giovedì 11 febbraio 2010

Ne abbiamo parlato per anni

Ne abbiamo parlato per anni, e gli anni sono diventati decenni: dobbiamo farlo, un week end insieme, senza figli e senza mariti. 
Ma c'era sempre qualcosa di più importante: eravamo incinte, dovevamo scodellare, poi allattare, poi allevare. 
Il pupo avrebbe pianto tutta notte, senza la mamma, e poi il marito andava in trasferta, e nel frattempo un altro pupo si beccava i pidocchi. 
Quando i figli raggiunsero finalmente l'età in cui potevano sopravvivere per una notte senza la mamma, un genitore si ammalava, la suocera dava il suo da fare, il cane aveva mal di denti e il gatto la congiuntivite. 
Nel frattempo, la pupa che non aveva bisogno di noi si lasciava col moroso, e tornava piccola quel tanto che basta. 
Quando Anna comprò un camper ci fu una nuova fiammata d'entusiasmo, progettammo una fuga con quello, dovevamo solo avere un pò di pazienza e aspettare che l'amica si impratichisse un pò nella guida della casetta con le ruote. Ma mentre si impratichiva, per un piccolo errore di misura infilò il tetto del camper nell'arco del cortile, e il progetto sfumò. 
Così non ne parlammo più.
Eppure, non so come, chi e quando hanno organizzato, sabato si va. 
Oddio, non ci crederò fino al momento in cui mi avvolgerò nel sacco a pelo, al caldo del rifugio, pronta a ciacolare fino a quando le parole si impasteranno di sonno. 
Di cosa parleremo? Un antipasto di lavoro, fino a che qualcuno -di solito io- metterà il veto. Poi sarà la volta di ... figli lazzaroni, marito brontolone, malanni di genitori e suoceri, badanti, riparazioni casalinghe, cani gatti e pappagalli. Perchè la nostra vita è quella. Speriamo ci sia il posto anche per qualche sogno.

13 commenti:

  1. Bello, ma parli come una vecchietta che ha perso ogni speranza. Avessi la tua età me ne farei di risate, il doppio e il triplo di quelle che mi faccio adesso. Annamaria è come te: da anni mi rimprovera che noi stiamo solamente a correre dietro a figli e nipoti "Che avremo alla fine?"
    A lei l'ho già spiegato, ora lo spiego a te lo iacopensiero a tal riguardo:
    Silvia, tu stai vivendo esattamente la vita che ti sei scelta e di cui sei soddisfatta, anche se non te ne accorgi. Questa è la terza volta che te lo dico in pochissimo tempo: tu sei buona, generosa ed altruista. In ciò che fai trovi la tua realizzazione. Hai un po`l'istinto della missionaria, come Annamaria, tale e quale. Quando andiamo in ferie da soli, lei pensa sempre ai figli ed ai nipoti che sono rimasti qui. Vedrai in questa tua evasione con sacco a pelo. Mi mangio un gomito se tu, dopo nemmeno mezza giornata e forse addirettura prima di arrivare non proverai nostalgia di G. e dei tuoi marmocchioni. Ci scommetto. Come scommetto sul fatto che dirai "No, mai stata così bene, gente".

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  2. Evvaiii!Brava, stacca la spina e pensa per un po' solo a te! Impara a volerti bene e a ritagliarti ogni tanto degli spazi solo per te! Io ormai lo faccio da una quindicina d'anni e ti giuro che non c'è niente di più rigenerante dell'allontanarsi per qualche giorno da figli, marito , genitori, suoceri.... Affanculo tutti quanti!

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  3. Ti invidio davvero tanto. GODITELA!

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  4. ornella, era proprio quello che pensavo di dire alle amiche alla prima musichetta di cellulare. allora, vogliamo goderci 24 ore di break e mandare affanculo tutti quanti, o no?
    perchè, ci scommetto il gomito di iaco, che i cellulari non li lasceranno a casa, quelle lì.
    Iaco, ti sbagli sulla mia vocazione missionaria: quando vado in ferie è sempre g. che mi ricorda di telefonare a casa.
    Wilma, tocchiamo ferro.

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  5. Scusa Silvia se utilizzo il tuo blog per comunicare con Iaco, ma volevo dirgli che io ricevo regolarmente le sue mail ma ogni volta che tento di rispondergli mi arriva una mail in inglese che mi informa che il recapito è fallito. E mi capita solo con lui!!! Ci riprovo domani....Ciao!

