martedì 30 marzo 2010
in questa giornata funesta
In questa giornata funesta ma prevista una cosa mi ha strabiliata: la notizia non funesta e non prevista che nella destrosa, ricca, leghista città di Lecco gli elettori hanno rispedito al mittente il lecchese Castelli, ex ministro della giustizia ora viceministro e senatore, super gettonato e super favorito. E' stato come se qualcuno gli avesse tolto la poltrona mentre si stava sedendo, una scenetta veramente comica. Ben gli sta, a quella faccia da topo.
In questa giornata funesta, ma prevista, una cosa mi ha causato godimento allo stato puro: apprendere che Brunetta non è riuscito a salire in gondoletta.
In questa giornata funesta ma prevista una cosa mi ha urticata: la vittoria di una certa Polverini che ha rozzamente polverizzato l'armonia delle canzoni di Battisti
In questa giornata funesta, ma prevista, una cosa mi ha fatto sorridere. La lettura di un bel post sull'astensionismo e sulle ragioni del voto e del non voto.
http://www.lacrisi2009.com/2010/03/la-forza-del-partito-che-non-ce_29.html
domenica 28 marzo 2010
si può o non si può?
venerdì 26 marzo 2010
Seneca diffida dal votare i ciarlatani
Libero dalla plastichetta quello dei tre più imponente, un tomo di 600 pagine, "Educazione e formazione a Roma". A prima vista sembra una piotta terribile, ma sfogliandolo trovo dei brani che attirano la mia attenzione. Credo che lo sbocconcellerò, leggendo qui e là .
Ci sono delle perle come questo brano di Seneca, a pagina 83:
"Tu ti puoi rivolgere anche agli antichi, che sono a disposizione. L'aiuto ci può venire non solo dalle persone ancora vive, ma anche da quelli che non ci sono più. Fra i viventi scegliamo non quelli che parlano di getto e a vanvera, ribadiscono luoghi comuni e in privato sono dei ciarlatani, ma quelli che insegnano attraverso esempi di vita, che confermano con il proprio modo di agire le massime che ci forniscono, che ci insegnano ciò che dobbiamo evitare, nè mai sono sorpresi a fare ciò che ci hanno raccomandato di evitare; chiedi aiuto a colui che ammiri per averlo visto agire più che per averlo ascoltato"
(Epistulae, 52, 7-8)
Il buon Seneca vuole indicarci la strada giusta per scegliere le persone alle quali affidarci. Rivivesse ora, anno duemiladieci dopo cristo, e si trovasse a un giorno dalle elezioni regionali, e non ammirasse alcun politico di quelli presenti sulla scheda, scommetto che si troverebbe anche lui in difficoltà, come me, e non scriverebbe quelle cose a cuor leggero.
C'è solo una cosa, di cui sono sicura: voterò a sinistra, cioè parteciperò al gioco pur sapendo di perdere.
giovedì 25 marzo 2010
calderoli fa il calderaio
Ma da piccolo non l'hanno lasciato giocare coi fiammiferi? Gli era rimasta la voglia, poverino, non vedeva l'ora. Speriamo che gli abbiano almeno lasciato distruggere le costruzioni del lego, giocare al dottore, sparare con armi giocattolo e fare il pagliaccio, una volta all'anno.
mercoledì 24 marzo 2010
un papavero fidato
dal blog di Nando dalla Chiesa | |
Tuesday 23 March 2010 | |
Ho anni 63 compiuti, abito a Segrate, ho lavorato 20 anni per Mediaset in qualità di dirigente. Oggi, dopo una cena piacevole, percorro con mio marito la stradina notoriamente pedonale, ora abusivamente usata da poche auto di alti papaveri e rispettive scorte per raggiungere gli Studi televisivi di Rete 4. Da una di queste auto ci viene suonato il clacson, mio marito fa presente che i pedoni hanno la precedenza in quanto strada pedonale, si abbassa un finestrino e: "Spostati faccia di merda!" Riconosco Emilio Fede, che protende il suo viso sotto quello di mio marito, invitandolo: mettimi le mani addosso, toccami! Mi metto tra i due: "Sono stata tua collega per 20 anni, ho lavorato 20 anni con Carlo Bernasconi (braccio destro di Berlusconi, morto nel 2001, gran brava persona). A quel punto il grande cambiamento: mi scusi Signora, mi scusi Signora. Non le voglio le tue scuse, caro Fede, chiedo scusa io: per essere rispettata come donna ho dovuto ricordarti di aver fatto parte del clan dei prepotenti e degli arroganti. Sia per me e per tutti un momento di profonda riflessione. Silvia Cavanna, Segrate (lettera pubblicata sulla Repubblica di oggi 23 marzo) |
martedì 23 marzo 2010
Amor omnia vincit
Mi è subito venuto in mente il poeta Virgilio: "Omnia vincit amor", così sono andata a ripescare la frase dal mio file "frase latine che mi piacciono". Dette così, con la musicalità della lingua dei nostri avi, queste parole odorano di poesia, ma sentite in viva voce alla radio, da lui, sanno di obbrobrio. Alla meglio, stucchevoli come i bugiardini dei baci perugina, alla peggio, ridicole.
