giovedì 7 ottobre 2010

Nothing Else Matters

Quando eravamo piccole capitava che io o le mie sorelle frignavassimo per niente, o per stanchezza, o senza sapere il perchè. Ad esempio quando mi addormentavo sul divano dopo cena e alla fine del film o del varietà mi svegliavano per mandarmi a letto, immancabilmente mi mettevo a piangere.
Quando facevamo così mamma ci sopportava per un po', e poi ci dava due sberle: non aveva la pazienza che ha adesso coi nipotini.
"Così piangi per qualcosa", diceva.
Mi è successa la stessa cosa, da grande.
Prima che cominciassero i guai dei miei figli ho passato un periodo del cavolo, diciamo da luglio dell'anno scorso a ... bè non c'è nemmeno stata una fine. Ma erano tutte paturnie del menga.
Adesso mi sono arrivate due sberle in faccia, così imparo a frignare per niente.
E come se non bastasse mi sento così in colpa. So che è una cosa irrazionale, ma mi sento in colpa davvero. Forse perchè quella di Daphne è una malattia genetica, forse perchè quando un figlio sta male qualsiasi mamma sarebbe disposta a scontare qualsiasi pena, a prescindere.
Cerco di distrarmi scrivendo stronzate sul blog pur sapendo che è solo un palliativo, una terapia occupazionale.
Ma non c'è niente altro,
Nothing Else Matters, Niente Altro Importa.

7 commenti:

  1. Quando mi è capitato un guaio simile io ho letto in continuazione per giorni interi libri senza capire e forse vedere nemmeno una riga.
    È però un sistema che funziona: l'azzeramento delle facoltà intellettive, lo chiamo io.
    Coraggio, passerà.
    Come dice Eduardo "ha da passà a nuttata"

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  2. leggendo il commento di vincenzo deduco che sia stato qualcosa di grosso nella tua vita,
    allora non so di preciso cosa dirti però spesso mi capito queste paturnie...
    anche adesso!!

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  3. Solo una mamma ansiosa come me e che vede nel proprio figlio la ragione della propria esistenza può capirti. Sono profondamente addolorata per le complicazioni a cui sta andando incontro Daphne, speravo si risolvesse tutto subito e per il meglio. Comunque ti consiglio di non fermarti e di provare a sottoporre il caso a qualche luminare di Milano. Lo so, potrebbe essere molto oneroso, ma per i propri figli si fanno sacrifici di tutti i tipi, specialmente se si tratta della loro salute. Sono davvero vicina a tutti voi

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  4. I primi giorni sono i più difficili perchè cerchi ovunque una soluzione, un'alternativa, e non trovandola ti senti impotente. Non ci sono regole uguali per tutti ognuno trova la propria strada camminando a tentoni. Ricorda il bisogno dei riti quotidiani ripetitivi che donano stabilità. Ricordati che chi ci ama non desidera quell'obliqua pietas che ti fa sentire un condannato a morte. Guardala con fermezza negli occhi e falle capire che tu ci sei, ora, su di te può contare e qualsiasi diagnosi debba affrontare non sarà così terribile quanto riceverla sapendo di essere sola nel viverla. Tra madre e figli scatta sempre una solidarietà nei momenti più difficili e critici che non ha bisogno di parole per avere una conferma: si nutre di gesti, di fatti, di sguardi. Non farle leggere nei tuoi occhi la disperazione o lo stordimento del momento. Spesso la verità fa meno male della menzogna travestita da "annuncio di ritardo...."come se il treno dei miracoli dovesse arrivare da un momento all'altro. Non arrenderti e scoprirai sempre un'alternativa a quella che sembra una condanna definitiva. Non parlo di guarigione ma, di affrontare la nuova situazione con gli strumenti più adatti per dare alla sua vita un nuovo significato e dignità. In bocca al lupo!

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  5. GRAZIE Tiziana, GRAZIE Ornella, GRAZIE Sabby, GRAZIE Enzo.

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  6. ..mi vieni in mente una frase che ho letto nel blog di Giorgio un po' di tempo fa: "cuor che dona non è mai solo". A te che quasi ogni giorno ci doni un poco della tua vita con le tue pagine, non manchi mai il sostegno di ciascuno di noi che ti leggiamo, a tua figlia la consapevolezza di esser parte di un universo assai più grande di quanto immagini, nel quale ciscuno ha il suo posto e il suo ruolo: anche lei!

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  7. Ciao. Hai perfettamente ragione, quando un figlio sta male la vita non è più la stessa per un genitore. Le malattie genetiche sono le più difficili da curare, ma non bisogna mai dire mai! Sperare in qualche nuova scoperta e un modo come un'altro per non rassegnarsi... " E non importa nient'altro"

    Pure io amo l'originale dei Metallica... Ma questo brano mi piace talmente tanto che mi diverto a scoprire l'enorme quantità di esecuzioni che ci sono in giro.
    Ti auguro un sereno weekend

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