sabato 27 settembre 2014

i sogni son desideri



I sogni -così come i films- non andrebbero raccontati, a meno che si sia così egoentrici da non accorgersi che -non appena ci accingiamo a farlo- sul volto del nostro povero interlocutore appaiono in ordine sparso lo sconforto, la rassegnazione, l'incredulità e soprattutto la noia, in misura crescente e direttamente proporzionale alla durata  del racconto; 
per non parlare di quei colleghi che alla mensa aziendale si mettono a raccontare il film che hanno visto la sera prima su canale 5, senza peraltro che nessuno si sia mostrato minimamante interessato; giunti a metà trama di solito s'accorgono di aver tralasciato un particolare essenziale, e rifanno tutto da capo!
Stanotte ho fatto un bel sogno, uno di quei sogni il cui elevato contenuto  emotivo solitamente provoca un risveglio immediato.
Ho sognato di morire nel cortile della mia casa natìa, nell' angolo dei tre confini, dove un tempo c'era una pianta di rose e ora c'è il bidone del sacco rosa.
Non morivo da sola, ma con i miei genitori accanto.
Con la quieta indifferenza al mondo di un gatto che si acciambella sul suo posto preferito e s'addormenta, io mi mettevo in posizione fetale con la coscienza della fine imminente. 
Non soffrivo, anzi mi abbandonavo serenamente alla debolezza: mi sentivo come quando stai per svenire, ma senza gli effetti negativi del collasso.
Con la coda dell'occhio seguivo i movimenti di mio padre, che gironzolava con una cariola sotto il bersò delle zucchine a trombetta: quel bersò artigianale nel quale tutti abbiamo rimediato chi più chi meno il nostro bravo bernoccolo frontale, quelle eleganti zucchine che per motivi che qui sarebbe oneroso spiegare l'anno scorso papà seminava, mamma faceva morire e papà non si capacitava di come mai non crescessero. 
Sapevo che papà non poteva assistermi perchè emotivamente non in grado di affrontare malattie incidenti e morti, cosicchè mi rallegravo di quel suo allegro trafficare. Anche se fosse stata una finta, andava bene così.
Naturalmente mamma, la mia grande mamma s'accorse della mia emoraggia, prendendomi tra le sue braccia nel momento esatto in cui la vita mi lasciava. 
Mi fece fare il giro della casa, mi mostrò alla vicina di casa il cui viso era bianco come quello di un fantasma e mi adagiò sul divano della sala.
(come avrà fatto, con il mal di schiena che l'affligge?) 
Questo sogno mi ha lasciata triste e malinconica per la presenza-assenza di papà, ma mi è anche piaciuto perchè riflette un pensiero che ho da tanti anni, e precisamente da quando conobbi Iside, una malata di alzheimer che nel suo letto d'ospedale parlava ai propri genitori morti da decenni come se fossero stati presenti.
Credo che sarebbe giusto e bello, nel momento del fine vita, essere accuditi dai propri genitori.

22 commenti:

  1. Io so che mio suocero ed un fratello di mia suocera, poche ore prima di morire, vedevano la madre vicino al loro letto, come fosse andata lì a prenderli per portarli via con sè... Chiesi a mio suocero, in quelle ore, se avesse paura di tutto ciò e lui , che aveva terrore della morte fino pochi giorni prima, mi disse " No, sono sereno, vedo figure angeliche!"

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    1. Morire serenamente in pace con se stessi
      senza rimpianti e senza sospesi,
      spegnersi in silenzio come la fiamma di una candela,
      lasciare la vita conosciuta e abbandonarsi al nulla senza paura dell'ignoto,
      senza soffrire e senza lottare,
      non morire in un letto sconosciuto
      chi non vorrebbe tutte queste cose?

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    2. Così è stato per mio suocero....La notte, mentre chi lo assisteva in casa si era assopita, lui s'è staccato la flebo, il sondino gastrico e si è lasciato tranquillamente morire....

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    3. Grande rispetto per tuo suocero.

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  2. Magari, cara Silvia, sarà proprio così.
    Sarebbe la continuazione ideale del compito di genitore! :)
    Un abbraccio!

    Moz-

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    1. Hai colto il senso del post, sei entrato nel suo nucleo.
      E' proprio quello che volevo dire,
      buona domenica Emme Emme :)

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    2. Grazie mille, Silvia!
      Anche a te :)

      Moz-

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  3. capisco che ancorarsi sulla propria famiglia d'origine possa dare la sensazione di eterna giovinezza, però poi ritrovarsi così, a sognare la propria morte in età giovanile potrebbe dare credito alla famosa canzone che recitava sul fatto che era meglio morire da piccoli,
    sarà meglio cominciare a sognare di morire circondata dai propri figli

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    1. Ho letto un libro, non ricordo quale, dove l'autore racconta in modo autobiografico di essere stato a vegliare il padre la notte della sua morte. A un certo momento il padre gli dice di uscire, lui non vuole ma l'altro insiste, lui lo accontenta, va a fumarsi una sigaretta e quando rientra trova il padre morto, capisce così che il padre non voleva che il figlio lo vedesse morire.
      Anche mio padre si arrabbiò quando ci vide tute e quattro al suo capezzale, quella notte rimase solo una di noi proprio per quel motivo.
      Io sono un po' come mio padre: credo che vorrei solo mio marito. Spero egoisticamente che muoia dopo di me.

