sabato 19 giugno 2010

guarire con la scrittura

"La scrittura è infallibilmente terapeutica, liberatoria. Allora voglio scrivere, scrivere. Scrivere per esistere, non essere più bloccata dalle mie paure, non sentirmi più male per paura di quello che gli altri pensano di me. Voglio scrivere per pensare diversamente, non dirmi più che non valgo nulla, che sono troppo questo e non abbastanza quello. Per non avere più mal di fegato, per avere le mie mestruazioni, sciogliere il mio plesso. Scrivere per mostrarmi, per apprezzare e godere la mia musica interiore. Per ridere e piangere sulla carta prima e poi nella mia vita. Perchè il mio corpo sia uno e non scoppiato in mille pezzi. Voglio scrivere per espellere la palla che è nella mia gola, prendere le mie decisioni in completa libertà, non sentirmi più presa in trappola con una mannaia sopra la testa, colpevole di tutto e di niente, per rompere il ghiaccio e scoprire il mio specchio, non giocare più a nascondino con me stessa, con gli altri. Voglio scrivere per guarire dal mio passato, perchè le parole non mi facciano più male, per liberare mia figlia da me, per sentirmi muovere, svegliarmi, essere infine liberata dai miei sette peccati capitali ... Voglio scrivere per rivivere."

Tratto dal libro "guarire con la scrittura"
Sottotitolo: superare scrivendo sofferenze, frustrazioni e traumi

La tesi: scrivere aiuta a pensare, a prendere consapevolezza di un problema, ad accettare di avere pensieri irrazionali, cupi o detestabili, a capire perchè soffriamo, ad affondare la vanga in uno strato di terra così duro da essere diventato impermeabile, la terra di un presente sulla cui superficie rivoltiamo le zolle umide di ferite del passato, che credevamo di poter dimenticare seppellendole .
Scrivere per dare corpo ai fantasmi di questo passato mettendo nero su bianco i gesti le emozioni le voci e finalmente guardarle in faccia, presentare il conto a chi ci ha fatto del male.
Una bella tesi, anche se non è proprio tutto così semplice, perchè puoi così scrivere, i conti alla fine non tornano mai.

13 commenti:

  1. A volte scrivendo certe cose sembrano ancora più vere.
    Un saluto

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  2. Alla fine i conti tornano sempre, ed il risultato è +1 -1 = 0.
    Guarda però che non si scrive solamente per dare corpo ai fantasmi del passato e poi poterli guardare in faccia. Molto spesso si scrive per dare corpo ai sogni e alle speranze del futuro e poterne individuare i difetti, o forse per niente, solo per il gusto di vederli scritti nero su bianco.
    Da un po' di tempo sei troppo pessimista, cara Simba.
    Se incominci alla TUA età, che farai quando sarai in vista della MIA?

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  3. grazie, STELLA

    ERNEST, forse sembrano più vere perchè sai che non scappano come le parole dette, ma rimangono come parole scritte, come bene dicevano i latini

    IACO, i conti tornano SEMPRE solo in matematica, ma la vita non è un'equazione e la matematica bisogna saperla masticare, altrimenti i conti non tornano nemmeno sul foglio a quadretti.
    Ti do ragione invece quando dici che scrivere è anche altro. Ci mancherebbe, io stavo parlando del libro.
    Il mio pessimismo? non credo che sia questione di età, ma di predisposizione: chissà, forse addirittura genetica. non conosco studi scientifici al riguardo, ma mi hai incuriosita, scandaglierò.

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  4. Son d'accordo con Vincenzo. Scrivere per me è un modo per conoscermi meglio, per ricordarmi chi sono, quali sono le mie priorità ed i miei sogni. Scrivere non mi serve a guarire dato che sto bene ma chissà...forse previene...

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  5. Voglio un po' di ottimismo intorno a me porcaccia vacca!
    Scandaglia pelandrona e troverai che in fondo su questo porco mondo si sta bene, finché si ha il culo di starci.
    Poi...si vedrà, e chissà che non ci sia data ancora una possibilità (la quarta?...la quinta?...la sesta?...la millesima?...)
    Ricordi "La possibilità di un isola" di Michel Houellebecq?

