venerdì 13 novembre 2009

I miei scartafacci scolastici

Mi piacerebbe postare qualche pagina tratta dai miei scartafacci di scuola, indubbiamente meno noiosi dei miei “diari segreti”: ma cosa sono questi scartafacci? Nient’altro che semplici quaderni senza pretese estetiche che iniziavano con i migliori propositi (diligenti appunti) , ma dopo qualche pagina cominciavano a soffrire di qualche distrazione (frase latina scritta a caratteri cubitali, tradotta, commentata e calata nella propria vita, … ma il resto della spiegazione dove si era persa?) per poi continuare a tergiversare in una specie di parabola dell’attenzione discendente e infine terminare in modo indecoroso (scambi di insulti col compagno di banco, cronache della domenica, lamentele sui prof, vani progetti di rivolta in famiglia..)
…. O vi ho rotto l’anima con le mie reminiscenze?

4 commenti:

  1. Beata te che ti sei conservata i tuoi scartafacci scolastici, a distanza di tempo diventano, infatti, preziosissimi per farti fare un tenero viaggio nel passato. Io mi sono pentita amaramente di non aver conservato i primi quaderni di Francesco, ho solo qualche suo disegno dove dichiarava, dopo avermi raffigurata in modo buffo, tutto il suo amore. Uno in particolare mi fa morire dal ridere: essendo io nata il 4 maggio, il mio compleanno è vicino alla festa della mamma, così lui mi ha fatto un bel disegno con su scritto letteralmente:" Cara mamma, ti voglio tanto bene e ti faccio tanti auguri. Per me tu sei la mamma più brava e più bella del mondo. Scusa se non ti faccio il regalo, ma hai tutto il mio amore!!!" Oh! Tale e quale a suo padre! Al DNA non puoi sfuggire!!

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  2. Il tuo Franci aveva ragione, il regalo più bello che possono darci i nostri figli è proprio quello che dice lui. Anche mia mamma in occasione delle varie feste ci diceva: non voglio niente, il regalo più bello che potete farmi è andare d'accordo tra di voi ed essere brave e buone. Mio padre, invece, se gli facevi un regalo quasi si arrabbiava e neanche ti ringraziava, perchè le dimostrazioni di affetto troppo evidenti lo imbarazzavano. Tuttora, per farlo arrabbiare gli devi dire: "Grazie". Il meno peggio che può riponderti è: "I grazi ia fan i sant, e i tusan bei quant ien grand" (le grazie le fanno i santi, e le ragazze belle quando crescono") Io assomiglio al mio papi: preferisco un gesto, una lettera, un sentimento sincero a uno stupido oggetto.

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  3. UHHH inserirmi nel Vs "bucolico" contraddittorio "mi è" davvero difficile perchè vivo costantemente nel futuro (oggi per me è già trascorso...... penso a domani.....), per cui leggerò con attenzione biblica i Vs "ricordi", chissà potrebbero darmi spunto per riesumare "qualcosa" del mio passato!

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  4. Daniele che fai, sfotti? Io l'ho capito bene cosa intendi per " futuro" tu! Nuove esperienze, nuove emozioni...Capisci a me...
    Ti sei andato a leggere cosa ti ho scritto riguardo ad un eventuale incontro di terzo tipo? :D

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