giovedì 12 novembre 2009

Vivi, e non stufire più


Nel caos primordiale dei miei scritti, che nel vano tentativo di riordinare ho solo amplificato, arrivando alla conclusione che l’ordine non fa per me, ho trovato due foglietti ripiegati e volanti, scritti a mano, pieni di cancellature, graficamente e intimamente sofferti, non datati, risalenti a un giorno imprecisato di quest’estate. Li ho copiati e poi, non convinta del contenuto, ho cambiato rotta e ho aggiunto una conclusione diversa, che in quel momento lì non avrei nemmeno preso in considerazione, perché non sarei riuscita ad essere così severa con me stessa.

"A volte mi prende una tale stanchezza di vivere. L’insostenibile pesantezza del vivere.
Come quando vai in montagna e a un certo punto ti senti esausto, le gambe pesanti come sasso, il fiato corto, il battito del cuore nelle orecchie, il sudore caldo che ti si spalma sul corpo stanco.
Il rifugio è un puntino lontano, su in cima, pare irraggiungibile. “Non ce la farò mai”, pensi.
Invece, ti prendi una pausa, ti bevi un tè caldo, quello davanti a te ti incoraggia, quello che incroci mentre scende (beato lui) ti dice una pietosa bugia (“ma sì, una mezz’oretta e siete arrivati”)… e così, piano piano, passo dopo passo, arrivi alla meta. E solo allora capisci che ne è valsa la pena.
Vivere è leggermente più complicato che fare un’escursione. Anche perché chi ti assicura che alla fine della faticata ci sarà un rifugio accogliente, un laghetto con gli eriofori, una vista incantevole, un prato dove sdraiarsi e godersi un meritato riposo?"

… La verità è che, anche quando diciamo che siamo stanchi di vivere, il più delle volte lo diciamo solo per farci compassionare, tanto è vero che la morte ci spaventa da morire. (Ma come fanno, quelli che si suicidano, a non morire di paura e di orrore, prima?)
Vivere o morire? Verrebbe da chiedersi: non c’è una terza opzione? No, che non c’è.
E allora mi dico: Vivi, lascia vivere e non stufire più.

9 commenti:

  1. Cosa penso io della "vita" credo di averlo già esposto in un post precedente, tuttavia, poichè sono in "ballo", continuo a "ballare". E purchè le cose vadano bene a mio figlio ed io continui ad avere la possibiltà di essere autosufficiente , lo faccio anche con una certa baldanza, cercando di essere d'aiuto agli altri, di compagnia piacevole, e cercando di godere delle piccole cose. Di come andrà a finire non lo so, io però sono per la qualità della vita e non per la quantità! Sono pertanto favorevolissima all'eutanasia e se ho votato per Marino alle primarie, è perchè lui si batte per il testamento biologico. Ed una cosa importante che dovremmo fare tutti nella vita, non è solo di vivere e lasciar vivere ma soprattutto di non appesantire la vita degli altri con le nostre problematiche. Insomma ognuno di noi lasci in pace marito, moglie, figli, genitori e si risolva da solo le proprie angosce, per quanto possibile. Tutt'al più rompa le scatole a qualche amico/a i quali, non essendo direttamente coinvolti, vivono le cose con più distacco dei nostri cari.Inoltre gli amici a questo servono! Non è per fare l'eroina, ma io è così che mi comporto. Ho detto ai miei genitori che avevo subito un aborto spontaneo ( dopo aver passato 15 giorni d'inferno perchè non si sapeva se sarei riuscita a portare avannti la gravidanza)solo dopo essere tornata dall'ospedale a cose fatte. La stessa cosa ho fatto nei confronti di mio figlio quando lo scorso anno ho dovuto operarmi agli occhi col laser, per scongiurare un eventuale attacco acuto di glaucoma. Ha saputo il tutto quando ho superato l'intervento anche al secondo occhio. E Dio solo sa cosa avevo in corpo, pronta a suicidarmi nel caso fossi diventata cieca. Eppure con lui facevo finta di niente, perchè non trovavo giusto preoccuparlo e metterlo in agitazione. In conclusione: cerchiamo di non angustiarci la vita, e di non angustiare quella degli altri, se non per cose davvero importanti!
    Una cosa non ho capito: cosa vuol dire "stufire"?

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  2. FUMA, condivido: "Vivi, lascia vivere...." aggiungerei solo..... non mentire a Te stessa ..... così non "stufirai" più

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  3. Tesoro, sarò dura di comprendonio, ma io non riesco ancora a capire cosa vuol dire "stufire". E' in gergo lumbard? Tieni presente che io oltre al sardo-napoletano non vado!:)))

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  4. Ornella: a volte un termine è talmente usato e diventa così familiare da non sembrare nemmeno più dialettale, così me ne sono accorta solo ora, quasi con stupore. Stufire è stancare, stressare, rompere. Come si dice in napoletano e in sardo?
    Daniele: e perchè, in cosa come e quando dovrei mentire a me stessa? Tu, poi, che per tua stessa ammissione hai sempre mentito agli altri, e vorresti passare per bugiardo pentito, categoria a me sconosciuta, vuoi scagliare pietre? A me?

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  5. In napoletano:" Nun scassà u c...zz"!
    In sardo: " Non segai sa mazza"!
    Ah Ah Ah!

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  6. belli espliciti, questi napoletani-sardi!

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  7. Eh sì, cara, così si evitano gli equivoci! Smack!

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  8. FUMA non voglio scagliarti "pietre"..... e che per quanto TU....... ti sia sforzata..... la mia "idea" su FUMA-donna non cambia: sei sincera e leale con Tutti, tranne che con Te stessa.......

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  9. Fosse anche così,(ma poi, chi può dire di conoscere veramente se stesso?) è sempre meglio che il contrario: essere sinceri con se stessi e sleali e bugiardi nei confronti del prossimo.
    Nel mio caso, al massimo faccio del male solo a me stessa, nell'altro caso, invece..

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