TE NE ANDRAI DOMANI
Una folata di vento,
un rumore di foglie secche scagliate
negli angoli del cortile
e da oltre la ferrovia il latrare
di un cane.
Niente altro;
non mi viene nemmeno un pensiero di commossa pietà
per questa mia vecchiaia incipiente,
per questo vuoto
che solo il freddo e il vento riempiono.
Te ne andrai domani.
Lo so da mesi ormai, conto le ore,
ma voglio far finta che tu non sia mai passata
attraverso la mia vita,
e già da adesso so quello che
proverò a dirmi da domani, le bugie che mi racconterò perchè si faccia
sera, e poi di notte perchè si faccia mattina.
Vincenzo Iacoponi, in Maximiliansau, in un giorno di novembreQuesta primavera il mio amico Vix mi spedì un suo dipinto (nella foto) e 18 poesie.
Mentre leggevo "Te ne andrai domani" vedevo come in un fotogramma le immagini che descriveva, e mi piacque talmente tanto che glielo dissi e ridissi fino a che la mandò a un concorso nazionale di poesia.
L'altro giorno mi ha fatto sapere che "te ne andrai domani" è stata selezionata per la pubblicazione.
Rinnovo i complimenti al mio amico scrittore-poeta, elogio pubblicamente la sua poesia e mi congratulo con me stessa: mi sento come un cane da tartufo che ha annusato, scavato ed estratto dalla nuda terra un prezioso frutto.
Che cosa posso aggiungere io, che non suoni sciocco, dopo quello che hai scritto tu?
RispondiEliminaAvevi ragione: è una bella poesia, giusto averla mandata ad un concorso letterario, grazie a te. Non l'avrei mai inviata se tu non avessi tanto insistito.
Sei un eccellente cane da tartufi. La verità è che ne capisci parecchio, più di me, ed hai il coraggio di affrontare anche l'insuccesso, e questo è proprio delle persone forti.
In questi giorni hai dimostrato di esserlo, e te ne do atto.
Strano per i miei parametri: non mi vengono le parole, che io sia commosso? Sta a vedere che mi sto invecchiando di brutto, sta a vedere.
A proposito di vedere: sai che quel lavoretto a pastelli è proprio caruccio forte? Non me lo ricordavo più tanto bene, ed averlo rivisto mi ha fatto ricordare perché mi erano venuti sulla punta dei miei pastelli quei tetti rossi e quelle mura giallo indiano intenso. Avevo visto una casetta molto bella, color giallo indiano, con un tetto color terra di Siena bruciata e non ci ho messo tempo, li ho buttati giù come li vedevo.
Mi piacciono, e sono contento di avertene fatto omaggio, sì, perché erano proprio dipinti per te.
Purtroppo la qualità della foto risente della mia incapacità tecnica: c'è un riflesso-riflusso di luce che disturba i colori. Per osservare l'originale, incorniciato di rosso amaranto, devo solo alzare lo sgurdo, alla mia destra. Grazie ancora, allora.
RispondiEliminaPoesia molto essenziale, a differenza delle tante cose pretenziose che si leggono in giro, diretta, immediata, senza fronzoli. "Contenuto" con una spolverata appena di "forma". Mi piace.
RispondiEliminaBravissimo M.B.!
RispondiElimina(checacchiodinome ... e dire che mi lamentavo della mia pimpa)
Credo che tu meglio di me abbia colto l'essenziale: l'essenzialità della poesia stessa.
Breve e definitiva come l' essenza di un addio, un addio triste come l'immagine di quelle foglie scagliate in un angolo, foglie che, come diceva ungaretti, siamo noi.
Foglie trattate con prepotenza dal vento del destino, buttate in un angolo e dimenticate, che possono reagire alla violenza della natura solo facendo finta che, e aspettando la sera e poi la mattina.
E' poi vero che in una poesia uno ci può leggere quello che vuole, che magari non c'entra niente. Ma in questo lasciarti libero di pensare non è c'è forse la grandezza dell'arte?
Permettimi di fare i complimenti al Mammifero Bipede, che con quattro stringate parole ha affondato un incrociatore. Commento da inviare a certi tromboni che dominano la nostra cultura e che scrivono tante cose "pretenziose" volendo solo fare sfoggio di eloquenza.
RispondiEliminaBravo Bipede e grazie.
Cosa aggiungere per Silvia?
Che io modestamente ne avevo intuito il valore di scrittrice e quindi di intenditrice in materia già al primo impatto. Ricordi? (17.12.2009)
Ci avevo azzeccato a fiuto.
Cane da tartufi anca mi.
@ Silvia
RispondiEliminavolevo una definizione di me che fosse anch'essa essenziale... :-)
@ Vincenzo
Non frequento spesso i territori della poesia, né come autore (che parolona pretenziosa...) né come lettore. Il problema con la poesia italiana è che la forma soverchia quasi sempre il contenuto.
Recentemente ho trovato cose molto belle in lingua inglese: Auden, Eliot, lo stesso Shakespeare... ma leggerli e comprenderli in lingua originale è molto faticoso.
Cmq, ora che ho scoperto questo blog, passerò a salutare ogi tanto...
a presto, allora, sei il benvenuto!
RispondiElimina.. però anche i pipistrelli sono mammiferi bipedi, come la metti? :)
Acc! Hai scoperto la mia identità segreta... :-)
RispondiElimina@ Caro Bipede (definizione quanto mai essenziale), hai tanta ragione.
