sabato 11 settembre 2010

ma quanto parla

Quando un tuo familiare deve essere operato della stessa cosa del vicino di letto, dallo stesso chirurgo e nella stessa mattina, si crea subito una certa confidenza con il parente che lo assiste.
La coppia sicula è arrivata ieri con l'aereo: è la moglie a dover essere operata. Prima di approdare in questo ospedale hanno speso mille euro di consulti specialistici nella loro regione. Il primo chirurgo interpellato -un esimio professore universitario- aveva concluso che non valeva la pena di intervenire, con tutte quelle belle protesi nuove di zecca in circolazione!
Un altro luminare l'ha visitata tre volte per poi consigliarle di farsi operare in Spagna, da un compare, alla modica cifra di settemila euro. E poi e poi e poi .... il volo in terra leghista.
E' ammesso solo un parente per ogni operando: in camera rimane g. e io aspetto in sala d'attesa.
Alle 10, il siculo viene a chiamarmi: "Guardi che la stanno portando via"
Dafne esce dalla camera: è buffissima, con quel camice a farfalline e la testa bardata che sembra un ferito di guerra. Il bianco della fasciatura fa risaltare l'abbronzatura ancora fresca. Sorridendo di paura si stende sul letto a rotelle che la condurrà in sala operatoria. Questo è il momento più critico, ma dopo un attimo di sbandamento recupero il sangue freddo e cerco di farla ridere, prendendola in giro per come l'ha acconciata l'infermiere, che nel frattempo ha ricevuto un contro-ordine e le dice che dovrà aspettare ancora un po' qui nel corridoio. Nel frattempo la terapia del sorriso comincia a dare i suoi frutti: Dafne ride ... ma quale ridere, si sganascia in modo talmente rumoroso e fuori luogo che io penso di avere esagerato con l'opera di sdrammatizzazione, g. ipotizza che l'infermiere le abbia dato un eccitante invece che un calmante, il siculo chiede se ne è avanzata un pò, di quella roba, che se ne farebbe un goccetto. Siamo lì in tre, nel corridoio, che ci guardiamo quasi imbarazzati. Credo non sia altro che una crisi isterica. Poi finalmente arriva l'ok e parte.
Quando torna, dopo un paio d'ore, sta piangendo. Dice che sta malissimo, ma fa segno che non vuole parlare. Sono preoccupata: se Dafne non parla vuol dire che sta davvero male. Perchè lei è nata parlando. Più o meno. Voglio dire che il suo linguaggio è stato precoce, sia per qualità che per quantità. (Ho appena scoperto, scartabellando una vecchia agenda, che a due anni e qualche mese usava il congiuntivo)
Si appisola e per un paio d'ore alterna momenti di sonno a momenti in cui apre gli occhi ... e poi la bocca ... sì, la bocca, ma appena appena, a fessura, lasciando uscire solo tre paroline di insulto verso il chirurgo.
Poi vomita, finalmente vomita tutto: oltre all'anestesia vomita l'ansia degli ultimi mesi, la paura delle ultime settimane, lo stress emotivo della mattinata.
Finito di vomitare, dice che sta meglio. Comincia a parlare. Tiro un sospiro di sollievo. Se parla, vuol dire che sta davvero meglio.
Quando ci sbattono fuori per il giro-dottori, il siculo commenta: ma quanto parla, sua figlia?

7 commenti:

  1. Innanzitutto auguri di cuore a "Dafne", mi sono documentata su internet ed ho letto che ci sono altissime probabilità che l'intervento riesca e che nel giro di 3/4 mesi l'udito sarà ritornato nella norma. Ma di sicuro questo lo sapete già! Riguardo alla logorrea, mi ritengo sua degna compagna! Ed anch'io se non sto bene fisicamente o sono angosciata per qualcosa non ho più voglia di parlare, insomma mi "spengo". Ecco perchè tutti si rendono conto del mio "mal de vivre" e mi tormentano con gli insistenti "Ma che c'è?" etc. Insomma prima si lamentano perchè sono una chiacchera continua, poi quando mi ammutolisco mi assillano perchè torni ad essere l'Ornella di sempre! Dico io: ma cogliete l'attimo fuggente! :)
    P.S. Speriamo che almeno per quest'anno siano finiti 'sti cacchi di interventi chirirgici a casa vostra!

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  2. lo spero anch'io, anzi anche noi, senza limitare la speranza a quest'anno diciamo che per un pò saremmo a posto anche così. Grazie e ciao!

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  3. un pensiero affettuoso Pimpa.
    Alessandra

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  4. Tanti auguri di pronta guarigione. Un abbraccio.

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  5. Grazie, Alessandra e Wilma, grazie di cuore.

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  6. Mia figlia Stefania ha parlato appena nata, deposta sul banco ancora sporca di sangue. Farfugliava, mugolava, emetteva comunque suoni articolati, modulati con una certa cadenza. Ginecologo affascinato. Per circa mezzora. Poi ha chiuso la bocca e non ha detto più niente per circa un anno. Pensavamo fosse diventata muta.
    Quando l'ha riaperta ha tirato fuori uno tsunami, che a tutt'oggi ancora non è rientrato.
    Glielo sbattiamo in faccia in ogni occasione.
    Forse è l'effetto dello spavento, ma se a due anni e qualche mese usava i congiuntivi allora è un ottimo segno.
    Io una con quel nome lì me la terrei chiacchierona, muta, con congiuntivi e senza.
    Se poi gioca pure terzino sinistro...

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Parla! Adesso o mai più!