sabato 15 novembre 2014

l'uovo alla kok



Cibi squisiti come la scolcionera al burro bisogna cercare di mangiarli in condizioni ideali:
stanza ben esposta, a sud, e ben illuminata per la sera, evitando in modo assoluto la luce al neon che dà un colorito macabro alla vivande, e anche l’oscurità, che diminuisce la sensibilità del gusto e dell’olfatto: il lume di candela può andare se è un di più; pavimento caldo, cioè di legno (un pavimento di marmo in una sala da pranzo o in un ristorante è un grave errore); tavolo grande (anche se siamo soli), coperto da una tovaglia bianchissima; sedie imbottite con braccioli imbotttiti su cui far riposare ogni tanto le braccia che durante il pasto hanno molto da fare; commensali in numero non maggiore a cinque, altrimenti il gruppo tende a dividersi come un’ameba in due sottogruppi con conversazioni autonome che si disturbano a vicenda; profumi ridotti al minimo, perché non si mescolino sgradevolmente a quelli dei cibi.


Delizioso brano tratto dal libro -piccolo ma gustosissimo- “l’uovo alla kok”.

Avrei solo una cosa da aggiungere, il sequestro preventivo di ogni aggeggio atto a forme di comunicazione extraterritoriale. Voglio dire, si parla con quelli che sono seduti al tavolo con te, non con tizio caio sempronio by uozzap, effebì, bip bip o cip cip; usando preferibilmente la voce, la benedetta voce, a meno che tra i commensali non sia presente un sordomuto col quale è lecito usare la lingua dei segni o dei disegni.

(e voi, cosa aggiungereste o togliereste alla lista?)

20 commenti:

  1. A me va benissimo tutto quel che c'è nella lista, purché il cibo sia buono. Consolati, sono una buona forchetta e mangio tutto.
    D'accordo su l'eliminazione dei moderni mezzi comunicativi. Al ristorante è uno schifo, squilli da tutte le parti.
    17/17R

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    1. Una domanda: ma perché rispondi a tutti e mai a me? Ti infastidisce l'anonimato? Eppure ci sono altri anonimi cui rispondi. C'è qualcosa nella mia sigla che ti dà fastidio?
      17/17R

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    2. Era una domanda fatta in modo semplice e corretto. Non ti sei degnata di una risposta. Significa che sei scortese e villana.
      17/17R

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  2. Oltre ovviamente agli squilli dei vari cellulari, a me dà fastidio anche la musica che molti ristoranti o bar mettono come sottofondo, anche perchè si è costretti ad alzare la voce per poter dialogare tanto è alto il volume. Io anche quando pranzo a casa spengo TV o radio.

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    1. Giustissimo, a che-chi serve il sottofondo musicale?
      Forse a coprire imbarazzanti silenzi, ma allora perché mangiare in compagnia? Tanto vale starsene per conto proprio.
      Silenziare tivù e radio a tavola ... Condivido ... È forse l'unica regola che è rimasta integra in questa mia casa dove vige l'anarchia :-D

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  3. La lista va bene così. Sottolineo il fatto di non essere più di cinque commensali, perché il gruppo non "tende" a dividersi, senz'altro si divide, e poi magari c'è gente che cambia reciprocamente posto per entrare nell'altro gruppo.

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    1. In effetti la conversazione è più gradevole e produttiva se non suddivisa in segmenti di dialoghi.
      Il peggio è quando sei posizionato in mezzo ai due focolari di conversazioni, e ti volti di qui e di là come una pallina di ping pong, senza riuscire a inserirti in nessuno dei due gruppi:):)

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  4. ho seri problemi con le tovaglie bianchissime più che altro causati da vino e frutta che lasciano aloni gialli anche dopo il lavaggio ... alias colore colore e portafrutta posati tatticamente

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    1. Come darti torto!
      Le tovaglie bianche sono il massimo della finezza, ma hanno quel brutto difetto che dici.
      Poi c'è da dire che ci sono stoffe che trattengono le macchie come fossero diritti acquisiti, altre che le lasciano andare volentieri.
      Pier, sei come un sottomarino, ogni tanto riemergi dagli abissi=)

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  5. La lista che ce fà compare @Buzzi
    de come sja gradito 'n ristorante,
    poterebbe 'nvojà puro li struzzi
    a daje sotto ... cor cibbo e lo spumante !

    Poche persone ... luce nun vjolenta,
    ar bando li profumi, e pe' la luce
    mejo la naturale che te induce
    a maggnjà putacaso la polenta !

    Si se provvede poi, pe' bbona sorte,
    a daje 'n carcjo 'n culo ar cellulare
    e a chi canta sguajato e troppo forte,
    allora sì che gustamjo er mandrucare !

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    1. ah ah ah ...
      Gustosissimi versi, li vedrei bene come prefazione o conclusione del libro ...
      Sei bravo con le rime, però!

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  6. Malgrado tutto ti mando i miei migliori auguri, anche in privato

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  7. Piatti bianchi o chiari, calici anche di vetro bianco o molto chiaro.
    Luci soffuse.
    Tempo a disposizione.
    Qualche fiore fresco a decorazione.

    Avevo la ex-suocera bavarese (nel senso che vive ancora, ma non sono più assieme alla loro figlia, madre di mio figlio) che, ziocoticaluridamiseria, si profumava sempre prima di pasti "importanti" (pranzi, cene, etc.).
    Per me che ho l'olfatto fine era una cosa orribile, una violenza olfattiva contro il profumo dei cibi.

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  8. Come per la tovaglia,
    Il bianco da eleganza pure al vasellame.
    il mio servizio "bello" è porcellana bianca tedesca, e dopo trent'anni non mi è ancora venuto a noia.
    Sulle luci soffuse concordo ma non in un ristorante, dove voglio vedere bene ciò che mi trovo nel piatto!

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  9. Io aggiungerei, nel caso si esca al ristorante, di non portarci l'amico che fa innamorare la cameriera, perché io ci rimango male. Ma poi il libro lo spiega perché nel titolo viene scritto "KOK" e non "coque"?

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  10. e bravo il mio angelino jolie, mi chiedevo perchè nessuno si chiedesse il perchè di quell'errore di scrittura. (le ripetizioni sono volute); lo spiega in modo oltremodo succinto, accennando a menù frettolosi nei quali si può scegliere tra una paiar, wustel, ascè di manzo alla Metro d'Otel, e, appunto, uova alla kok.
    ... non sconvolgermi il cliché, è il cliente che si innamora della cameriera, mai visto il contrario!

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  11. Oh, finalmente ho capito.
    Comunque a me è capitato di cene in cui la cameriera faceva gli occhi dolci ad un mio collega, a me invece mi vedeva attraverso, come se fossi stato trasparente.

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  12. come se fossi stato un bicchiere, insomma.

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  13. SCORZONERA, a dire il vero.

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