domenica 20 settembre 2009

come una candela

Entro in chiesa, stamattina, e come al solito scelgo le due sedie vicino alle candele. Amo questi vecchi trabiccoli di ferro con le candele vere, di cera, inserite nelle mollette, candele che liquefacendosi sporcano, che muoiono, che devono essere sostituite, insomma, che danno da fare. Sempre più spesso nelle chiese le candele vere sono sostituite da quelle elettriche, brutte come tutte le cose finte: però non si consumano, non perdono la cera, non danno da fare. Mentre Don Giorgio dice che parlare di incarnazione di Gesù vuol dire parlare degli operai che perdono il lavoro, della giustizia, dell'ambiente, osservo le candele vere. Bianche, lucide, filiformi, quasi anoressiche, più belle di ogni imitazione (candele colorate, candele decorate, candele profumate, mangiafumo, antizanzare, candele regali di Natale.. )
Le candele sono una diversa dall’altra. Alte, basse, a metà, dritte, storte, sporche, pulite, giovani, vecchie, in disfacimento. Alcune hanno un qualche difetto di tiraggio e la cera invece che scorrere via e cadere nel vassoio sottostante si appiccica addosso, formando una antiestetica escrescenza, come quegli alberi affetti da tumore. Altre invece si sciolgono dignitosamente. E mentre Don Giorgio dice che il profeta è un uomo condannato alla solitudine, penso che la candela è come il corpo di un uomo, e che una candela spenta non ha nessun senso: è la fiamma, quello che conta. La fiamma della candela come l’anima nel corpo di un uomo. (Esistono uomini senz’anima? E cos’è, poi, questa benedetta anima? ) E mentre Don Giorgio inizia a scaldarsi, alzare la voce, esagerare (“… la gente non presta ascolto al profeta perché alla gente piace farsi sodomizzare , lo sapete cosa vuol dire sodomizzare? Andate a cercarlo sul vocabolario!!!) penso che le fiamme sono anche loro una diversa dall’altra. Fiamme forti e decise, elevate al cielo, fiamme dritte e vivaci, fiamme deboli, quasi spente, fiamme che si piegano a ogni sospiro e fiamme che resistono, fiamme che bruciano forte e fiamme che bruciano lentamente. Don Giorgio termina l’omelia informando i fedeli che la Curia gli ha fatto togliere un articolo dal sito, che Feltri gli ha dedicato la prima pagina, che stanno privatizzando l’acqua, che lui se ne frega di denunce e querele. Mi accorgo che la candela che all’inizio della funzione era la più alta, dritta e bella, si è paurosamente inclinata ad angolo retto, senza che me ne accorgessi. Deve essere successo quando il Don ha straparlato, definendo mercenari i soldati morti in Afghanistan. Non vedo l’ora che finisca Messa per raddrizzare quella povera candela.
E mentre ricevo la benedizione, arrivo alla conclusione che le candele dotate di fiamma più viva si consumano prima delle altre.

5 commenti:

  1. il tuo commento mi ha fatto capire che ci sono momenti in cui la nostra fiamma arde con vigore e altri in cui se ne sta "assopita", come dici tu con un bel termine. Approfitto del tuo spirito filosofico per chiederti: cos'è l'anima,e se secondo te esistono uomini che ne sono sprovvisti. ciao!

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  2. come sempre accade le "cose" più belle finiscono in fretta.......! Ma è proprio per questo ........ che sono belle.....

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  3. che casino ho fatto! scusa gieffe, ho eliminato per errore il tuo commento, me lo puoi rimandare (devo essere ancora sotto l'effetto del gas esilarante con il quale la dentista mi ha riempito i polmoni per potermi lavorare in bocca)
    ri-scusa!!!
    (ma perchè non mi fa ridere, questo gas nel quale avevo riposto tante aspettative?)

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  4. Mi dispiace è mia abitudine cancellare quello che spedisco, cercherò comunque di recuperarlo.
    Ti mando la risposta.
    Grazie! sono lusingato del complimento.
    Riguardo la tua richiesta, con indubbia consapevolezza ti devo dire di non esserne all’altezza, posso però dirti come la penso.
    1° “L’anima esprime l’interiorità di una persona, la spiritualità, l’evanescenza e la speranza divina nel futuro”
    2° No! “ Nessuno è sprovvisto di anima.”
    (Può credere o pensare di esserlo, ma nel momento in cui pensa cosa ci rende così speciali, si accorge che la mente non può essere: “razionale, giustificabile,comprensibile o presumibile” tutto gli diventa:
    ” mistero,evanescenza, spiritualità,speranza” e si ritrova senza volerlo l’anima.)
    Ripeto sono solo miei zibaldoni mentali .
    Ciao
    Gf

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  5. sono m-o-r-t-i-f-i-c-a-t-a! mi ricordo l'incipit, "il mio pensiero", e che diceva che la fiamma che ci contraddistingue è alimentata dalle nostre speranze, sogni, illusioni, gioie, e che sta a noi decidere se lasciare che la fiamma arda vivacemente o lasciarla Lì buona buona ...ma non era così!!
    punto 1, bella definizione, punto 2, dissento: quell'essere che ha ucciso la figlia non può avere un'anima.
    Sai? 25 anni fa mi sposavo (non c'entra, ma te l'ho detto lo stesso) ... anzi si che c'entra, G. mi ha regalato un libro, "la fiamma di una candela" (!!!)... è un libro strano ma vi ho letto delle frasi bellissime che forse posterò (riuscirò mai a evadere la pigna sul comodino?)
    'notte!

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