martedì 12 maggio 2015

e un giorno ...




Mannaggia a te cavaliere che erri tra le musiche di Guccini nel bel mezzo delle tre di notte invece di dormire.

Mi sono immaginata che quelle parole fossero pronunciate da mio padre e sono stata investita dai ricordi: 


Papà che mi portava all'odiato asilo in bicicletta, io che mi ribellavo -altro che giorni fantastici!- e lui che una volta mi scaricò dalla bici e mi fece tornare a casa da sola, facendo venire un infarto a mia madre; 

Il latte del mattino che trangugiavo obbligata da mamma, riempiendo la tazza  di pane allo scopo di assorbire quel liquido schifoso e attenuarne il sapore e soprattutto l'odore,  con l'unico risultato di ottenere un pastone che mi restava indigesto nella pancia per tutta la mattina; 

Le mani di papà che stringevano le mie a intermittenza, forte-piano forte-piano, quando mi portava a Milano, all'istituto stomatologico o alle manifestazioni.

Le fiabe che non mi ha mai raccontato, lui che odiava le storie a lieto fine.

Quella volta che papà portò me e mia sorella in val Taleggio a far visita alla zia suora, e  mi comprò un manufatto artigianale, un carrettino siciliano,  spendendo i soldi che sarebbero serviti per il viaggio di ritorno. Finì che nel carrettino siciliano ci vomitai dentro, con tutti quei tornanti.

Il poster a fianco del mio letto a castello, una bambina bionda, con la frangetta sugli occhi verdi e una lacrima sul viso, che avevo chiamato Libera. 

Quando non capivi i miei sogni,  tra voglie alternate di andare e restare. Quando mi mollasti uno schiaffo sul viso davanti ai miei amici, perchè non volevi che crescessi, e fu così che ci allontanammo, quasi per sempre.  
E il prezzo salato del nostro diventare grande l'hai pagato forse più tu di noi.

Infine, la paura e il coraggio. Ecco,  con questa bellissima canzone Francesco mi conferma la soluzione dell'ossimoro di cui si parlava nel post precedente: quel che io chiamavo forza e fragilità lui le chiama  paura e  coraggio. 

Mai ti vidi invecchiare giorno dopo giorno, però. Tu non sei mai invecchiato, perchè non sei mai diventato adulto. 

E invece la casa dove il tempo sciupavi quando eri bambina è sempre la stessa, perchè casa non sono le quattro mura ma il posto dove ti senti accolta, protetta, amata.
Anche quando giunge il tempo in cui  ti svegli stupita e t'accorgi che hai passato i cinquanta anni, quando cammini per strada e tuo padre  ti sembra lontano.

12 commenti:

  1. Ci sono canzoni .... ci sono canzoni che sono più vere della realtà, poichè la contengono sì, e in ogni suo pur minimo risvolto, ma poi la dilatano, la dispiegano, la mutano in sogno .... e il sogno infine diviene Memoria .... e così non ci lascerà finchè vivremo !
    Tuo padre ti sembra lontano @Sìlvia .... e chissà dov' è ora, ma di una cosa sono certo : dovunque egli sia .... non ti lascerà mai più !!! :-)))

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    1. Non sono un'esperta di musica, ma credo che Francesco Guccini sia il più proustiano dei cantautori, quello che più di altri nei suoi testi ha messo la memoria e la nostalgia in pole position.
      Forse scrivo di papà per paura di dimenticarne qualche pezzo, qui e là, e mai più ritrovarlo.
      Nella canzone # in morte di s.f. # Guccini scrive:
      Voglio però ricordarti com'eri | pensare che ancora vivi | Voglio pensare che ancora mi ascolti | e che come allora sorridi.
      In realtà papà, più che sorridere, si faceva delle gran risate.

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  2. Anch'io facevo il pastone col latte.

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    1. Che schifo!
      Per il mio stesso motivo?
      C'è gente che lo fa anche coi biscotti.
      Il pastone di biscotti è addirittura peggio del pastone di pane.

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    2. Infatti io lo facevo principalmente coi biscotti. Il latte non mi piaceva per cui ci aggiungevo il cacao o l'orzo solubile.

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    3. Aborrisco tutti i pastoni.
      Anche pane nel brodo, ad esempio.
      Figurati se dolci o dolciastri.
      /:-S

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    4. I pastoni vanno bene per i polli.
      Il semolino in brodo mi piace assai, ma non lo considero un pastone.

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  3. Da piccoli ci hanno obbligati a bere una scodellona di latte ogni santa mattina e ora c'è una scuola di pensiero che afferma che il latte fa male, essendo la caseina cancerogena.
    A riprova di questa tesi ricordano che l'uomo è l'unico mammifero che si nutre di latte dopo lo svezzamento.

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    1. Pensa che un mio collega qualche giorno fa si diceva preoccupato perché ne beve in media un litro al giorno, però i formaggi gli fanno schifo, il contrario di me. Se non ricordo male i ricercatori dicevano che non ha neanche grandi proprietà benefiche nemmeno per le ossa.

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  4. Un litro di latte al giorno?
    Porcavacca! (sic) Il tuo collega è un vitello!
    Dovreste preoccuparvi anche voi, può essere che un giorno entri in ufficio con la testa bassa, sbuffando dalle narici .. a quel punto non vi resta che iniziare a correre!

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    1. Sì, non è che lo beve tutto in una volta, una scodellona al mattino, un bicchiere a pranzo e un bicchierone la sera.
      Hai mai allattato un vitellino? Io l'ho fatto ma non con il biberon, erano due vitelli abbastanza grandi e gli ho dato il latte dal secchio, impressionante con quanta foga lo bevevano.

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  5. Non te la conta giusta, una scodella e due bicchieri non fanno un litro!
    Potresti prestargli il tuo biberon graduato:)
    Mio nonno allevava mucche e lo osservavo spesso nell'operazione della mungitura, che mi pareva assai pericolosa e complessa.
    Non ho mai allattato un vitellino, solo due bambini.
    A volte il momento dell'allattamento è un momento speciale di simbiosi e pura sintonia, altre volte un pó una rottura.

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