Nel finale del post vola alto richiamando alla memoria la tragedia di Antigone, chiedendosi: "forse perché adoro questo personaggio femminile, ma mi sono detto: guarda un po' che roba, laggiù una salma esposta al vento e alla pioggia, che non si voleva seppellire; qui da noi un'altra salma, che alla pioggia e al vento è rimasta già esposta per 42 giorni e che si è seppellita in una bara bianca, ma che tutti quotidianamente riesumano in modo impietoso. Dove sta una Antigone a volerla sepolta per sempre? Dove un Sofocle a pronunciarne il requiem definitivo?"
Sulla scia della tragedia di Sofocle, che non ho studiato, e cercando di volare alto come Iacoponi, nella mia memoria è subentrato un episodio che mi aveva impressionata, ai tempi dello studio dell' Iliade: lo scempio che Achille fa del corpo di Ettore , dopo averlo ucciso in duello.
"Disse e meditò di fare un' offesa al glorioso Ettore: gli forò i tendini dietro ai due piedi dalla caviglia al tallone, ci passò due cinghie, lo legò al cocchio, lasciando la testa ciondolare a terra, e balzato sul cocchio, alzando in alto le armi frustò per partire: desiderosi di correre i cavalli volarono. Intorno al corpo trainato si alzò la polvere: i capelli neri si scompigliarono; tutta la testa giaceva in mezzo alla polvere, prima stupenda"
Per tre volte Achille infierisce sul cadavere del nemico troiano, facendolo ruotare attorno al tumulo dell'amico Patroclo, precedentemente ucciso dallo stesso Ettore. Gli dei, impietositi dallo spettacolo, vorrebbero intervenire, ma Era, Poseidone ed Atena si oppongono.
Il dodicesimo giorno Apollo prende la parola e rimprovera gli altri dei per la mancanza di pietà: Zeus allora convoca Teti -la madre di Achille- e le comunica la sua decisione che Achille restituisca il corpo di Ettore al padre Priamo, re di Troia.Teti riferisce queste parole al figlio, che non può opporsi al volere degli dei. Priamo si reca nella tenda del greco per chiedere la restituzione del corpo di suo figlio. Il re di Troia si inginocchia ai piedi dell’eroe e implora pietà: Achille è commosso e, dopo aver offerto una cena in onore di Priamo, restituisce il corpo di Ettore al padre ed accorda una tregua di 12 giorni per permettere le esequie dell’eroe troiano. Il cadavere di Ettore viene curato e arso su una pila di tronchi; le ossa poi raccolte in un vaso d'oro e sepolte in un grande tumulo.
L'ira funesta del pelide Achille che infiniti addusse lutti agli achei aveva una sua ragione nel dolore per la morte dell'amico Patroclo per mano di Ettore. E alla fine anche l'iroso eroe greco viene ricondotto alla ragione.
Gli sciacalli odierni non hanno nessuna ragione, nessuna scusante per la profanazione della salma.
Gli sciacalli odierni non non hanno vergogna di nessuno, non temono l'ira degli dei, obbediscono solo al dio share, non sanno cos'è la pietas e trascineranno il cadavere di Sarah intorno ai nostri occhi e alle nostre orecchie fino a che tutti gli avvoltoi avranno la pancia piena.
Teti intercede presso Zeus in favore del figlio Achille
Paragone quanto mai calzante, complimenti.
RispondiEliminaAnche qui una salma vilipesa,non da comuni mortali ma da un semidio. Tale era infatti Achille nella teologia greca in quanto figlio di una dea, Tetide, e di un mortale, Peleo re dei Mirmidoni.
Alla fine il pianto di Achille unito a quello di Priamo cancella solo in parte gli orrori di quei giri intorno alle mura di Troia.
Ma noi, studenti del liceo classico, odiavamo Achille, che aveva solo il tallone feribile e per il resto era invulnerabile, e facevamo tutti il tifo per Ettore, eroe puro e vero, come si diceva una volta, senza macchia e senza paura, anche se all'arrivo dell'ultimo scontro se la batte e corre intorno alle mura, cercando forse un pertugio dove infilarsi.