RispondiEliminaPensa che io, che non mi considero un poeta ma mi sono spesso cimentato con versificazioni varie, ho scoperto solo ultimamente quanto la supremazia del contenuto sulla forma sia importante.
In parole povere e per citarti "una spolverata di forma" è sufficiente, ma quel che conta è la stringatezza del contenuto, l'essenzialità di pochi concetti, a volte di uno solo.
Conosco pochissimo Auden, ma concordo su tutta la linea per quel che concerne Eliot e Shakespeare, che è modernissimo, quasi attuale.
Conosco però talmente poco l'inglese che faccio una fatica immensa a leggerli in originale, e alla fine smetto, completamente rimbambito.
PS: scommetto che avrai capito quanto sia "tosta" la nostra bloggista, che gentilmente ci ospita: non le si riesce a togliere l'ultima parola...
Non è vero che voglio sempre avere l'ultima parola. Non sono un'arpìa. Odio qualsiasi sipario, non sono petulante, non sopporto i litigi, non taglio mai la strada, non faccio il dito e a volte mi capita perfino di "mandar giù".
RispondiEliminaPer contro non posso nemmeno definirmi una donna remissiva, dolce, adattabile a qualsiasi ruolo o esigenza.
Sono una rusticissima via di mezzo, una linea di mezzeria in strada di aperta campagna. Continua, discontinua, doppia, doppia continua, bho... dipende dalle situazioni.
Mammifero bat, non poteva essere altrimenti, col fiuto che mi ritrovo in questi giorni.
RispondiEliminaTempo fa io e iacoponi abbiamo sparato qualche scemenza about questi simpatici animaletti, devo solo ritrovare il post incriminato.
Un giorno mi spiegherai come abbinare delle parole a un link. bye
@ vincenzo
RispondiEliminaAnch'io fatico a leggere l'inglese, non "molto" ma insomma... Mi aiuta un po' tutta la musica rock/pop che ho ascoltato negli anni, l'abitudine al suono di certe parole, ad abbinarci delle emozioni.
Solo in questo modo riesco a ricavare emozioni da un testo in una lingua diversa dalla mia.
Per muovermi a scrivere versi ci vuole un'ispirazione prepotente, il che rende l'evento rarissimo. Per dire, questa è una delle ultime, e se guardi la data... (ovviamente mi interessa molto il vostro giudizio, anche se ritmicamente non è molto brillante...)
@ Silvia
Avere l'ultima parola, spesso significa semplicemente avere la cortesia di rispondere... ;-)
Quanto ad inserire i link nei commenti è semplice, basta una stringa in HTML... ma non te la posso scrivere "in chiaro"
E' spiegato qui: http://xhtml.html.it/guide/lezione/1674/i-link-e-lipertestualita/
@Silvia
RispondiEliminaNon volevo morderti sul collo o sul sedere, né altrove. Voleva essere un simpatico complimento, guarda tu. Me lo diceva il mio papà: mai complimenti alle donne, chissà come li interpretano.
Insomma sei un viottolo di campagna, a sentir te. Averne di viottoli così in certe giornate di merda! Quando una passeggiata ti rimetterebbe in forma.
PS: Qual'è il post dove abbiamo sparato scemenze su simpatici animaletti?
@Bipede
La tua poesia mi è piaciuta. Proprio il ritmo delle tue quartine a novenari, che molto si adatta alla tua azione velocipedistica mi ha interessato.
Sono riuscito a vederlo "quest'uomo puntino nel buio", che corre in un volo notturno.
Bella, molto bella l'immagine
"il volo notturno si nutre
di spazi ignorati dal mondo".
Mi ha fatto pensare che senza accorgermene avevo effettuato innumerevoli "voli notturni" nel corso dei miei anni nutrendomi abbondantemente di quegli spazi, ignorato da tutti e, forse proprio per questo, felice.
Ci visitiamo vicendevolmente nei blog?
Ciao
@Bipede, about poesia
RispondiEliminaNon ho letto ad alta voce, non sono abituata.
Però l'ho riletta una due tre volte.
E' bella, dà l'idea.
L'idea che mi dà è quella del bisogno fisico e spirituale di ritrovarsi finalmente soli dopo un'ubriacatura di cose, di persone, di chiacchiere.
Per questo i due versi che mi piacciono di più sono:
Un senso di me prepotente
Ricavo dall'essere solo
e l'ultimo,
Il letto mi abbraccia e nel sonno
Disciolgo la fame di vita.
Le persone che godono nello stare con se stessi sono quelle più ricche di stimoli propri, come diceva il grande papà Ginzburg:" Voi vi annoiate perchè non avete vita interiore!" (Lessico familiare, Natalia Ginzburg)
@ iaco
RispondiEliminaE vada per il complimento, a buon rendere.
Ho scartabellato i post di quest'estate alla ricerca dei pipistrelli, senza trovarne accenno.
Don't matter, non era niente di che.
Ti è piaciuto l'accenno ai "voli notturni"?
A me fa sorridere, perchè mi ricorda le abitudini del simpatico animaletto alter ego dell'autore della poesia.
@ Silvia e Vincenzo
RispondiEliminaHo messo i feed di entrambi i vostri blog nel mio aggregatore, questo significa che vi leggerò, almeno finché scriverete cose interessanti... ;-)
Ogni tanto passerò anche a commentare, quando troverò qualcosa di interessante da aggiungere.
Bye.