Ogni sera Monsieur Pierre, il boss dell'albergo, si avvicina al nostro tavolo per chiederci cosa vogliamo da bere e ci spiattella il menù della cena in francese. "Non ho capito niente", lo informo, tanto per chiarire. Monsieur ripete il tutto in tono più convincente, con un punto interrogativo finale, (adesso ha capito, madame?), ma sempre in francese, senza tentare nemmeno una parola in italiano, in inglese, in tedesco. Lo guardo, perplessa. Non gli ripeto che ANCORA non ho capito niente, non voglio fare come lui. A quel punto Monsieur ripete per la terza volta il menù, con sempre maggiore enfasi, e con un bel punto esclamativo finale (se non avete capito adesso!). E va bene, ci porti 'sta roba.
Et voilà, madame! esclama soddisfatto mentre dopo un tot ci serve l'ottimo piatto savoiardo. La tartiflette è buonissima. Così pure tutti i formaggi. E la quiche alle cipolle e la fondue savoiarde (che non ho potuto mangiare, mannaggia, a causa di un malessere passeggero che mi ha tenuta a digiuno per due giorni).Però, 'sti francesi. La prima cosa che ti chiedono, anche se stai morendo, è: "Parle-vous française?" e se tu ammetti la tua ignoranza, fanno strani versi di disapprovazione facendomi venire in mente quella vecchia pubblicità di alpitour (no alpitour? ahi ahi ahi: no française? ahi ahi ahi).Ma poi incontriamo un francese che riscatta tutti i "Parle-vous française?"della vacanza. Avevamo perso la trebisonda, quel giorno, e chiesto informazioni a un tipo che parlava un inglese very quickly, di cui avevamo capito solo "your responsability" e "map", intuendo che volesse dirci: "O vi orientate con una mappa, o sono cazzi vostri".
Sotto nostra responsabilità decidiamo di procedere fino a che incrociamo un francese che già sta dando informazioni a un perso come noi. L'anima buona fal il bis e si fa in quattro per spiegarci in tutte le lingue possibili e immaginabili -in francese, in inglese, coi gesti- che possiamo rimediare all'errore facendo un sentiero diverso. Quando capisce che ho invece intenzione di tornare indietro (quell'"our responsability" mi ha un pò messa sulle spine) mi chiede la mappa: no, non quella lì che vendono ai turisti, molto meglio quella più dettagliata che ci ha prestato Monsieur Pierre. >Ecco, siamo qui, procedete fino a questi laghetti, vedrete tre bambini, sono i miei tre children, e nel momento in cui incrociate laghetto e children vuol dire che siete sulla direzione giusta. E così arriviamo a un lago da favola, incuneato in uno scenario da favola, benedicendo l'errore madornale che ci ha portato a questo gioiello. Il posto, non segnato dai sentieri per turisti, è frequentato solo da tre children che ci salutano calorosamente, simpatici come il loro papà. Quando la famigliola si ricongiunge chiedo al mio fotografo ufficiale di scattare loro una foto, perchè è una famiglia bellissima, e-credo- anche felice.