venerdì 17 dicembre 2010

tratto da infinite jest

[...] Che un paradosso poco menzionato della dipendenza da una Sostanza è il seguente: una volta che siete così schiavi di una Sostanza da doverla abbandonare per salvarvi la vita, la Sostanza schiavizzante è diventata per voi così profondamente importante che uscirete di senno quando ve la porteranno via. Oppure che a volte, dopo che la vostra Sostanza vi è stata portata via per salvarvi la vita, mentre siete inginocchiati per le preghiere obbligatorie della mattina o della sera, vi troverete a pregare perché vi sia consentito di perdere letteralmente il senno, di avvolgere la vostra mente i un vecchio giornale e lasciarla in un vicolo a cavarsela senza di voi. [...]
Che oltre il cinquanta per cento delle persone con una dipendenza da Sostanza è contemporaneamente affetto da qualche altra forma di disturbo psichiatrico. [...]
Che la validità logica di un argomento non ne garantisce la verità. [...]
Che è possibile abusare fino all'assuefazione di antinfluenzali e antistaminici da banco. [...]
Che esiste una cosa come la cruda, incontaminata, immotivata gentilezza
.
Che la maggioranza delle persone con una dipendenza da Sostanza è anche dipendente dal pensare, nel senso che ha un rapporto compulsivo e insano con il proprio pensiero. [...]
Che ci vuole un grande coraggio per dimostrarsi deboli.
Che per qualche perversa ragione, è spesso più divertente desiderare qualcosa che averlo.
Che è consentito VOLERE.

David Foster Wallace, infinite jest

10 commenti:

  1. Domanda- Enzo, sei sostanza dipendente?
    Risposta- No, non ho questo problema.
    D.-E se questa sostanza fosse spirituale?
    R.-Potrei anche avere una dipendenza spirituale.
    D.-Sarebbe un peso troppo grave per te?
    R.-Se fosse spirituale non sarebbe un peso.
    D.-Neanche se chiedesse a un caterpillar una "cruda, incontaminata, immotivata gentilezza?
    R.-Potrebbe chiederla, ma poi bisognerebbe vedere cosa potrebbe dare un caterpillar.
    D.-Pensi di avere un rapporto compulsivo e insano col tuo pensiero?
    R.-Penso di avere un rapporto splendido col mio pensiero, che è libero e svetta.
    D.-Ma se avessi una dipendenza da sostanza non potrebbe essere così?
    R.-Giusto, ma io non ho dipendenza da sostanza, quindi.
    D.-Pensi che ci voglia coraggio a dimostrarsi deboli?
    R.-Se si vuole essere sinceri, quando ci si sente deboli lo si deve sempre dire.
    D.-E tu lo fai?
    R.-Ci provo, ma è dura qualche volta.
    D.-Lo hai fatto recentemente?
    R.-Mezzora fa.
    D.-Lo hai detto a un uomo oppure a una donna?
    R.-A una donna.
    D.-Pensi che lo capirà che sei in fase di debolezza?
    R.-Lo spero.

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  2. Hai visto che ne valeva la pena? :-)

    P.s.: la "tirata" delle cose che impari in un centro per la terapia da dipendenze è uno dei pezzi più sconvolgenti e straordinari che abbia mai letto (e che forse leggerò mai).

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  3. Mai dire mai, Bipede.
    Io faccio un distinguo: Wallace è uno scrittore molto discontinuo. Non mi ha mai esaltato, piuttosto un poco depresso.
    Mi dà l'aria di una persona che va in giro con un gomitolo di spago nella foresta delle parole e delle immagini. Si lega al polso un capo del gomitolo e lo lancia dentro la foresta, e poi gli corre dietro mentre lo spago si srotola.
    Saggista forse; formulatore di tesi forse; scrittore molto meno.
    Questa è naturalmente la mia personale valutazione.

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  4. @ Vincenzo
    Sorry, non mi rivolgevo a te ma a Silvia...
    Quando ho pubblicato il mio commento il tuo era ancora nascosto "in attesa di approvazione" e non potevo leggerlo.

    Wallace è molto faticoso, in generale. Ma poi ti tira fuori delle cose come quella a cui è arrivata Silvia adesso che ti lasciano davvero di stucco. Parte a scrivere "Quello che impari quando entri in un centro di recupero è che...", poi continua ccon frasi che iniziano per "che" e va avanti a rivelare segreti piccoli e grandi della vita , alcuni profondi, altri superficiali, ma tutti umanissimi per pagine e pagine e pagine... E' la prima volta che mi capita una cosa del genere, leggevo e non riuscivo a credere che fosse possibile scrivere quello che stavo leggendo.

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  5. In effetti la pubblicazione dei commenti solo dopo approvazione non è molto funzionale. Impedisce ai commentatori una visuale d'insieme dei commenti precedenti, ed è poco simpatico scrivere e non vedere subito pubblicata la tua fatica.
    Provo a sperimentare l'altro metodo.

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  6. IACOPONI,
    se D.H.W. ti ha dato l'input per formulare un domanda-risposta così simpatico, vuol dire che non è uno scrittore così pessimo come dici. ;)
    .. e comunque, dici bene, a ciascuno il suo scrittore preferito.

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  7. «Ci sono due pesci che nuotano e a un certo punto incontrano un pesce anziano che va nella direzione opposta, fa un cenno di saluto e dice: "Salve, ragazzi. Com'è l'acqua?" I due pesci giovani nuotano un altro po', poi uno guarda l'altro e fa "Che cavolo è l'acqua?"».
    DFW

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  8. quella battuta me l'ero segnata anch'io, sessantacinque.
    "È difficile notare quello che vedi tutti i giorni", sostiene DFW.
    Verissimo, più una cosa ce l'hai sotto il naso meno la vedi. (In effetti, conosci qualcuno che vede i propri baffi?)
    (ma perchè, allora, si usa dire: ce l'hai sotto il naso, per intendere impossibile non vederla????)
    Misteri dei modi di dire!

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  9. IACOPONI, che domande difficili mi fai? :)
    Non credo di avere un autore preferito, o meglio, ne ho avuto uno per volta, per fasi, per momento della vita, a volte anche per moda; gli scrittori sono come amici che frequenti per un pò, poi cambi, cresci, ne conosci altri, alcuni li dimentichi, altri non li frequenti più ma ti rimarranno sempre nel cuore, perchè ti hanno accompagnato, perfino dato una mano mentre crescevi.
    Ti copio l'elenco che avevo iniziato a fare il giorno del top ten, ma che poi ho piantato lì, sicura com'ero che avrei lasciato fuori qualcuno di importante, come capita sempre in ogni lista che si rispetti, a partire da quella della spesa.
    E' un elenco in ordine cronologico: Disney, Alcott, Ignazio Silone, Leopardi, Dostoevskij, Herman Hesse, Oriana Fallaci, Natalia Ginzburg, Doris Lessing, Simenon, Anne Tyler, Tiziano Terzani, David Lodge, David Grossman, Frank McCourt.
    Oltre a quelli dimenticati, ai quali chiedo scusa.

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