Ecco, se anche questo mio blog non dovesse servire a niente, che è quello che penso sempre più spesso, mi rimarrà il suo valore diaristico, una specie di promemoria.
Sembra tutto uguale, come un quadro che si ripete: terra ordinata alla mia sinistra, dove timide piantine in fila come sprovveduti soldatini sprovvisti di armi cercano di riprendere vigore dopo essere quasi morte annegate; il fiume in piena crisi d'identità per i lunghi mesi di siccità si è finalmente riempito di acqua; le folaghe sfruttano la corrente o si scontrano con essa, gli uccelli si nascondono tra i rami lanciando squilli di richiamo, il cuculo è tornato. Io cammino. Sembra tutto uguale, ma sospetto che in realtà sia solo apparenza, un sistema di difesa dai malintenzionati.
La terra, se ti chini ad ascoltare il suo sussurro, esprime il desiderio di riposare, stanca della fecondazione artificiale, che la lascia ogni anno più stremata.
La folaga sta cercando disperata il suo nido con le sue uova, spazzato via dal temporale di ieri, all'airone cinerino manca la compagna.
Il cuculo vorrebbe introdurre una nota, annoiato perfino lui dell'ossessività del suo canto.
I pesci preferirebbero morire infilzati da un amo traditore piuttosto che continuare ad essere spaventati ad oltranza da quell'enorme cormorano bianco che gli vola sopra facendo un chiasso infernale.
Eppure tutto sembra perfetto, nella sua imperfezione, uguale nel cambiamento.
Anche noi fingiamo di essere sempre uguali anche quando cambiamo, anche noi ci difendiamo così.
Ecco di nuovo la Silvia Bucolica, che a me piace tanto.
RispondiEliminaSì, mi pare di ricordare il post dello scorso anno, ma non ho voglia di andarlo a cercare. Doveva essere così genuino anche quello.
La terra che "esprime il desiderio di riposare, stanca della fecondazione artificiale, che la lascia ogni anno più stremata" mi ricorda un verso di una poesia,"sa di terra esausta che ha partorito da poco la sua ultima creatura".
Forse mi sbaglio, ma mi piacerebbe che quel verso ti fosse rimasto nelle orecchie e quindi sulla punta delle dita, che cercano i tasti.
Bel post.
Ti insegno un trucco: se clicchi sulle due paroline "un post" ci vai dritto filato!
EliminaNo che non ti sbagli: quando cammino o corro di fianco a quella terra, quella di fianco all'alzaia, (solo quella, non un' altra!) mi vengono in mente davvero quei tuoi bellissimi versi, come se ormai quella terra(quella, non un' altra!)ne fosse in qualche modo marchiata ...
Mi vengono in mente quei versi nonchè una figuraccia che feci in occasione di quell'antico post, proprio in relazione alla tua poesia, che non avevo riconosciuto (te ne sei dimenticato, lo so!) :)
Appena ho letto me ne sono ricordato. Dopo riguardo usando il tuo trucchetto, che conoscevo però, solo non ho fatto caso al colore rosso...
EliminaNon mi pare che facesti una figuraccia, mi sembra di avertelo amabilmente ricordato, e di non aver preteso il copyright...:))
Sbagliato, non me lo ero dimenticato...solo lasciato in un angolo nella memoria, solo solo...:))
Ieri avevo fissato la mia attenzione sull'insieme -molto bello- del quadro. Dato che mi era piaciuto, sono tornato oggi a riguardarlo -come si fa coi quadri veri, quelli dipinti, che dopo averli ammirati nell'insieme, li si va a guardare nei dettagli- ed ho trovato il dramma della folaga, la solitudine del cuculo, ma soprattutto le due frasi finali, che sono la filosofia del tutto in poche parole.
RispondiElimina"Eppure tutto sembra perfetto, nella sua imperfezione, uguale nel cambiamento.
Anche noi fingiamo di essere sempre uguali anche quando cambiamo, anche noi ci difendiamo così".
