mercoledì 8 dicembre 2010

Top ten glory days

Qualche giorno fa, qui , ho letto questo simpatico post:

Senza pensarci troppo: - i quindici autori che ti hanno lasciato un segno- i quindici libri
- i quindici film
- i quindici blog
variante
- le quindici cose che non sopporti
andiamo oltre
- i quindici (o quattro o trentatré) amori
- le quindici persone più significative, escludendo i parenti
andiamo sul difficile, ora
- i quindici giorni della tua vita da ricordare

Bella Storia! E' da quando ho riletto Alta fedeltà -agosto- che ho voglia di fare degli elenchi di top five, come facevano Rob e soci mentre "lavoravano" nel negozio di dischi. Ora c'è addirittura chi triplica il five facendolo diventare un fifteen.
Quindici è troppo, però. Più una lista si allunga, più perde sapore, come un brodo slavato. Ad esempio, se trovassi il mio nome nella lista dei quindici -o trentatre - amori di un uomo, mi sentirei lusingata come un cimelio sul comò, da spolverare, come uno dei quindici volumi della vetusta enciclopedia, da sfogliare, come uno dei trentatre trentini che entravano a Trento, da trotterellare.
Facciamo dieci e non se ne parli più. Per masochismo voglio partire dal difficile, i dieci giorni da ricordare:


TOP TEN GLORY DAYS

...... E mi sono subito incasinata! Perchè ho scritto senza pensarci troppo -come richiesto-, ma quando ho riletto c'era qualcosa che non quadrava, ci ho pensato su -come non richiesto- e ho cancellato tutto.
Perchè mi sono accorta che non è la giornata, a rimanerti in memoria, ma il momento, l'attimo fuggente, il carpe diem di Robin Williams- siana memoria.
Così ho modificato il top ten glory days in top ten carpe diem, e ho messo giù la mia lista:

*l'istante in cui sono venuta al mondo, di cui non conservo memoria soggettiva ma che non posso dimenticare, se non altro per il fatto che il mio ostetrico me ne ripete la cronaca ogni treperdue.

* i pochi attimi necessari affinchè il mio triciclo faccia una curva, davanti a quella casa in fondo alla via, per tornare verso casa mia.

* il momento in cui appesi il mio cappottino sullo stesso attaccapanni di quella bambina, perchè avevo deciso che sarebbe stata la mia amica del cuore, e lo fu.

* quando proprio lei mi regalò il mio primo diario, un orribile quaderno di velluto blu, con tre bottoni marroni -sempre di velluto, sempre orribili- applicati sulla copertina.

* ogni istante in cui ho sentito che il mio cuore era in stato di allerta per un incipit di innamoramento.

* quando sono entrata in chiesa al braccio del mio papi, che è inciampato nel tappeto.

* quel momento di felicità mista a incredulità - un momento fuori classifica, over the top- in cui, immersa nell'acqua della vasca da bagno, guardando la mia pancia piatta, mi sembrò impossibile che in quell'esiguo spazio potesse crescere un bambino.

* ogni volta che un figlio si è addormentato sul mio seno con le labbra bagnate di latte, ogni volta che ha cercato conforto tra le mie braccia, ogni volta che mi ha scritto un biglietto sgrammaticato ti volio bene.

Non so quanti siano, chissefrega, scrivendo mi è venuto di nuovo il dubbio che non abbia senso nemmeno questo top ten, come non aveva senso l'altro, perchè, a pensarci bene, se si dovesse fare un elenco documentato si rischia seriamente che i momenti da dimenticare superino quelli da ricordare. E in fin dei conti nemmeno fare un sunto di attivo- passivo della propria vita ha senso. Si prende ciò che c'è, nel bene e nel male. Mi sto incasinando un'altra volta?
Mi sa che non dovevo partire dal difficile, sarebbe stato meglio scrivere l'elenco dei miei dieci cibi preferiti, ma ormai la fatica l'ho fatta e col cavolo che cancello un'altra volta.

20 commenti:

  1. Bel post, complimenti! Valeva la pena aspettare.
    I tuoi Top ten carpe diem erano otto e la metà riguardavano la tua infanzia. Solo per notare.
    Ecco i miei top 4 carpe diem.

    -Il giorno che ho scoperto di avere una immensa fiducia in me stesso e in tutto quel che facevo.

    -La notte del 4 febbraio 1964, quando con l'orologio in una mano e l'altra sul pancione di AM controllavo la cadenza dei fremiti della mia prima figlia che voleva nascere.

    -Ogni volta che avverto nell'aria un flusso di amorosa tenerezza che viene verso di me.

    -Il momento in cui aprirò le mie mani e lascerò libero il mio spirito.

    RispondiElimina
  2. E' il momento degli elenchi... :-)
    Ho letto questo tuo post subito dopo l'ultimo di Leonardo su "Vieni via con me" e non ho potuto fare a meno di collegarli...

    Comunque mi piace molto come hai preso lo spunto e lo hai adattato a quello che più ti serviva. In fondo è un'occasione per fermarsi a riflettere, raccontarsi, definirsi.
    Bello, a patto di non cadere nel tranello di pretendere che tutto quello che non rientra nella "lista" non ci appartenga, cullandosi in una visione edulcorata di sé.