Ricordo i quattro bellissimi versi con cui Ugo Foscolo conclude il suo carme più famoso "I sepolcri". Sono dedicati ad Ettore e non ad Achille:
"E tu onore di pianti Ettore avrai
ove fia santo e lacrimato il sangue
per la patria versato, e finché il sole
risplenderà sulle sciagure umane".
Favoloso questo sole che può solo risplendere sulle umane sciagure, che altro sanno combinare gli uomini se non sciagure?
Un piccolo rimprovero a Silvia:
"l'ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei"
non fu motivata dalla morte di Patroclo, bensì da una disputa tra Achille ed Agamennone sul possesso della schiava Briseide, una troiana.
Zeus ordina che Achille la molli, e da qui la sua ira. Si chiude nella sua tenda e non combatte più. Da qui i guai dei Greci, che senza il loro uomo migliore, pigliano un sacco di legnate dai Troiani. Al punto che Patroclo, l'efebico amico di Achille, si offre di indossare le armi dell'amico per mettere in fuga i nemici. Mal gliene incolse, perchè un Dio combatteva coi Troiani, ed era Apollo, che sgamato l'imbroglio, diede un paio di buoni colpi sulla corazza che Patroclo indossava, sfasciandogliela e rivelando a tutti chi ci fosse dentro. Ed Ettore passava di lì in quel momento.
GRAZIE della correzione, prof.
RispondiEliminaA me invece Ettore a prima vista mi era stato antipatico: il mitico prof ci aveva letto -come sempre da dio- il dialogo con la moglie Andromaca che lo supplicava di evitare lo scontro con l'invincibile Achille. Lui gli risponde con le solite palle sull'onore e la patria e quelle baggianate lì. Naturalmente io stavo dalla parte di Andromaca e del figlioletto, e lo sarò sempre.
E' però bello vedere come Ettore in un primo tempo cerchi di evitare lo scontro, come se le parole della moglie l'avessero indotto in tentazione, come se anche gli eroi non fossero sempre convinti fino in fondo che sia giusto fare gli eroi.
quello che sta succedendo va oltre il dovere di cronaca e mi ritrovo in questi accostamenti,
RispondiEliminac'è un punto in cui la cronaca dovrebbe feramrsi e fare spazio allo stile..ma secondo me questi di stile e di cultura classica peccano un po!
Si sottoscrivo tutto
RispondiEliminaun saluto
Gli eroi più veri e veritieri sono gli umili. In guerra erano i fanti, poveri contadini figli di contadini, che pur cacandosi addosso restavano sul posto e combattevano, cadendo morti nell'assoluta indifferenza degli altri. Trovavi quei cumuli di terra con una croce ai lati delle strade, senza un fiore, con sopra scritto qualche volta un numero su un pezzetto di legno. E sapevi che lì sotto c'era un ragazzo, la cui madre ancora pregava per lui, perché tornasse a casa, dato che non sapeva ancora quel che gli era successo.
RispondiEliminaVisto e rivisto quando ero un ragazzo, e poco importa se quei morti fossero tedeschi o ungheresi o austriaci, erano stati esseri umani.
Ettore che scappa di fronte ad Achille mi ha sempre emozionato, me e i miei colleghi di classe, perché diventa umano, fifone e padre e marito che vuole tornare a casa la sera a mangiarsi la zuppa che la sposa Andromaca gli ha preparato, e spupazzare il piccolo Astianatte, che lo ha aspettato tutto il giorno.
Come poteva esserti antipatico?
leggi bene, tesoro.
RispondiEliminami era stato antipatico durante la supplica straziante di Andromaca, perchè aveva anteposto la patria alla famiglia.
non ricordavo inveced i suoi tentativi di fuga strategica, che ho scoperto ieri, e che me l'hanno fatto rivalutare.
Quando visito un cimitero di guerra penso all'espressione "carne da macello", e naturalmente mi metto nei panni delle madri, essendo mio figlio in età "da armi".
e penso a quanto sono cretini quei babbei che vanno in giro nei boschi a giocare alla guerra.