mercoledì 26 febbraio 2014
i primi giorni
I primi giorni mi sentivo disorientata, come se di punto in bianco fossi stata catapultata in una realtà parallela, simile alla mia prima vita ma solo esteriormente: nell'essenza completamente diversa, più simile a un sacco vuoto e buco che a una vita.
Come se sonnambula fossi salita su un treno a binario unico e fossi scesa alla stazione sbagliata per ritrovarmi in un posto sconosciuto, buio, arido.
Se chiudevo gli occhi e spegnevo il cervello qualcosa mi diceva che quando avrei riaperto gli occhi papà sarebbe stato ancora vivo.
Col passare dei giorni il senso di spaesamento è, se non scomparso del tutto, almeno diminuito.
Non ho più l' impressione di vivere una realtà fittizia, ma non riesco a fare a meno di pensare che la mia prima vita è terminata il 9 febbraio 2014.
Mi siedo sulla sponda di questa seconda vita, osservo il film della mia prima vita e piango.
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Silvia, mi pare di non averti mai fatto le condoglianze, ne approfitto adesso.
RispondiEliminaUn abbraccione.
Moz-
grazie, ricambio :)
EliminaGià, il 9 febbraio 2014. Le stranezze della vita.
RispondiEliminaNessun commento: io ti lascio soffrire in pace.
come in questa impareggiabile scena del grandissimo Troisi
EliminaHai colto nel segno! E' una sensazione stranissima, difficile da descrivere (almeno per me), ma quando si perdono i genitori, soprattutto quando si è perso anche il secondo, è come se si entrasse in una nuova dimensione di vita, e non serve a niente l'avere una propria famiglia, dei figli. Ci si sente quasi abbandonati a se stessi, senza più quella sensazione di esser figli e quindi in qualche modo protetti. Di colpo si diventa "adulti", consapevoli che ora davvero dobbiamo saper cavarcela da soli!
RispondiEliminaDa un pezzo ero passata dalla condizione di "essere assistita" alla condizione di "assistere", un cambiamento abbastanza traumatico nella vita di una persona.
EliminaE comunque è vero quel che mi ha detto una mia ex compagna di classe quando mi ha telefonato per le condoglianze: lei -che pure perse il padre ancora giovane- sostiene che non c'entra l'età, si soffre uguale.
Anch'io ormai da anni ero colei che assisteva, i ruoli si erano praticamente invertiti, ma io mi riferivo ad una sensazione psicologica che si prova quando vengono a mancare i genitori. In quel momento non c'entrano che età avessero loro e che età abbia tu, ti senti smarrita, non ci sono più babbo e mamma!
EliminaCi si sente orfani,
EliminaCi si può sentire orfani anche da vecchi.
Ci si chiede: quanto può vivere un albero al quale hanno tagliato le radici?
Brava, è così!
Eliminada "Scintille di Tagore:
RispondiEliminaNella vita non c'è speranza
di evitare il dolore:
che tu possa trovare nell'animo
la forza di sopportarlo.
E' così Sileno.
Eliminapensa, il 9 febbraio perdevo mia mamma... dell'82.
RispondiEliminama ero giovane, non capivo...
sono passati gli anni e mi sembrava di sentirla sempre vicino, in ogni occasione...
ma ero giovane...
l'anno scorso ho perso papà...
non vivevo più con lui da molti anni e quindi non sempre mi rendo conto che ho perso anche lui... per sempre.
e non è affatto facile... anche perchè il tempo sta passando anche per me...
e questo mi spaventa ancor di più.
Ti sono vicino anche se non ci conosciamo.
A mio marito è morta la mamma, sempre il 9 febbraio di due anni fa.
EliminaA ottobre dell'anno scorso è morto il papà.
Nei giorni della camera ardente di mio padre era provato quasi quanto me, diceva che tre lutti in due anni sono difficili da sopportare.
I miei figli hanno perso tre nonni nel giro di due anni.
Però nello stesso tempo pensi che essere cresciuti con 4 nonni intorno sia stata una fortuna, forse perchè io non l'ho avuto questo privilegio.
Sì che ci conosciamo,
in un certo modo.
Spero che non vi siate lasciati con troppi sospesi.
RispondiElimina"AHIA!" avrebbe risposto mio padre a questa domanda.
EliminaCome sempre faceva quando lo mettevi davanti alla realtà e lui si trovava con le spalle al muro.
I rapporti interpersonali non rispondono alla logica del pareggio di bilancio, walker.
C'è sempre chi ama di più e chi ama di meno, chi dà di più e chi si sottrae, chi lascia debiti e chi crediti.
Mettere tutto sulla bilancia non serve, credo che non serva.
Il rapporto tra me e mio padre, tra mio padre e mia madre, tra mio padre e le mie sorelle è roba da lettino.
Prima di affrontarlo devo ritrovare quel po' di serenità.
I nostri morti ci attendono come le stelle fisse.
RispondiEliminaSono eterni perché eterni sono i nostri ricordi di loro.
Sono lì e ci attendono mentre continuiamo
il nostro pellegrinaggio nell'attesa di riuscire
a dare un senso alla morte.
Questa grande sconosciuta.
G.
mio padre nelle sue memorie racconta che la sorellina prima di morire a un anno di vita dava la mano per portarlo a vedere i conigli.
RispondiEliminaSi chiedeva: mi darà ancora la mano quando ci ritroveremo?
Per parte mia non riesco a credere che papà mi darà mai più la mano, come faceva quando mi portava a Milano, allo stomatologico o alle manifestazioni.
Errata corrige: gli dava la mano
RispondiEliminaTi lascio un abbraccio. Usalo quando e quanto vuoi, non si sciupa.
RispondiEliminaLo tengo di scorta per i tempi di magra, grazie :)
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