mercoledì 16 dicembre 2009

LIBERIAMO BABBO NATALE


Quando ero piccola, in occasione delle feste natalizie andavamo a trovare una zia consacrata che faceva la cuoca presso un istituto per disabili; nonostante il paese distasse solo una ventina di chilometri, il piccolo viaggio era considerato una vera e propria avventura. All’inizio degli anni 70 papà aveva acquistato una seicento, ma era impacciato nella guida e una volta imboccata la superstrada non ricordava mai quale fosse l’uscita esatta. A chi chiedere informazioni, se non alle signorine dagli abiti succinti che sostavano ai lati, bene illuminate da grandi falò? Ricevuta l’indicazione e imboccata l’uscita giusta papà e mamma si dilungavano a commentare quanto fossero state gentili quelle signorine.
La zia ci accoglieva nel tinello delle consorelle e ci rimpinzava dei suoi impareggiabili dolcetti: biscottini di pasta frolla, con la ciliegia candita in mezzo, e spumeggianti meringhe.
Papà reclamava a gran voce, in quel silenzio ovattato dai lunghi corridoi, il vin santo, “quello che usate per la Messa”, specificava.
La sera, sulla strada del ritorno, io e le mie sorelle contavamo gli alberi di Natale illuminati.
Percorro quella strada tutti i santi giorni, oggi, e noto con dispiacere che gli alberi illuminati sono pochi. Dall’anno scorso è scoppiata la moda di appendere un Babbo Natale sulla ringhiera del balcone; a me dà tristezza vedere questi poveri vecchietti, di schiena, che tentano di arrancare verso il comignolo senza mai riuscire a raggiungerlo. Sembrano tanti impiccati. Ognuno ha i suoi gusti, ma forse prima di comprare l’ultimo gadget comparso sul mercato impazzito del consumismo natalizio dovremmo contare fino a 10 e utilizzare un minimo di buon gusto. Da che mondo è mondo Babbo Natale arriva la notte santa, non a metà novembre. Arriva su una slitta trainata dalle renne, sosta sui tetti, entra nelle case passando agevolmente dal camino. La sua età e la sua mole richiedono un minimo di comodità e di decenza.
Perché costringerlo a una faticosa arrampicata, togliendogli dignità e autorevolezza e facendolo sembrare un ladro d’appartamenti? Qualche anno fa una misteriosa banda si aggirava nei giardini privati a liberare i nanetti di biancaneve. Chi libererà Babbo Natale da quella scomoda posizione? Solo l’arrivo della Befana.
Domenica 23 dicembre 2007

2 commenti:

  1. Eh già! La poesia delle cose va perdendosi sempre più!

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  2. ..quanto hai ragione! Anche a me fanno una tristezza infinita....non capisco come la gente perda così facilmente buongusto e intelligenza!

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