    RispondiElimina
  3. Mi piace come scrive quel Leonardo.
    Del tuo commento, invece, non mi è chiara la storia della visione edulcorata di sè. Non capisco proprio cosa vuoi dire, pipistrello. Non è che sei caduto dal mostro nero e hai picchiato la testa? ;)

    RispondiElimina
  4. Grazie, iacoponi,
    i tuoi complimenti sono sempre graditi, perchè so che non sei un tipo di manica larga. :)
    il tuo primo top te lo invidio,
    il secondo è lo sprint finale di una lunga e sofferta maratona, l'unico momento nel quale i poveri uomini, che dopo l'incipit iniziale hanno passato lunghi mesi dietro le quinte, a sentirsi più o meno inutili, possono finalmente tornare ad essere partecipi.
    i tuoi terzo e quarto top sono molto poetici e mi hanno ricordato una delle tue ultime poesie,
    credevo di aver sentito

    RispondiElimina
  5. leggendo la tua risposta mi sono accorto di aver dimenticato di dare le mie preferenze.
    Allora mi piacciono:
    Il secondo, perché mi fa pensare ad un agnellino che ritorna di corsa da su7a madre dopo essersi allontanato un po' troppo.
    Il terzo, perché è molto poetico.
    Il quinto, perché mi fa capire che anche tu sentivi il fibrillare del corazon.
    Il sesto, perché è troppo tenero tuo padre che inciampa. Io guardavo il soffitto della chiesa e tiravo dritto. Mi ha fermato mia figlia "Papà, lì c'è l'altare, fermati"

    RispondiElimina
  6. Mi sono immaginato a fare la stessa cosa, a scegliere i momenti migliori e più belli della mia vita e di me, ed alla fine quello che l'elenco avrebbe riflesso è, appunto, una visione riduttiva ed in qualche modo edulcorata della mia vita, priva di tutte le cose brutte che ho subito e che ho inflitto. E' che in fondo a me le "riduzioni" non piacciono, anche se consentono di compilare una lista di cose belle.

    Il fatto è che tendo per indole a guardarmi troppo indietro, incatenato ad un passato severo che mi priva della leggerezza necessaria a vivere il presente e sognare il futuro.
    E mi piacerebbe poter pensare, come Hikmet:
    "I più belli dei nostri giorni
    non li abbiamo ancora vissuti."


    :-)

    RispondiElimina
  7. sì, certo, bat, gli elenchi sono sempre riduttivi, ma ricordare le cose belle non vuol dire edulcorare: come dicevo nel finale del post, se ci mettessimo a elencare i momenti brutti, - quelli brutti assai- essi probabilmente finirebbero per superare quelli belli.
    Non mi sentirei però di fare un post about i miei top merda days , perchè -come tutti, credo- tendo a tenermi le mie cicatrici ben nascoste sotto i polsini della camicia, per una sorta di -giusto o sbagliato, chi lo sa- pudore del dolore.
    I tuoi versi finali sono gli stessi con cui, su questo blog accolsi l'inizio di questo 2010
    -che, tra parentesi, a fine mese andrà dritto nella lista: top merda years-
    Bye

    RispondiElimina
  8. Iacoponi, ti ci vedo proprio nel ruolo di padre che accompagna la figlia prediletta sull'altare, dritto come un fuso, orgoglioso come un papà, commosso come una mamma ma assolutamente compreso nel ruolo di vecchio capobranco, che cede malvolentieri, ma facendo buon viso a cattivo gioco, la propria cucciolotta al giovane e aitante capobranco ...
    in effetti in quell'occasione la coppia papà-figlia è sempre più commovente di quella mamma-figlio, o sbaglio?

    RispondiElimina
  9. Cercherò di non fare lo sborone, come diceva quel comico che imitava Schumacher a Zelig.
    Mia madre mi ha accompagnato all'altare aggrappandosi a me come se stesse per precipitare al suolo; ne sentivo il fremito attraverso la sua mano sul mio braccio, era emozionata, era alla fine. Perdeva il suo tesoro.Un'altra se lo pappava.
    Monica tremava come una foglia; dovetti pregare l'autista di fare un lungo giro tenendole con una mano una caviglia per trasmetterle la mia calma e rasserenarla un po'. Poi è toccato a me entrare in questa chiesa lunga che non finiva mai in mezzo a tutta sta gente ben vestita, che sorrideva come se avesse visto apparecchiare gnocchi a tavola, e ci guardava come allo zoo si guardano le scimmie.
    Allora ho tirato su il naso guardando il soffittone, finché Monica non mi ha detto che stavamo marciando sull'altare.
    Non so quale coppia sia più commovente. So che c'è una grande simbiosi tra madre e figlio, e una grande tra figlia e padre.
    Scegli tu. Io mi tengo la mia opinione, che sarebbe: un padre pensa, mentre la figlia gli cresce davanti agli occhi, guarda tu, se avessi avuto una sorella non sarei stato così babbeo con la madre di questa mocciosa.
    La madre guarda suo figlio orgogliosa di essersi fatta in casa l'uomo della vita, quello più bello, più buono, che non la tradirà mai.
    "Mio" figlio, dice la mamma e intende proprio quello che mi son fatta su misura.
    Non sei d'accordo nemmeno un po', non è così?

