domenica 5 luglio 2009

INDULTO e INTERCETTAZIONI : DUE FACCE DELLA STESSA FREGATURA


Uno dei primi provvedimenti del governo Prodi fu l'indulto. Si comincia bene-pensai.
D'Alema ne minimizzò le conseguenze dichiarando, con la sua aria snob e il tono magnanimo che la questione imponeva, che in fondo si trattava "solo" di ridare la libertà a quindicimila "poveracci". Mi sbaglierò di sicuro sul numero, ma non sul termine, perché ricordo che pensai: per quale ragione un delinquente diventa automaticamente un poveraccio il giorno in cui va in galera? E poi pensai anche: Se questi sono poveracci, come definire le loro vittime? Poveracci di seconda scelta? O semplicemente degli sfigati?
E, continuai a pensare, una volta usciti dal carcere i beneficiari dell'indulto, perdonati senza nemmeno aver dovuto chiedere perdono, avendo con la libertà perso la qualifica di poveracci, come avremmo potuto definirli?
Un vero dilemma al quale non riuscii a trovare risposta, mentre non ebbi incertezze nel trovare il giusto termine per le vittime, che passavano dallo status di "sfigato" a quello di "cornuto e mazziato".
Io credo nell’alto valore educativo del castigo. Se proprio vogliamo abolire questa parola perché ci ricorda odiosi, immeritati, esagerati provvedimenti subiti nell’infanzia, possiamo sostituirla con il termine “conseguenza delle proprie azioni”. D’altra parte, le nostre azioni quotidiane sono dettate dalle conseguenze che ne derivano: al mattino ci alziamo per andare a lavorare, e lo facciamo per guadagnarci la benedetta pagnotta. O no?
Ora. Una delle prime proposte di legge del governo Berlusconi 2008 ha riguardato la limitazione delle intercettazioni telefoniche. "Si comincia bene" ho pensato anche stavolta.
Nella mia ottusa ingenuità penso che una persona onesta non abbia niente da temere da qualsivoglia intercettazione. Quindi la legge serve per proteggere coloro che hanno qualcosa da nascondere, traffici illeciti e via dicendo.
Cosa hanno in comune la legge anti-intercettazioni e l’indulto di cui parlavo prima?
Semplice: entrambi i provvedimenti mi inducono a sospettare che i governi, di qua o di là, abbiano come priorità la difesa di coloro che non rispettano le leggi. Questo governo lo fa in modo più economico del precedente: inutile metterli in galera per poi toglierli! Meglio risparmiare sulla spese dei processi e dell'assistenza carceraria. Alla faccia del governo che ha come priorità la sicurezza, cara lega dei miei stivali.
Sapete che vi dico?
Io, cittadina che guadagna 1000 euro al mese, che paga le tasse fino all'ultimo cent, che affronta il carovita ogni sacrosanto giorno, che parla al telefono fregandosene delle intercettazioni, che ascolta i discorsi dei politici con crescente disagio, … io... mi sento tanto una poveraccia.

1 commento:

  1. un'amara verità.......... chi governa può anche (!) conferire lo status di cittadino "poveraccio"!
    daniele

    RispondiElimina

Parla! Adesso o mai più!