... Ho scelto questo, perchè il sorrisetto sardonico di Travaglio non mi piace e perchè del libro di Paolo Sorrentino ho già scritto peste e corna quest'estate.
domenica 28 novembre 2010
sabato 20 novembre 2010
infinite jest
Nome: infinite jest
peso: 1 kg e 400 grammi.
misure: 15x21x7
colore: azzurro cielo.
anno di nascita: 1996
paternità: David Forster Wallace
definizione della bibliotecaria: "malloppo"
definizione mia: it's not a jest!
previsioni di lettura: travagliata
termine previsto: natale, o forse pasqua; in realtà la sfida non sta tanto nel quando, quanto nel se.
citazione del giorno: Gli era già successo di perdere la testa per qualcuna, ma mai di sentirsi decapitato.
Finora ne ho letto solo 1 centimetro e mezzo. Che fatica. Pesa:
fisicamente (per le donne: avete presente quando leggete in posizione rilassata, col libro appoggiato in zone delicate? ecco, appoggiare infinite jest è quasi come fare una mammografia)
gastricamente (la descrizione del bagno dove una tipa cerca di morire per overdose mi stava facendo vomitare)
moralmente (pazzesco pensare che, dodici anni prima di togliersi la vita, l'autore già prevedesse la modalità di somministrazione del proprio suicidio: "sono tremendamente spiacente di importunarla. Mi stavo solo chiedendo se in un Programma speciale ci fosse una preghiera per quando ci si vuole impiccare"
letteralmente (descrizioni ossessivamente particolareggiate)
visivamente (le note sono in carattere formica)
... e intellettivamente (riesco a memorizzare solo i personaggi principali)
Ho iniziato questo travaglio circa 15 giorni fa.
Il primo capitolo, con una bella scena di sclero, mi ha impressionata positivamente e invogliata a continuare, ma poi ho letto intere pagine senza capirci un'acca, ho letto pensando che la fantascienza non mi è mai piaciuta, e nemmeno la fantapolitica, ho letto con gli occhi chiusi, ho letto ipotizzando che solo l'esperienza personale permette una descrizione così minuziosa del pianeta droghe, ho letto chiedendomi se una scrittura così maniacale possa rispecchiare la malattia mentale dell'autore.
Questa settimana ho portato inutilmente sulle spalle il malloppo, al lavoro e nei miei giri ospedalieri, senza riuscire a leggerne nemmeno una pagina.
(mia mamma, vedendomi estrarre un tale ingombro dalla borsa mentre aspettavamo l'oculista, mi ha chiesto: "non potevi portare topolino?" )
peso: 1 kg e 400 grammi.
misure: 15x21x7
colore: azzurro cielo.
anno di nascita: 1996
paternità: David Forster Wallace
definizione della bibliotecaria: "malloppo"
definizione mia: it's not a jest!
previsioni di lettura: travagliata
termine previsto: natale, o forse pasqua; in realtà la sfida non sta tanto nel quando, quanto nel se.
citazione del giorno: Gli era già successo di perdere la testa per qualcuna, ma mai di sentirsi decapitato.
Finora ne ho letto solo 1 centimetro e mezzo. Che fatica. Pesa:
fisicamente (per le donne: avete presente quando leggete in posizione rilassata, col libro appoggiato in zone delicate? ecco, appoggiare infinite jest è quasi come fare una mammografia)
gastricamente (la descrizione del bagno dove una tipa cerca di morire per overdose mi stava facendo vomitare)
moralmente (pazzesco pensare che, dodici anni prima di togliersi la vita, l'autore già prevedesse la modalità di somministrazione del proprio suicidio: "sono tremendamente spiacente di importunarla. Mi stavo solo chiedendo se in un Programma speciale ci fosse una preghiera per quando ci si vuole impiccare"
letteralmente (descrizioni ossessivamente particolareggiate)
visivamente (le note sono in carattere formica)
... e intellettivamente (riesco a memorizzare solo i personaggi principali)
Ho iniziato questo travaglio circa 15 giorni fa.