Ho deciso di non contestargli il plagio del buon Virgilio, sarebbe capace di falsificare i registri di nascita dell'antica Roma per provare che Virgilio NON è nato prima di lui, e chi sostiene il contrario è una toga rossa.
Sentilo, il declamatore dell’amore, che aizza la folla: “Volete voi che la sinistra prenda il potere e rimetta l'ici?” “ Noooo!!!!” "Volete voi pagare le tasse?" “Noooo!!!! " Volete voi che il velo del tempio si squarci?” “Noooo!!!”
Mi ricorda qualcuno ... ma chi, chi, chi? Mussolini no, troppo inflazionato, Hitler nemmeno, troppo esagerato... eppure... Il tarlo del "chi" ha lavorato tutto il giorno, inconsciamente, senza darlo a vedere: mentre ero al lavoro, mentre guidavo, cucinavo, mangiavo, telefonavo, partecipavo a un funerale, ri-tornavo a casa, ri-cucinavo, ri-lavavo i piatti, ri-ri-ri... ora ri-cordo, chi! Come ha fatto a non venirmi in mente mentre ero in chiesa? Ma certo, Ponzio Pilato che chiede alla folla: volete liberare Gesù o Barabba? e la folla, che risponde credendo di decidere, mentre qualcuno ha deciso per loro
Non gli ho contestato il plagio di Virgilio, ma gli consiglio di dare una ripassata a Cicerone, che diceva: io temo l'elogio perchè temo il ridicolo.
venerdì 19 marzo 2010
Aiuto, primavera in agguato
Vero che è bello, al mattino, svegliarsi col canto degli uccellini, i miei amati vicini di casa che se ne vanno in inverno e poi tornano in questa stagione, ad aprire la casa, le finestre, sbattere i tappeti, salutarti .. "Come va? Tutto bene? Noi stiamo preparando il nido per i piccoli, tu che fai di bello?" Che faccio, appunto, di bello? Bhò! Vai a saperlo!
Stamattina c'è anche il picchio rosso maggiore (sì, confermato dall'esperto) che trrrrr trrrrr ... tritura, con grinta, la corteccia di un albero malato, di buon'ora già alla ricerca di larve.
Tutto ciò è una goduria, ma invece che predisporre il mio animo alla garruleria i miei vicini di casa mi inducono a rimanere sotto le coperte, ad ascoltarli, e fare finta che la giornata non stia per iniziare.
Poi c'è la "natura che si risveglia", mentre io vorrei riprendere sonno, occupare la tana lasciata vuota da un letargico, dicendogli: adesso tocca a me, bello! ...
E invece mi tocca fare finta che la giornata sia iniziata, e in men che non si dica sono pronta. Mentre faccio manovra con l'auto in cortile, vedo che un bulbo dimenticato nella terra dell'aiuola sta cacciando fuori il suo bocciolo, senza fatica, come se la terra non fosse pesante.
Però non è giusto: la natura può sfoderare tutta questa energia perchè ha riposato, in questi mesi. Si è spogliata, si è accomodata al volere del gelo, si è lasciata coprire di neve, si è adagiata nel rifugio dell'inverno, ad aspettare, quieta. Nessuno l'ha incalzata, è stata lasciata in pace, nel suo brodo.
A noi invece il riposo non tocca mai, se non quello eterno, che è un pò esagerato.
Proverò a chiedere in prestito un pò di entusiasmo ai miei vicini di casa, a trrr..trrrr...triturare le paturnie, come il picchio, e cacciarmi fuori anch'io, come quel bocciolo di crocus, come se la terra non fosse pesante.
lunedì 15 marzo 2010
la parola
Giovedi scorso Umberto Broccoli, conduttore dell'ottimo programma radiofonico "con parole mie", (radio uno, ore 14) ha parlato dell' importanza della parola. Della responsabilità, gravità e definitività di certe parole, che non possono essere cancellate perchè "Ormai le hai dette". Ho ascoltato la trasmissione con piacere, era in perfetta sintonia con i miei ultimi post, e grazie al bravissimo Broccoli ho conosciuto questa poesia della Dickinson:
Muore la parola
appena è pronunciata:
così qualcuno dice.
Io invece dico
che comincia a vivere
proprio in quel momento.