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  6. Nel nord America hanno trovato una caverna completamente tappezzata di mani. Solo mani sinistre e di giovani data la grandezza: hanno immaginato che servisse per avere la protezione degli dei prima di una battaglia o di una battuta di caccia. Quello che mi ha emozionato è la forza evocativa di tutte quelle mani, potevano voler dire tutto o niente ma in quelle impronte c'era scritta la storia dell'uomo che dai disegni rupestri al racconto orale alla scrittura come la conosciamo oggi vuole, fortissimamente vuole, raccontare di sè o di ciò che lo attrae, dedi suoi sogni o di quello che vede e sente. Fa tutto ciò con una tale pervicacia da intenerire, perchè possono cambiare i mezzi, gli stili,i modi ma, resta il desiderio di segnare la sua vita sulla carta, sulle pareti della metropolitana, sulle mura delle città, per.........ognuno ha un suo fine. Consegnare la memoria al futuro, immortalare i suoi pensieri, raccontarsi e raccontare per capire meglio ciò che lo circonda, per sopravvivere a se stesso o per non prendersi troppo sul serio, per stare in compagnia o da solo, sono così tanti i motivi ma c'è un fascino in ogni scrittura, da quella cuneiforme ai geroglifici agli ideogrammi. Incidere una corteccia per ritrovare la strada o una tavoletta per una poesia od un contratto di compravendita ci fa crederre per un attimo di essere diversi dalle bestie con cui siamo imparentati, per un attimo......Per motivi di studio ho riletto alcuni testi poetici dal 1500 ai giorni nostri ed alcuni sono così sinceri altri manieristici, un puro esercizio di stile e non di cuore e mente e non riesco a capire cosa ci sia sotto nel senso che una carezza od una stretta di mano sembrano a volte bastare per esprimere affetto e sentimenti. Perchè allora scrivere d'amore o peggio dell'amore: rendiamo così più prezioso quello che sentiamo, scrivendolo ci convinciamo che sia vero, lasciamo un'impronta diversa da quella di una scarpa o di un piede. La scrittura è quindi un sigillo che aperto svela quello che noi siamo veramente sia che si tratti l'amore o la coltivazione delle patate o la costruzione di un acquedotto.Interpretare poi la scrittura, la grafia, oggi con il computer questa scienza ha problemi di sussistenza ma è fantastico capire con chi stai parlando da una gamba della lettera a o dalla l e dalla t, dalla rotondità di una o o dall'inclinazione di una frase. La scrittura araba poi sembra un ricamo o un lavoro ad uncinetto ma sto divagando troppo dall'argomento principale e scrivere è qualcosa che va oltre il bisogno di esprimersi: è un segno distintivo della nostra specie come uccidere i nostri simili o accudire i cuccioli (come fanno la maggiorparte dei mammiferi)e rispetto ad altre specie animali ci rende più interessanti non credo migliori.

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  7. Noi umani usiamo le parole per esprimere i nostri pensieri: parole gridate dentro la testa, mentre pensiamo e siamo soli con la nostra anima,parole mute sulla carta quando vogliamo che anche gli altri le conoscano. Questo noi lo chiamiamo intimismo, bontà nostra, e capacità di comunicazione con gli altri.
    Ti sei mai chiesta, Tiziana, come possa pensare un gatto o un cane o una scimmia, oppure un bue?
    Non parlano quindi non possono esprimere pensieri articolando suoni; possono farlo solo con immagini.
    Ho letto in una sua biografia che Einstein pensava assemblando immagini. Deve quindi essere il metodo migliore e più veloce di pensare.
    Qualcuno potrebbe a questo punto immaginare che anche un gatto dovrebbe essere in grado di formulare teorie come quella della relatività.
    A parte il fatto che magari lo fanno senza dare alla cosa tanta pubblicità,tuttavia io penso che in fondo sia una questione di grammi di cervello in più o in meno.
    E poi gli animali non sanno scrivere,grazie a dio, altrimenti sai quante lettere di licenziamento riceverebbero certi padroncini.

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  8. IACO, what's "La possibilità di un isola" di Michel Houellebecq?

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  9. È un romanzo molto interessante edito da Bompiani; prima edizione settembre 2005.
    Se vuoi acquistarlo ti do gli elementi per il tuo libraio: ISBN 88-452-3493-2
    A me è piaciuto un sacco.

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  10. grazie, prima di acquistarlo lo devo leggere: passerò in biblioteca. Se mi piace un sacco, lo comprerò poi. Sabato sono andata in libreria e ho ordinato un libro di Grossman, un libro che sto leggendo per la terza volta. Volevo l'edizione con la copertina rigida, ma non la fanno più.
    Ho comprato le vite dell'altipiano di Mario Rigoni Stern e questo dolore ti sarà utile, di Coleman, che ho finito mezz'ora fa.

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  11. Stai leggendo "Vita destino" di Grossman, edito da Adelphi?
    Io non sono riuscito a farmelo arrivare. Sti cornuti!
    Leggilo anche per me.

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  12. no, il mio Grossman prediletto è David, anche perchè dell'altro quasi ignoravo l'esistenza. Incuriosita dal tuo vita e destino, che non mi risultava tra i libri del mio Grossman, ho trovato questo BEL post su questo BEL blog http://nonsoloproust.splinder.com/post/19420987
    Non sarà come leggere il libro ma penso ti interessi.

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