sabato 10 aprile 2010

Rispondo a Massimo Fini (quarta puntata)

“Hanno la lingua biforcuta. L’uomo è diretto, la donna trasversale. L’uomo è lineare, la donna serpentina. Per l’uomo la linea più breve per congiungere due punti è la retta, per la donna l’arabesco. Lei è insondabile, sfuggente, imprevedibile. Al suo confronto il maschio è un bambino elementare che, a parità di condizioni, lei si fa su come vuole"

Finalmente qualche complimento. A parte la lingua biforcuta, che non so bene cosa voglia dire, di preciso. La linea retta non sempre è quella più giusta, anche se è la più breve e a volte la più facile. Se la donna è insondabile, bisognerebbe chiedersi quanto sia profonda la capacità sondativa dei maschietti. Se è imprevedibile, può essere che le previsioni del partner manchino di fantasia, così come la linea retta manca di fantasia. E la donna che “si fa su” il maschio fa il paio con la lingua biforcuta: luogo comune. Ma torniamo alla geometria, che ci insegna che da due punti passa una sola retta: una noiosissima, rigidissima linea retta, e che da quegli stessi due punti passano infinite linee curve: curve morbide, spezzate, a zig-zag, a labirinto, miste. Se l’autore voleva regalarci una metafora geometrica, dovremmo dedurre che, mentre gli uomini davanti a un problema si fermano alla soluzione standard (linea retta), le donne cercano e trovano alternative, se serve; e forse davvero le donne sono più flessibili e si adattano meglio agli imprevisti della vita. Per passare dalla geometria piana a quella solida, si può procedere con l’assunto “l’uomo è cubo e la donna poliedrica”?
Dalle mie parti, per indicare una persona rigida ma anche un po’ limitata si usa il termine “quadrèl”(mattone). Ma io mi rifiuto di pensare che tutti gli uomini siano dei mattoni, o dei cubi, e le donne dei cristalli. Non cado nel gioco delle generalizzazioni del mio interlocutore. Ci sono persone di questa e di quella categoria di qui e di là. Così come "Ci sono bambini a zig zag" (David Grossman) e "donne spezzate" (Simon de Beauvoir), due bellissimi titoli di due ottimi libri, leggendo i quali capiamo che i bambini a zig zag sono più complessi degli altri bambini solo perché più sensibili, e che l’ implacabilità della linea retta può spezzare la vita di una donna.

3 commenti:

  1. Il buon Fini deve averne prese legnate sul groppone, di brutto!
    Lingua biforcuta: è un insulto gratuito alle donne; conosco uomini che ce l'hanno quadfriforcuta.
    Uomo diretto e lineare: cioè esposto a prenderlo i.c.
    donna trasversale e serpentina: e come potrebbe sennò interrompere la linearità del suo partner?
    Linea più breve è la retta, per l'uomo: giusto, già detto.
    L'arabesco per la donna: perché riflette di più, perché è incerta, insicura, va coi piedi di piombo. Visti i tempi come darle torto?
    Fine dei concordo con le tue tesi, Simba.
    "La donna si fa su il maschio come vuole", davvero solo un luogo comune, Simba?
    "senza che se ne accorga? ah, ah, ah! senza che lei dia a vedere a lui di accorgersene, volevi dire!!!"
    Geometria: non concordo con la tua teoria, Simba. Un uomo va in linea diretta per fare più svelto e poi mettersi davanti alla TV a vedere la partita. La donna ha "MENTALMENTE" tanto tempo da perdere.
    Esempio: passeggiata al centro di sera, sul tardi; negozi tutti chiusi, vetrine illuminate. La donna inchioda il suo maschietto per delle ore davanti a vetrine con esposti inutili luccichini, eccetera, eccetera.
    Eri una bimba a zig zag? Non lo so. Io sì, lo ero.
    Sei una donna spezzata? Non mi pare.
    Il tuo endoscopico commentatore ti augura una buona giornata.

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  2. Ipotesi su legnate ricevute dal "buon" Fini: non anticiparmi i post depositati in bozza, altrimenti diventi un commentatore preveggente oltre che endoscopico!
    Non posso contraddirti sul "senza che se ne accorga", dato che verba volant scripta manent, lo dicevo solo per non infierire troppo sul vostro orgoglio.
    L'esempio con me non c'entra, essendo donna atipica.
    Sono stata una bambina molto tranquilla, come si vede(va)dalla foto, un'adolescente ribelle e ora sono una donna che sa cosa vuol dire sentirsi spezzata, ma non ha ancora capito se faccia meno male spezzarsi o piegarsi, piegarsi come dice quel detto siciliano: "abbassati canna che passa la piena"
    Buona giornata anche a te

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  3. Donna atipica? Non mi pare proprio, mi sembri donna "donna", ma forse hai ragione, si è come ci si vede e non come ci vedono gli altri.
    Può darsi che sia nel mio DNA, per parte paterna, ma io preferisco spezzarmi piuttosto che piegarmi: mi sa di compromesso, di inchino ossequioso, di leccamento di scarpe, di servilismo. No, meglio spezzarsi. Fa meno male.

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