domenica 12 maggio 2013

Samare alate sul mio balcone

Non ho il patema del post da scrivere, non l’ho mai avuto.
Non ho scadenze da rispettare, né prescrizioni mediche da assolvere.
Non mi paga nessuno, non ho debiti di riconoscenza.
Potrei sparire da Casa Blogger senza che qualcuno pensi di telefonare alla Sciarelli o chiamare l'ufficio oggetti smarriti; senza richieste di riscatto o  spargimenti di lacrime.
Più leggera di quando ci sono entrata, più consapevole.

Non ho il patema del post da scrivere.
So che se voglio posso accompagnare queste mia dita a scrivere di tutto, meglio ancora di niente.

Dell’acero che è arrivato sul balcone della cucina senza bussare, di silenzio in silenzio, con il solo scorrere della linfa. Uno dei  rami più alti, a tratti sospinto dall'incedere del vento di una primavera inconsistente, arriva perfino a gettare occhiate indiscrete rivolte a una scribacchina intenta a picchiare sui tasti: ammiccamenti che lei ricambia di buon grado girando civettuosamente la testa verso la porta-finestra.
E' una new entry alla quale mi ci abituerò più che volentieri: benvenuto, acero dalle foglie color  rosso scuro e dai frutti alati color rosso brillante!

Della disabile incontrata in farmacia, che mi ha chiesto “Cosa ti sei fatta al braccio?”  e dopo 30 secondi – il tempo di pagare la benda-  “Adesso ti è passato?” ... Tenera!
Tenera cucciola, io ti conosco, quand’eri piccola ti prendevo dalle braccia della mamma e ti mettevo a sedere sulla seconda fila del pulmino, vicino al finestrino, e una volta giunti all’asilo ti lasciavo tra le braccia della suora. Eri una bambina amata, piena di fiducia nei grandi. Il grembiule rosa, impeccabile al mattino, al ritorno pomeridiano pareva lo straccetto di un imbianchino.

Del libro che ho finito di leggere: un autore che non conoscevo, dotato di una penna preziosa; la sua scrittura affascinante è stata  malamente ricompensata dalla mia pessima lettura. 
Che fossi in ospedale o in pausa pranzo o a letto la sera, la mia testa inquieta non riusciva a uscire dai propri pensieri per entrare a pieno regime nella storia. Ho incontrato dei personaggi straordinari coi quali non sono riuscita a diventare intima, per mia ritrosia. Mi è rimasto un senso di incompiuto, come un appetito non soddisfatto, perciò mi ripropongo di rileggerlo con la calma e la concentrazione che merita.

Non ho il patema del post da scrivere: scrivo perché mi piace, per conversare con voi, per sfogarmi, pronta a smettere nel momento in cui non dovessi più divertirmi.

Non  ho paura della pagina bianca, semmai di quella scritta male.




27 commenti:

  1. si scrive per se stessi, e per soddisfare il proprio ego. solo dopo per chi ci legge

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  2. Piacerebbe anche a me avere un acero che mi spunta sul balcone.
    Cosa c'è di più bello di un albero che viene a trovarti in casa?

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    1. E' una gran bella sorpresa,
      anche perchè inaspettata.
      Cioè, me ne ero già accorta di quanto l'acero si fosse alzato nel giro di un anno, ma domenica per la prima volta ho visto questo rametto dondolarsi alla finestra, quasi a salutarmi!

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  3. Te l'ho già detto, e qui lo ribadisco, tu hai il dono di dipingere con le parole!

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  4. Ok, però se un blogger che seguo sparisce senza avvisare io, un po', mi preoccupo (son fatto così)

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    1. Non è bello.
      Sarebbe buona cosa almeno avvisare, e salutare i fedeli lettori, e ringraziarli.
      In caso contrario a me, da commentatrice assidua, oltre all'apprensione mi girano anche un po'.

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    2. Ecco, sì, non volevo dirlo :)

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  5. Pretendo di pagarti (possibilmente senza fattura) per scrivere i post! Mettiamoci d'accordo sul prezzo.

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    1. Senza fattura io non faccio niente caro il mio Angelo,
      angel care.
      Non sopporto di pagare le tasse da sola, pretendo di farlo in compagnia.


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    2. Va bene, però poi ricordati di versare l'IVA.

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    3. angel care,
      quando diventerò una blogger retribuita ti assumerò come commercialista!

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    4. Ennò eh, il commercialista di blogger sono io! :D

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  6. Non ho paura di scrivere male, ho paura di non essere letto.
    Tutto qui, purtroppo.

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    1. Mi sembra un timore che ha il suo perchè.
      Non hai paura di scrivere male perchè sai che scrivi bene a prescindere.
      Eppure ci sono fior di scrittori che sostengono che scrivere è ri-scrivere.
      Forse semplicemente ognuno ha il suo modo.

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    2. "Mi sembra un timore che ha il suo perché".
      Appunto, perché?
      Manca qualcosa, non trovi? Ti è rimasta dentro la tastiera.

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    3. non c'è nulla tra le righe.
      intendevo dire che se uno scrive pubblicamente, è ovvio che speri di essere letto.

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  7. Belli questi alberi che sono vita e crescono e ci danno ossigeno e frescura ed acqua.
    Ieri ho visto i due aceri più grandi di sempre.

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    1. Che trekking fantastico deve essere stato.
      Ho passato un inverno e sto passando una primavera tra casa lavoro e ospedali.
      Fammi invidia fino in fondo: dove, di preciso?
      La via francigena è lunga!

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    2. Mi sono pure acchiappato dodici o tredici zecche, 'mannaggia sbomballazza.
      I boschi ne sono pieni, favorite anche dalla stagione piovosa.. >:/
      Qui e qui
      è descritta parte del percorso.
      In realtà poi sono passato all'altro versante della valle, risalito fino alle due cime (Tosa e Uccellaia).
      Sì, leggo. Occuparsi delle nostre radici che invecchiano, tornano quasi bambini e siamo noi poi ad accudirli. Silvia, se vuoi maggiori info... in privato.

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    3. SOLO una dozzina di zecche?? ti sei rotolato nel prato?
      certo che quando uno è esagerato di suo finisce per farsi esagerare anche dalle zecche :)
      che fai? te le levi con una pinzetta? poi ti prendi medicine?
      bello il percorso che mi hai indicato, sembra anche non troppo impegnativo.
      adesso sparo una scemenza: siamo in garfagnana?
      grazie del link, a buon rendere!

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  8. La vita è così piena di piccoli dettagli che si trova sempre qualcosa da scrivere ;)

    Moz-

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    1. Eh si Mozzz
      però scrivere di dettagli senza far sbuffare chi legge non è da tutti ...
      pensa che c'è anche chi scrive di dettagli riuscendo non solo ad interessare ma perfino ad affascinare il lettore: ricordo una mezza paginetta di Proust, in cui scrive semplicemente di ... pioggia che comincia a ticchettare sul vetro. Si chiamano geni.

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  9. e del micetto bianconero?
    servono notizie :)

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  10. sorry non te ne so dare! è uno dei tanti, qui è pieno di gatti ...
    cavolo che vista acuta hai!
    per me i gatti sono presenze moleste,
    però ti devo confessare che avevo fatto due foto e ho scelto questa perchè il micetto ci stava bene :)

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