Prima di quel maledetto
venerdì di novembre i miei ricordi di Parigi erano lontani ma nitidi, vecchie
fotografie non ancora sfuocate dall'usura del tempo.
Ero io seduta sul cordolo del
vialetto di casa mentre papà si avvicinava al cancello per dire poche
ma lapidarie parole a G., che era venuto a prendermi con la mitica 131 azzurra:
" La ragazza è minorenne e
parte senza il consenso dei genitori".
Dopo aver detto queste testuali
parole il mio povero papà ripercorse il vialetto in senso inverso e rientrò in
casa. Senza aspettare risposte e senza aggiungere altro.
Anche se sono passati più di
trent'anni quella frase ci è rimasta scolpita in testa, sia a me sia a G.
A partire per quel viaggio
programmato solo uno o due giorni prima eravamo io, G. e Paolo, un amico che ci
aveva chiesto un passaggio fino a Parigi. Avrebbe poi proseguito per Londra
chissà come, visto che sebbene lavorasse come meccanico era sempre al verde.
La prima notte dormimmo
all'aperto, nel sacco a pelo e sotto le stelle d'agosto, in un campo, non so
dove.
Il mattino fummo svegliati da
un tizio che ci disse chissà cosa.
Non sapendo il francese capimmo
solo il linguaggio dei gesti, che indicava la lama di un coltello alla gola.
I miei amici mi convinsero che
l'adorabile vecchietto aveva solo voluto rallegrarsi del fatto che eravamo
stati fortunati a non incontrare nottetempo qualche pazzo assassino, ma a
distanza di tanti anni credo che questa fosse solo un'interpretazione volta a
rassicurarmi; in realtà il contadino voleva semplicemente minacciarci.
Le notti seguenti, a Parigi, di
notte dormivamo in macchina.
A pensarci adesso sembra
pazzesco.
La seconda volta che andai a
Parigi avevo dieci anni in più ed ero incinta del mio primo figlio, ma ancora
non lo sapevo. Nutrivo però qualche sospetto, e lo usavo per far venire i sensi
di colpa a mio marito e alla coppia di amici con i quali festeggiavamo il fine
anno 1987. "Forse sono incinta e voi mi fate camminare tutto il santo
giorno" mi lamentavo.
La notte del 31 dicembre
rientrammo all'albergo in rue Lepic in metropolitana, e ricordo nitidamente
come il mondo sotterraneo notturno mi fece una gran paura, pieno com'era di
disperati. Dov'erano di giorno tutte quelle anime dannate? Sembrava di essere scesi nell'inferno dantesco!
Il treno correva e io pregavo:
speriamo che non si fermi davanti a queste facce da delinquenti
.. ma nemmeno davanti a queste altre facce da assassini ...
Quando le porte si
aprirono nella nostra carrozza salì un ragazzo nero con in mano una mazza da baseball. Non sembrava uno che
tornasse da una partita di baseball, e per tutto il tempo che condividemmo il
tragitto non feci che pensare: "ecco adesso quella mazza la picchia in
testa a G. e gli porta via la telecamera" (erano aggeggi
enormi a quei tempi).
Questi erano alcuni fermo
immagine legati alla città di Parigi prima di quel maledetto venerdì di
novembre. Oltre ad altre un poco più allegre e rassicuranti, naturalmente.
Adesso se penso a
Parigi mi sento sopraffare da un senso di angoscia e rabbia
impotente. Le nuove terribili istantanee sfuocano i miei precedenti
ricordi quasi non fossero mai esistiti, quasi li avessi sognati o
appartenessero a una vita precedente, che nulla ha a che fare con questa.
Come se fossimo
tutti scivolati senza volerlo nella metropolitana notturna
mondiale, e dai vetri sporchi dell'interno apparentemente protetto
vedessimo scorrere all'esterno null'altro che disperazione e orrore.
L’unica cosa che sappiamo è che il treno dovrà comunque rispettare le sue fermate, e
aprire le porte a chissà chi.