Tremendamente vero!
È tutto un difenderci dagli eventi della vita, da quando nasciamo a quando ci accingiamo alla sortita finale di scena. Le mutazioni a volte sono facilmente individuabili -dagli altri, da noi stessi- a volte impercepibili, ma noi siamo sempre sulla difensiva a respingere l'avanzare del tempo, che porta seco problemi e problematiche. Ci difendiamo quasi sempre da noi stessi, dalle sfaccettature del nostro carattere, che sfuggono al nostro raziocinio; dalle nostre intemperanze, cui lasciamo sempre sfogo, o quasi sempre, salvo pentircene poco dopo; dalle nostre immutabili debolezze, che ci trasciniamo nella nostra bisaccia per una vita intera.
Da tutto questo ci difendiamo, fingendo "di essere sempre uguali anche quando cambiamo".
Mi scuso se mi era sfuggito al primo sguardo questo variegato complesso di segni e di colori. Adesso riesco a leggere nel tuo quadro tutte le tue, le sue, essenze.
Sei un attento lettore!
RispondiEliminaIn realtà non so bene nemmeno io cosa volessi dire con quel "fingere di essere uguali": più che un pensiero ragionato trattavasi di sensazione, o intuizione.
Forse volevo dire che quello che più ci spaventa in noi stessi è proprio il cambiamento, perchè ci pone delle domande, alle quali non sempre abbiamo la voglia/coraggio di ipotizzare delle risposte.
Quindi, anche se avvertiamo delle spinte al cambiamento, o se tutto d'un tratto ci accorgiamo di aver perso il vecchio involucro e ci troviamo addosso la pelle nuova, può essere che facciamo finta di niente, tirando dritto sull'autostrada, con una bella maschera di stagione appiccicata al viso.
Anche perchè la nuova pelle ci fa sentire più vulnerabili, e questo proprio non ci sta bene!
Sempre attentissimo quando leggo qualcosa che mi interessa.
EliminaÈ chiaro che ogni cambiamento ci spaventa: siamo come i gatti, che stanno bene solamente se la casa si presenta sempre allo stesso modo. Se tu avessi un gatto lui controllerebbe ogni angolo e si innervosirebbe per ogni cambiamento.
Questo significa una cosa in fondo negativa, che noi siamo dei conservatori, tranne alcuni, i cosiddetti innovatori, quelli che cercano sempre la novità, la diversità, gli artisti insomma, che lo fanno per esigenza e gusto della ricerca e, perché no, del rischio.
Interessante la tua teoria, che cioè la nuova pelle appiccicatasi addosso ci faccia sentire più vulnerabili.
Hai ragione: non la conosciamo ancora a fondo e non ce ne fidiamo.
PS. Se vorrai confrontare adesso questi commenti con ALTRI vedrai la differenza e capirai...quello che già hai intuito.
Tschüss.
c'è anche chi cambia in continuazione fingendo di essere sempre uguale
RispondiEliminae io cosa ho detto? ;)
RispondiEliminaInvece io dico che c'è gente che dice d'esser cambiata, in realtà è sempre la stessa!
RispondiEliminaEilà Ornella la battagliera!
RispondiEliminaSì, anche questa è una cosa che succede!
Sì, battagliera più che mai! :DDD
RispondiEliminaSi cambia. Le nostre cellule sono in continua evoluzione. Bisogna poi vedere il filo conduttore, ché un filo conduttore ci deve essere, che tragitto percorre.
RispondiEliminaCosì per la cronaca. Sono nell'entroterra ligure, piove e c'è la nebbia. Sembra di essere a novembre.
Come l'anno scorso allora! Val Bormida, in un posto da lupi con un tempo da lupi, ma bello lo stesso!
EliminaCiao Albè :)
@ Alberto
RispondiEliminaMa se si cambia, in linea di massima si cambia sempre in peggio!
P.S. Qui in terronia invece siamo in piena estate.
I soliti privilegiati! :)
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