Emily Dickinson
p.s. un consiglio per Gigi, e per noi: stiamo attenti alle parole che nascono nella pancia, possono essere indigeste, quando "vengono fuori"
sabato 13 marzo 2010
uguali davanti o dietro?
Pretendo un LODO per le alte cariche della famiglia, in modo che io e mio marito non possiamo essere processati dai figli per quello che abbiamo fatto e facciamo nell'esercizio delle nostre funzioni di genitori
Ho urgenza di appendere, nel bagno di casa mia, un DECRETO INTERPRETATIVO che interpreti a chi appartengano le tracce biologiche che attentano i sanitari sanificati dalla sottoscritta
Mi farebbe comodo un LEGITTIMO IMPEDIMENTO che mi permetta di autogiustificarmi quando, dopo una giornata di lavoro, non ho voglia di pensare alla cena
Gradirei l'IMMUNITA' sanitaria quando un utente, al lavoro, mi starnutisce o mi sputa addosso, l'immunità civile quando reagisco con un “Ma allora sei un cretino!”, l'immunità penale quando devo affrontare talis pater
Vorrei usufruire di un DECRETO salvacena quando faccio bruciare la cipolla mentre sto sul web
di un PROCESSO BREVE quando mi dimentico del ritorno del guerriero e del suo appetito
di una SANATORIA quando mi si prospetta un sabato di pulizie di primavera
di uno SCONTO DI PENA quando mi piomba in testa una spesa imprevista
Mi servirebbe uno SCUDO rinforzato per difendermi dalla dose molesta di tg quotidiano
Applicherei un RESPINGIMENTO dell'ascolto ogni volta che un politico dichiara cose stupefacenti, (nel senso che sembra parlare sotto l'effetto di stupefacenti)
Attuerei con gioia un DECRETO DI ESPULSIONE per qualsiasi pensiero si presenti nella mia testa sotto forma di paturnie.
giovedì 11 marzo 2010
martedì 9 marzo 2010
parole usa e getta
TANGENTOPOLI, NEO/TANGENTOPOLIE E BIRBANTELLOPOLI
L’italiano, è lingua molto ricca. Ogni vocabolo propone un mare di sfumature diverse.
E poi, di frequente, vengono coniati un sacco di simpaticissimi neologismi.
Anni fa sulla scena italiota comparve le parola
Di recente i comunisti/bolcevici, come sempre pedanti e poco creativi, hanno parlato di
“Ma che neo/tangentopoli e neo/tangentopoli d’Egitto”, obietta, deciso e sorridentissimo, Fra’ Inteso; qui siamo in presenza, al più, di qualche birbantello. Ed ecco un nuovo vocabolo: birbantellopoli
Ora avviene che io, di intelligenza notoriamente non brillante, sia andato in confusione. ed abbia cercato di comprendere le differenze tra tangentopoli, neo/tangentopoli e birbantellopoli.
E qui mi sono venuti in soccorso i miei studi di matrice scientifica. Ho letto i dati presentati dalla Corte dei Conti ed ho saputo che le tangenti 2009 vs 2008 sono cresciute del + 266%.
Ho provato ad esemplificare. Ad esempio, se nel 2008 la corruzione segnalava 23.488 reati, facendo 23.488 + 266% si ottiene 62.479 –
Se nel 2008 la corruzione denunziava 54.915 pastette, facendo 54.915 + 266% si trovano 200.999 tarallucci nel 2009.
A questo punto, pur essendo un curioso della lingua italiana, ho lasciato ad altri di giocherellare con tangentopoli, neo/tangentopoli, birbantellopoli.
Mi è stato sufficiente, per capire, servirmi della mia piccola calcolatrice.
Ciao a tutti, FC
Non so chi sia, questo effeci, spero solo abbia fatto i calcoli giusti, che non mi faccia fare figure
domenica 7 marzo 2010
il mistero delle parole
Le parole, si sa, sono importanti. Possono trasformarsi in poesia se usate bene o in pietre se usate male. Possono essere vere o false, oneste o ambigue, rassicuranto o inquietanti. Puoi decidere se sputarle fuori intatte, con gli spigoli, o succhiarle come caramelle, prima, per levigarle.
Per chi scrive possono diventare un'ossessione. Perchè una parola non vale l'altra, ogni parola ha un posto preciso. E tu devi trovarle il posto giusto, come quando fai un puzzle: fino a che il pezzo non si incastra, devi rifare. C'è solo una parola, e bisogna trovare quella, diceva il grande Mario Rigoni Stern, che vidi per la prima volta ospite a "Che tempo che fa", e della cui persona mi innamorai all'istante.
Un grande vecchio, un grande scrittore, un autentico amante della sua montagna, morto l'anno scorso, un uomo che si vedeva lontano un miglio, che era un uomo.