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compianto sul cristo morto |
Dice che è pieno di drammaticità, che manca volontariamente di prospettiva e che le immagini seguono una linea circolare.
Poi passa all'ultimo Botticelli della mostra, il ritratto di un fratello dei Medici assassinato durante la congiura dei pazzi, ma io mi perdo metà spiegazione perchè resto ancora qualche minuto a osservare il Compianto sul cristo morto, in solitudine, approfittando della fuoriuscita del gruppo.
Mi capita spesso che di un dipinto mi attiri un particolare: in questo caso mi commuove l'amore con cui la Maddalena abbraccia i piedi di Gesù, quei piedi che aveva profumato e asciugato coi suoi capelli quando Lui era ancora in vita.
Poi penso che forse l'artista ha inserito le immagini in un circolo per dare in qualche modo un volto anche al dolore, per dire che il dolore è una forza centripeta sempre diretta verso il centro della circonferenza, un sentimento che ti entra dentro, che tu stesso non lasci uscire perchè non sai dove ti porterebbe la sua traiettoria deviata.
E poi penso che forse l'artista ha disegnato un quadro senza linee prospettiche per dire che il dolore difetta di prospettiva: si consuma nel passato e manca di futuro, vive solo di presente, è cieco, afono, sarcopenico.
Un fermo immagine che aspetta solo che il tempo passi per ricominciare da capo.
Vado punto e a capo, come dice Gianna Nannini in una bellissima canzone che però mi serve per un altro post.