Il primo capitolo, con una bella scena di sclero, mi ha impressionata positivamente e invogliata a continuare, ma poi ho letto intere pagine senza capirci un'acca, ho letto pensando che la fantascienza non mi è mai piaciuta, e nemmeno la fantapolitica, ho letto con gli occhi chiusi, ho letto ipotizzando che solo l'esperienza personale permette una descrizione così minuziosa del pianeta droghe, ho letto chiedendomi se una scrittura così maniacale possa rispecchiare la malattia mentale dell'autore.
Questa settimana ho portato inutilmente sulle spalle il malloppo, al lavoro e nei miei giri ospedalieri, senza riuscire a leggerne nemmeno una pagina.
(mia mamma, vedendomi estrarre un tale ingombro dalla borsa mentre aspettavamo l'oculista, mi ha chiesto: "non potevi portare topolino?" )
martedì 16 novembre 2010
sabato 13 novembre 2010
il grande trambusto
.. da un quaderno di antologia di mia sorella
Tema: un'occasione di grande trambusto in casa mia
Quando abbiamo fatto il solaio, in casa mia c'era una grande confusione perchè mio papà doveva fare un buco nel soffitto. Faceva molto rumore, e così noi ci arrabbiavamo e lui rispondeva: "O faccio il solaio facendo rumore, oppure non lo faccio, decidete voi!" Era inutile dire: "Non fare il solaio!", perchè tanto continuava ugualmente, perciò rimanevamo zitte e sopportavamo il rumore. Quando ebbe finito di fare quel fastidioso rumore, tutti erano contenti perchè non ci si doveva più chiudere le orecchie e poi perchè si poteva procedere all'ultimo lavoro che fu anche quello molto duro. Infatti si doveva mettere la scala di ferro e poi avevamo finito. Anche se ognuno di noi ha aiutato la scala non saliva. Papà incominciò ad arrabbiarsi e ad sgridare noi che non eravamo colpevoli. Allora la mia mamma andò a chiamare un nostro vicino di casa per aiutarci. C'era una confusione indescrivibile: mio papà che gridava perchè doveva battere ancora il buco e perciò gli occorrevano gli attrezzi, il nostro vicino cioè il signor Antonio che impiegava tutte le sue forze per far salire la scala e noi sorelle e la mamma aiutavamo il signor Antonio. Alla fine ci riuscimmo; dopo tanti sforzi la scala era salita e ringraziando il signor Antonio ci mettemmo a pulire. Io dovevo scaricare insieme a mia sorella la cariola piena di sassi, mattoni, ecc.. in un determinato luogo, la mia mamma puliva il pavimento, invece il mio papà sbuffando andò a letto a dormire.
sufficiente, visto 8 ottobre 1981
L'insegnante sottolineò per ben due volte, con grande enfasi di biro rossa, la mancanza dell'articolo determinativo "IL" prima delle parole "mio papà". Ma come. Di errori ce ne sono molti, in questo tema, ma non questo! A parte gli errori, o forse anche per quelli, i temi dei bambini sono troppo forti! Se poi ti riportano alla memoria scenette familiari sepolte sotto le macerie del tempo, diventano una lettura fresca e piacevole, spero non solo per me.
Tema: un'occasione di grande trambusto in casa mia
Quando abbiamo fatto il solaio, in casa mia c'era una grande confusione perchè mio papà doveva fare un buco nel soffitto. Faceva molto rumore, e così noi ci arrabbiavamo e lui rispondeva: "O faccio il solaio facendo rumore, oppure non lo faccio, decidete voi!" Era inutile dire: "Non fare il solaio!", perchè tanto continuava ugualmente, perciò rimanevamo zitte e sopportavamo il rumore. Quando ebbe finito di fare quel fastidioso rumore, tutti erano contenti perchè non ci si doveva più chiudere le orecchie e poi perchè si poteva procedere all'ultimo lavoro che fu anche quello molto duro. Infatti si doveva mettere la scala di ferro e poi avevamo finito. Anche se ognuno di noi ha aiutato la scala non saliva. Papà incominciò ad arrabbiarsi e ad sgridare noi che non eravamo colpevoli. Allora la mia mamma andò a chiamare un nostro vicino di casa per aiutarci. C'era una confusione indescrivibile: mio papà che gridava perchè doveva battere ancora il buco e perciò gli occorrevano gli attrezzi, il nostro vicino cioè il signor Antonio che impiegava tutte le sue forze per far salire la scala e noi sorelle e la mamma aiutavamo il signor Antonio. Alla fine ci riuscimmo; dopo tanti sforzi la scala era salita e ringraziando il signor Antonio ci mettemmo a pulire. Io dovevo scaricare insieme a mia sorella la cariola piena di sassi, mattoni, ecc.. in un determinato luogo, la mia mamma puliva il pavimento, invece il mio papà sbuffando andò a letto a dormire.
