "tagliando" sarà ancora più in forma.

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  6. @ a proposito iacoponi
    ho un debito di ringraziamento per il tuo "tapini e cornutazzi" :)

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    1. Ringraziamenti accettati:))
      Il cornutazzi era benevolo, io ci chiamo i miei due gemellini, pensa come uso leggera leggera quella parola:)
      i tapini era per la contrapposizione delle vostre generazioni con quella mia e di tuo padre: siete tutti tapini in confronto ai giganti:)))
      Un saluto al comunista verace da un non comunista verace.:DDD

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