domenica 17 aprile 2011

l'orgoglio di una mamma

Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, altri che lottano un anno e sono più bravi, ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi, però ci sono quelli che lottano tutta la vita: essi sono gli imprescindibili.” Bertolt Brech


Ieri sera ho acceso rai tre per guardare il tg regionale e sentire cosa dicevano di Vik, ma ormai era finito  e c'era blob, una specie di discarica di rifiuti tossici, frammenti di trasmissioni trash. 
Questo sciroppo lassativo mostra  troiette la cui massima aspirazione di vita sarebbe entrare nel letto di Re Pisello, tronisti che verrebbe voglia di togliergli il trono mentre si stanno sedendo per vedere se il rinculo che ne segue crea un movimento di neuroni, trasformisti della politica e del buonsenso,  gente tracimata di testa.
Mentre mi sciroppavo questo 5 minuti di pursennid, pensavo a Vik, all’intervista nella quale la mamma dice che lei e suo marito sono orgogliosi  di questo figlio. Lo dice semplicemente, senza retorica, senza aggiungere parole impegnative quali eroe, o martire. Lo dice da mamma.
Se esiste un figlio come Vittorio, se esistono altri figli come lui, perché in tivù  fanno vedere solo dei figli cretini?

Stamattina prima di messa la chiesa si è riempita di bambini con in mano bracciate di rami d’ulivo, per la domenica delle palme.
L’ulivo simbolo di pace mi ha ricordato, ovviamente, ancora Vik.
E la mamma quando racconta che suo figlio amava i bambini, e dove c'era lui c'erano loro.
I bambini che, penso io, percepiscono per istinto l'autenticità delle persone, proprio come i matti.
Però il prete non ne ha nemmeno accennato, durante l’omelia.
Di cosa avrà parlato? Non me ne ricordo, pensavo a Vittorio.

5 commenti:

  1. lo ribadisco e dobbiamo ricordarlo sempre... restiamo umani
    un saluto

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  2. Molti sono capaci di indignarsi per i soprusi fatti sulla pelle dei poveracci, siano essi palestinesi, libici, maomettani o cristiani; pochissimi sono quelli capaci di rischiare la pelle per difenderne i diritti.
    Non dico che Vittorio Arrigoni avesse studiato da martire; certamente avrebbe preferito farla franca, ma è rimasto lì anche dopo le bastonature ricevute dagli israeliani, è rimasto lì sapendo che potevano anche sopprimerlo.
    Questo lo rende diverso da noi.
    Ma questo non basta a spiegare questo gesto inutile e "misterioso".

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  3. Non preoccuparti, tra un po' non si parlerà più di lui.
    Il Re Pisello si riprenderà il palco.
    Anche se Vik si meriterebbe almeno una rivoluzione...
    come risarcimento.
    Sono incazzato.

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  4. La rivoluzione? Ci sto ma che sia quella del pensiero, del buon senso, dell'onestà, della dignità. Della MORALITA', anche se è diventata una parolaccia.
    Si è parlato ancora, di Vik, il giorno dopo: libero, il giornale libero dalla verità, ha scritto che la salma avrebbe potuto restare a Gaza, visto che tanto gli schifava passare da Israele.

    IACOPO,
    sottoscrivo tutto quello che scrivi e come lo scrivi.

    ERNEST,
    quello STAY HUMAN mi ricorda il monito "senza perdere la tenerezza" ...
    ti saluto anch'io.

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  5. Silvia, ti ringrazio per il consenso.
    I morti ammazzati in questo modo incivile (ma ammazzare è sempre incivile)non sono mai né di destra né di sinistra, come già ho sentito farneticare, sono morti NOSTRI, di noi esseri umani pensanti.
    Era un uomo buono, era un uomo generoso non a parole, ma a fatti concreti e che c'è di più concreto del dare la vita perché si sappia, si guardi, si osservi, ci si ponga domande, si metta in discussione una causa, che a tutt'oggi sembrerebbe persa?
    Forse tu hai avuto la fortuna di conoscerlo, visto che era delle tue parti. La maggioranza degli italiani onesti e no l'ha conosciuto adesso.
    Ciao.

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