sufficiente, visto 8 ottobre 1981
L'insegnante sottolineò per ben due volte, con grande enfasi di biro rossa, la mancanza dell'articolo determinativo "IL" prima delle parole "mio papà". Ma come. Di errori ce ne sono molti, in questo tema, ma non questo! A parte gli errori, o forse anche per quelli, i temi dei bambini sono troppo forti! Se poi ti riportano alla memoria scenette familiari sepolte sotto le macerie del tempo, diventano una lettura fresca e piacevole, spero non solo per me.
mercoledì 10 novembre 2010
tutto quello che mi serve sapere
"TUTTO QUELLO CHE MI SERVE SAPERE, riguardo a come vivere, cosa fare e come comportarmi, l’ho imparato all’asilo.
domenica 7 novembre 2010
lotta alla prostituzione
Avete sentito le sante parole di Occhiali Rossi?
Lo SCHEMA rimane quello dei tempi di Carlo Cudega: ai poveri si alza l'asticella del reato, mentre ai ricchi tutto è permesso. Anzi, il lecito dei patrizi è direttamente proporzionale all'illecito dei plebei.
"Foglio di via alle prostitute della strada" ... ma attenzione al lodo stradale: il foglio sarà sventolato ai quattro venti, a meno che la strada sia quella che dal cancello di villa certosa porta al lettone del nostro putin nostrano.
Avete poi sentito anche le sante parole del pifferaio magico a fianco di occhiali rossi?
Il nostro amabile e amato putin nostrano, leader maximo dei puttanieri, che parla di puttane. Uhhh!!
Una volta si chiamava ipocrisia, io oggi la chiamo indecenza. Mancanza di vergogna.
Domani si aprirà, a Milano, il convegno nazionale sulla famiglia. Inizialmente avrebbe dovuto inaugurarla LUI, il pifferaio, forse per la sua comprovata esperienza nel campo delle famiglie allargate, mooolto allargate, ma poi ha cambiato idea, per evitare "STRUMENTALIZZAZIONI"!!!!
Ora, qualcuno mi dovrebbe spiegare perchè le parole cambiano di significato come bandiere al vento. Quando ci raccontavano la favola dei vestiti nuovi dell'imperatore, la frase del fanciullo che gridava: "il re è nudo!" non era definita strumentale, ma sincera.
Lo SCHEMA rimane quello dei tempi di Carlo Cudega: ai poveri si alza l'asticella del reato, mentre ai ricchi tutto è permesso. Anzi, il lecito dei patrizi è direttamente proporzionale all'illecito dei plebei.
"Foglio di via alle prostitute della strada" ... ma attenzione al lodo stradale: il foglio sarà sventolato ai quattro venti, a meno che la strada sia quella che dal cancello di villa certosa porta al lettone del nostro putin nostrano.
Avete poi sentito anche le sante parole del pifferaio magico a fianco di occhiali rossi?
Il nostro amabile e amato putin nostrano, leader maximo dei puttanieri, che parla di puttane. Uhhh!!
Una volta si chiamava ipocrisia, io oggi la chiamo indecenza. Mancanza di vergogna.
Domani si aprirà, a Milano, il convegno nazionale sulla famiglia. Inizialmente avrebbe dovuto inaugurarla LUI, il pifferaio, forse per la sua comprovata esperienza nel campo delle famiglie allargate, mooolto allargate, ma poi ha cambiato idea, per evitare "STRUMENTALIZZAZIONI"!!!!
Ora, qualcuno mi dovrebbe spiegare perchè le parole cambiano di significato come bandiere al vento. Quando ci raccontavano la favola dei vestiti nuovi dell'imperatore, la frase del fanciullo che gridava: "il re è nudo!" non era definita strumentale, ma sincera.
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