“Dire la verità. L’artista che scrive deve sempre sentirsi capace di questo.”
Natalia Ginzburg
Ma prima di dirla, la verità bisogna vederla. Dici poco?
Vediamo quello che vogliamo, quello che desideriamo, quello che ci serve in quel momento.
Non vediamo quello che non vogliamo, quello che ci dà fastidio, quello che ci farebbe soffrire.
A volte ci stupiamo di come un individuo non si accorga dell'evidenza che ha sotto il naso, e poi a noi capita la stessa cosa.
Quando si tratta di ingannare se stessa, la mente umana non conosce limiti.
(Anita Nair, l’arte di dimenticare)
Una sorta di sospensione dell'incredulità.
La bravissima neuropsichiatra dei miei primi anni di lavoro diceva che i meccanismi di difesa non sempre vanno rimossi. Nel caso si decida di farlo, occorre usare estrema cautela per non rischiare che crolli tutto.
Però bisogna riconoscere che a volte la verità sa essere gentile: prima di portarci il conto ci fa ubriacare un po', prima di travolgerci con la sua diligente diligenza ci fa sentire il rumore delle sue ruote, prima di sfidarci a duello ci manda un messaggero con la data, ci dà il tempo di prepararci, procurarci le armi, rinforzare la corazza, contare i passi, girarsi.
E poi lo sparo.
Se siamo scaltri, o forti, o semplicemente fortunati come il conte Pierre Buzuchov di guerra e pace, sopravviviamo.
20 febbraio 2010