Silvia ma allora sei viva!! :)
RispondiEliminaCome stai??
Molto belli questi ricordi di Parigi, dagli anni '70 in poi.
Oggi? Il mondo è cambiato, e soprattutto per colpa di noi occidentali...
Moz-
Viva e vegeta!
EliminaSto bene grazie a parte il lavoro!
Spero altrettanto per te!
Parigi ha molti valori,europei, non ci avevo mai pensato a questa cosa, me ne accorsi una volta in cui mia nonna mi raccontò di quando i tedeschi occuparono Parigi, un colpo al cuore per la libertà, disse. E se lo ricordava quel giorno in cui i giornali di regime riportavano la noizia, e la svastica svettava sulla Torre Eiffel ... penso che ancora oggi ci sia questo, una città simbolo che provoca fastidio a chi ama seminare terrore ...
RispondiEliminaNon sapevo questa cosa della svastica sulla torre Eiffel!
EliminaQuindi hai sangue francese nelle vene?
Tutto muta, ahinoi .... tutto se ne va, ma i ricordi No, Non quelli che ci videro pacatamente felici anche se per pochi attimi !
RispondiEliminaNon credo sia così semplice come la fai tu ....
RispondiEliminaTeniamoci stretti i nostri ricordi allora.
RispondiEliminaPiù passa il tempo e più mi sono cari.
Le cose viste a distanza si acquietano e si addolciscono perfino.
'Notte cav.
Sì .... @Silvia, TENIAMOCELI STRETTI AL CUORE ! Mentre tutto è cadùco e passa, mentre ogni cosa ( noi compresi .... ) se ne va chissà-dove, è semplicemente stupendo bussare alla porta del noi che siamo e, entrando in punta di piedi, ritrovare quell' arcano incanto che ferma il tempo e le sue naturali distruzioni . "Salvate i miei padri ! - fà dire il @Foscolo ad una preveggente Cassandra che antevede quella che sarà la fine di Troia e dei suoi principi fratelli - Un dì vedrete mendìco un cieco errar sotto le vostre - antichissime ombre, e brancolando - penetrar negli avelli, e abbracciar l' urne .... - e Tu onore di pianti, Ettore, avrai - ove fìa santo e lagrimato il sangue - per la Patria versato, e finche il sole - risplenderà sulle sciagure umane" !
RispondiEliminaGrazie di avermi ricordato il mio amato professor Totò, che col suo vocione da attore nonchè fumatore, col suo panzone da siciliano buongustaio e con la sua camicia a scacchi di flanella declamava il Foscolo, suo poeta prediletto!
RispondiEliminaInvece il processo di innesto a forza di milioni di esseri (islamici) incompatibili con la cultura "innestata" è strabiliantemente semplice. Se togli lo strato di adulterazione osservi un disegno di sfascio, di distruzione culturale e identitaria molto chiaro e semplice.
RispondiEliminaIl problema è che l'adulterazione ideologica invece è assai sofisticata.
Non so cosa sia l'ultima "parolaccia" che hai scritto, ma credo che le cose non siano mai semplici.
RispondiEliminaSono d'accordo con te che c'è un limite a tutto, quindi anche alle capacità di ricezione immigratoria di qualsiasi paese, ma allo stesso tempo non credo che chiudere le porte sia una soluzione: entrerebbero dalle finestre.
Entrerebbero dalle finestre se non usassi le opportune contromisure. Se uno arremba casa tua lo lasci fare?
RispondiEliminaChiami delle persone (forze dell'ordine) che intervengono.
Non è che all'intruso viene offerto una collana di fiori, si usa la forza per far cessare la violenza.
Ma è così starordinariamente difficile da capire?
A me sembra di parlare con delle persone che vivono dissociati dalla realtà e che semplicemente hanno rimosso parte della realtà. Questo colosale scotoma che ha semplicemente rimosso metà della violenza (quella per difendersi) avra' conseguenze funeste.
Boh. Sarà. Beato te che non hai dubbi ma solo certezze.
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