lunedì 25 ottobre 2010

domanda fatidica

Lo sto aspettando al varco, qui in corridoio, in agguato tra il vecchio cassettone i cui cassetti si aprono solo con le maniere forti e la porta della mia camera, sempre aperta perchèsennòmimancal'aria.
Non mi può sfuggire. Appena esce dal bagno gli faccio LA fatidica DOMANDA alla quale dovrà pur darmi una risposta, e se la replica si collocherà sotto il livello minimo della civile convivenza, alla stazione per il treno delle settetrenta -destinazione UNI- stamattina ci andrà a piedi.
Eccolo, con barba incolta new entry e l'antica abitudine di mettersi solo il pezzo sopra del pigiama.
E' il momento, vai con la domanda, prima che ti cammini sopra o che ti scansi.
"Se ieri sera avessi messo i vestiti del calcio in lavatrice e avessi schiacciato un bottone, solo un bottone, come ti avevo detto di fare, stamattina avrei avuto il tempo di stenderli e stasera sarebbero stati asciutti e pronti per l'allenamento""Sei sicura di aver messo tutti i congiuntivi al posto giusto?"

4 commenti:

  1. Che carina!
    La mia mamma mi aspettava al varco per centomila cagate, sempre di prima mattina, quando sapeva che il mio cervello girava a sottozero (lo fa adesso mia moglie, evidentemente siete tutte uguali, aspettate che il vostro lui dorma per interrogarlo etc).
    Sparavo la prima cazzata che mi arrivava in bocca.
    Registrata, salvata, tirata fuori a metà giorno quando il mio cervello si stava armonizzando col creato.
    "Chi te lo ha detto?"
    "Me lo hai detto tu"
    "Quando?"
    "Stamattina"
    "Non vale"
    Tutte le volte. Così poi per autocoercizione mentale mi riproponevo di rispondere sempre allo stesso modo alla sua chiamata del primo sole:
    "Non mi rompere le palle"
    Allora era infelice tutta la giornata, la mia mammetta.

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  2. Hai ragione, di prima mattina bisogna tenere la bocca chiusa e non rompere le palle al prossimo.
    io stessa non sopporto chi mi costringe a parlare, appena alzata.
    il problema è che secondo gli standard di mio figlio io non dovrei MAI parlare, nè di mattina nè di mezzodì nè di sera.
    muta, aggio da stà.

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  3. anch'io son di poche parole al mattino mentre altri che abitano con me sono assai loquaci...vabbè ognuno è fatto a modo suo ed è bello così: però tuo figlio è veramente un grande!!!! la sua risposta meritava un plauso e un bel cappuccio e brioche preparati con amore materno!!!

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  4. andre, te li do il il cappuccio con brioches!
    sono tre giorni che non gli parlo, a quello.
    e nemmeno gli faccio trovare la pappa fumante quando arriva dagli allenamenti alle 9 di sera. se vuole, si scalda quello che c'è.
    non sono vendicativa, sto solo seguendo il suo invito a farmi i cazzi miei.
    Non sa quanto è riposante, per me, farmi i cazzi miei. Non chiedo di meglio!

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Parla! Adesso o mai più!