    RispondiElimina
  10. la mano sulla caviglia? in che film l'hai visto? ;)
    Certo che quel fluido lì doveva farne di strada, prima di arrivare al cervello .. scusa, ma non potevi metterle la mano, che ne so, sui capelli -no, la parrucchiera t'avrebbe ammazzato- sul viso -no, la truccatrice t'avrebbe ammazzato- sul collo -no, avresti potuto ammazzarla strozzandola col velo- sì, la caviglia è stata un'ottima scelta, iacoponi.

    padre-figlia: non lo so, posso solo dire ciò che ho vissuto io: mio padre mentre mi guardava crescere cercava di impedirmi di farlo. tutto qui.
    madre figlio: non lo so, posso solo dire ciò che vivo io: non credo che mio figlio sia il più bello bravo buono, e non sempre sono orgogliosa di lui. E penso che sarebbe capace di -non tradirmi, non vendermi, bensì perdermi- in una puntata a poker :))

    RispondiElimina
  11. NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!
    Ti giochi tutto a poker, se sei infognato, c'è chi si è giocato la moglie. Ma la madre no!
    Ricordati che ogni uomo pensa che gli altri siano dei gran figli di puttana, meno che lui, perché sua madre è una santa.
    Tuo padre sapeva che finché restavi piccola ti poteva proteggere, ma sei cresciuta, naso all'aria, impertinente (parlo di quando avevi 15/17 anni) e naturalmente rompiballe.
    Adesso hai abbassato il nasino, non sei quasi mai impertinente, ma le rompi ancora a qualcuno, a tuo figlio per esempio.

    RispondiElimina
  12. Amici, ad "edulcorare" troppo si rischia di non sentire più il profumo -e talvolta la puzza benefica- della vita vera, vissuta, ed a darne -in questo caso certamente- una visione parziale e assai "riduttiva".
    Guardarsi troppo indietro priva del gusto di guardare avanti, e si rischia veramente di rimanere "incatenati" ad un passato, che priva "della leggerezza necessaria", il che per un volatile sarebbe un bel guaio.

    Silvia, "top merda years" il 2010, baby?
    Mi faresti un bel torto a classificarlo così.

    RispondiElimina
  13. @ iacoponi, quell'IMPERTINENTE è un aggettivo che mi piace.
    Credo che a volte un aspetto può apparire come un difetto e invece contenere anche un lato pregevole, e viceversa. (mio nonno, ad esempio, diceva che a ves trop bon se diventa coion)
    Impertinente lo intendo come sconveniente più che come maleducato, come non essere capaci di fare/dire le cose pertinenti al momento, al contesto. Un misto di impulsività, irrazionalità e spavalderia, tre comportamenti tipicamente giovanili.
    Hai visto giusto, da giovincella lo ero. Molto impertinente, molto rompiballe. Un po' impertinente lo sono ancora, quando mi lascio andare ... poche volte, perchè è una "qualità" che non si addice a una signora della mia età.

    .. quale torto? il caterpillar è arrivato nel mio salotto direttamente da cruccolandia nel 2009.

    RispondiElimina
  14. Filastrocca impertinente

    di Gianni Rodari

    Filastrocca impertinente

    chi sta zitto non dice niente,

    chi sta fermo non cammina

    chi si allontana non s'avvicina.

    Chi si siede non sta ritto

    chi va storto non va dritto

    e chi non parte, in verità

    in nessun luogo arriverà.

    RispondiElimina
  15. IMPERTINENTE: sottoscrivo tutto quello che hai detto; giusto in quel senso, spavalda e strafottente, come ero io quando avevo l'età giusta per esserlo: mondo aspetta che sto arrivando.

    "chi mena prima,
    mena due volte;
    chi è stronzo da piccolo
    da grande è un coglione;
    chi è bravo e non fa leggere la traduzione di greco
    gli deve venì la cacarella,
    e chi se ritira da la lotta
    è un gran fio de na mignotta"

    RispondiElimina
  16. bello questo post, anche con commozione finale,
    si potrebbe far girare, che ne dici???

    RispondiElimina
  17. grazie, sabby.
    far girare? hai presente le cinque doppie vu? what, where, who, when, why?
    Non lo so, mi affido al tuo know-how di blogger affermata
    (tutto questo anglosassonismo è il residuo del convegno di ieri: il bello è che non capivo niente nemmeno quando parlavano in italiano!)

    RispondiElimina
  18. blogger affermata io???
    se...figuarti!!!
    daiii, penso sia molto carino,
    smuoviamo un po' queste giornate fredde!!!

    RispondiElimina
  19. però pensavo che invece di 15 potremmo metterne meno???

    RispondiElimina
  20. concordo, minimo cinque massimo dieci.

    RispondiElimina

Parla! Adesso o mai più!