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  4. L'ordine naturale delle cose è che i figli seppelliscano i genitori. Quando esso è violato il dolore è atroce.

    Mi ha fatto venir da ridere il passaggio di mamma che fa fuori le zucchine coltivate dal papà. Veramente avveniva?

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    1. Sì, è vero, certo, è chiaro.
      Io parlo dal punto di vista della persona che muore: in un momento di estrema difficoltà, chi ti può dare la sicurezza di un padre e di una madre? Chi ti ha mai più amato a priori, nel modo naturalmente disinteressato di un genitore?

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    2. Potrei scrivere un libro su tutte le stranezze che accadevano nella mia imperfetta famiglia. Nessuna delle quali rimanda alla pubblicità del mulino bianco.
      Papà metteva nella terra i semi delle zucchine, hai presente quelle liguri?
      Per difenderle da lumache o altro circondava poi ogni seme piantato con dei "recinti" di plastica ricavati dalle sue opere di riciclaggio.
      Lo scorso anno mamma faceva morire i semi sul nascere per evitare che papà salisse sulla scala per legare le piante alla struttura del bersò.
      Perchè ogni tre per due cadeva e bisognava correre al pronto soccorso e le ferite diventavano ulcere e non guarivano mai.

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    3. Alla famiglia Fumagalli quella Vianello non faceva un baffo :)
      Una sorta di prevenzione traumatologica che andava a discapito della botanica e dell'orticultura.
      Le zucchine di Albenga, imagino. Bbone!

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    4. beh sì :)
      Non sapevo si chiamassero zucchine di Albenga, le chiamavo zucchine a trombetta.
      I miei familiari si scocciavano quando papà me le dava perchè hanno un sapore particolare, più dolce delle zucchine normali ... ma loro non fanno testo, sono schumelàt.
      In realtà sono buone tanto quanto sono eleganti e belle con quel loro allegro penzolare dal pergolato.

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  5. Mi piacerebbe morire come quando mi addormento ogni notte.
    Nel tuo sogno la morte avviene in una condizione di generale serenità.
    No?!
    Magari fossimo così saggi.
    Un distacco sereno lascia molto meno dolore a chi rimane.

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    1. Sì, certo. Ero serenissima.
      Morire nel sonno, chi non ci farebbe la firma?
      Il fratelllo di mio nonno morì di notte nel sonno e divenne un mantra nella nostra famiglia.
      Tutti a dire: ah, poter morire come lo zio Eugenio!

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    2. > Io parlo dal punto di vista della persona che muore: in un momento di estrema difficoltà, chi ti può dare la sicurezza di un padre e di una madre? Chi ti ha mai più amato a priori, nel modo naturalmente disinteressato di un genitore?

      Io non so cosa succede e nessuno può sapere cosa succede ne Il Momento.
      Umano pensare che morire nelle braccia dei genitori possa essere consolatorio e rassicurante per col*i che trapassa. Ma rimane il dolore grande, grandissimo per i genitori. Forse più dolore che nel caso di un(a) figli* che assiste i suoi vecchi..

      Solo congetture.
      Pensare la morte, almeno un poco, penso sia ecologico.
      Buongiorno Silvia.

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    3. La morte di un figlio è qualcosa che non si riesce nemmeno a immaginare, infatti ci sono tantissimi genitori che non si riprendono più da una tale tragedia.
      Non so se il pensiero della morte sia ecologico, di sicuro è utile per ridimensionare tante piccole stupidate con le quali riusciamo ad avvelenarci l'esistenza: i soldi, in primis.
      Buona notte walker.

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  6. Dicono che quando si sogna di morire ci si allunga la vita. Sarà, io dico che quello che si sogna è ciò che abbiamo in fondo al cervello, che emerge quando non possiamo controllarlo. Emerge la tua infanzia -logico, è dentro ciascuno di noi per sempre-; emergono con essa i tuoi genitori -a parte il fatto che il pensiero di tuo padre è fisso dentro di te-, che sono parte fondamentale della tua infanzia; emergono le tue paure di allora e di adesso. Paura di morire? Non credo, piuttosto paura di vivere male gli anni che hai ancora da vivere. In fondo questo tuo sogno dimostra una forte emotività e una situazione di non tranquillità. Fai una pausa e rifletti.
    Vedi che non dico solo le solite stronzate, ma qualche volta faccio il filosofo?

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    1. Non ha alcuna paura di morire, ora o quando sarà il momento.
      Ho paura dei contorni della morte, di ciò che può esserci prima di molto fastidioso.
      Il futuro non mi fa paura, forse solo un'idea di stanchezza.

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  7. Con questo sogno sono emerse le tue paure ma anche il profondo legame che ti unisce con i tuoi genitori, anche se il papà non c'è più, sei riuscita in qualche modo a trasmetterti sicurezza!
    Ciao

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  8. I miei genitori hanno -ognuno di loro in modo diverso, papà in modo impulsivo e mamma in modo razionale- amato tantissimo le loro figlie.
    Siamo molto diverse l'una dall'altra (4 figlie 4 pianeti, diceva mamma) e facciamo vite diverse, ma ad unirci c'è il grande affetto e la riconoscenza nei loro confronti.
    Mamma in particolare ha fatto enormi sacrifici per noi.
    A presto :)

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