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  6. E' strano ma alla fine non rimpiangeremo i sogni... ma il tran tran della vita quotidiana...

    mirco

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  7. Sono andato a riguardare un tuo post del 3 febbraio: "Appunti di scienze" e il mio commento.
    Ma che cazzo ho scritto? Ho dato un'occhiata al testo del post (diario di una diciassettenne, si sa già cosa avrà scritto) e poi ai due commenti di Ornella e tuo. Mi sono innamorato dei commenti ed ho scritto il mio.
    Devo chiederti scusa cospargendomi il capo di cenere: non ho letto bene, forse dovrei dire non ho letto per niente la frase finale. Imperdonabile, ma io lo sono, quando voglio arrivare alla conclusione e allora leggo "mmmmmhh, mmmmmhh, mmmmmhh, mmmmmmhh OK".
    Ho riletto questo pezzo: "Mi sento sola e senza capacità di affrontare il dolore, la vita e la morte (sic),....mi sento brutta e incapace e intorno ogni cosa è contro di me...nessuno che mi voglia bene, perché nessuno conosce chiaramente quest'immagine offuscata e confusa, nello specchio posto davanti a me".
    È talmente bello e disperato che fin d'ora ti chiedo l'autorizzazione di usarlo nel prossimo romanzo (di cui già sai). Lo metterei in bocca al personaggio femminile giovane. Posso metterci un asterisco, *, con indicazione a fondo pagina del nome dell'autrice, oppure in fondo nei ringraziamenti a chi ha collaborato.
    Una diciassettenne così disperatemnte sola: come è possibile? Mi ricordi Paola D.B., la mia amica ebrea di cui ho già parlato irgendwo. Era sola e disperata ed io ho iniziato sfottendola per non so più cosa, una sciocchezza. Ho visto i suoi occhi riempirsi di lacrime, ho sentito la sua voce incrinarsi come se mille coltelli le avessero raschiato le corde vocali e mi sono detto: no, non è una piagnona; c'è il dolore del mondo nei suoi occhi. Le ho chiesto scusa. Ci ho messo un bel po' di tempo perché mi accogliesse come amico, ma poi mi ha raccontato la sua storia di ebrea italiana, sfuggita per caso al rastrellamento a Roma nel 38.
    Ecco scoperta la ragione del suo tormento.
    Purtroppo noi maschietti siamo molto superficiali; anche io, pur possedendo una enorme sensibilità, mi sono comportato da stronzo quella volta e, purtroppo, altre volte ancora, e sempre era una donna a doverne soffrire. Mi chiedo se tutto ciò abbia una valenza catarsica.

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  8. Fuma ha detto...

    Caro iaco, cazzate ogni tanto ne scrivi, come tutti, ma non quella volta, mi pare. Anzi, avevi fatto un bel commento, me lo sono andata a rileggere. Sulla superficialità dei maschietti, si, credo di concordare, ma non ho capito dove stia la catarsi (già che ci siamo correggiamo il catarsica di cui sopra in catartica, con la ti)
    .. ho chiesto alla fuma diciassettenne l'autorizzazione per la citazione: dice ok, senza asterischi. bye

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  9. 'nzomma, il tempo libero alla fine diventa sempre occupato da mille altre cose e casini e casi.
    Dunque il farlo si intendeva "ciaspolata" (che lo capisco solo perché vengo da qui).

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  10. Già... Ma credo che di ciaspolare l'abbiamo deciso al momento!

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    1. A volte non puoi che decidere all'ultimo momento.
      Ad esempio qui in Appennino dove le quote più basse offrono maggiori possibilità paesaggistiche e naturalistiche di ciaspolare ma anche frequenza delle precipitazioni e durata del manto nevosi decisamente più ridotte.
      Decidere quasi al volo e andare.
      Cogliere la ciaspolata fuggente! ;)

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  11. che poi le cose fatte all'ultimo momento spesso sono anche le più belle!
    ricordo un week end di qualche anno fa.
    mio marito torna dal lavoro al venerdì e mi comunica: io vado da qualche parte, non so dove, ma se ti vuoi aggregare ...
    così raffazzonammo di corsa la tenda, lo spazzolino da denti, dei vestiti pesanti, e partimmo per i grigioni in modalità "spera in dio".
    i ristoranti erano così cari che dopo aver girato tutta sera optammo per una merenda
    faceva così freddo in tenda che dormii con addosso il piumino
    il mattino dopo avevamo una tale fame che andammo in un albergo di lusso a fare colazione e ci rimpinzammo a iosa
    furono due giorni carinissimi!

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