venerdì 2 luglio 2010

raramente, ma accade

Raramente, ma accade, incontri persone che ti piacciono subito, a pelle.
Chissà, forse due anime simili si riconoscono dal fruscio del loro avvicinarsi prima ancora che si metta in moto il linguaggio del corpo e l'inutilità delle parole.
D. l'avevo conosciuto più di 10 anni fa in qualità di ex collega di G. e mi era piaciuto subito, per il fatto che mi aveva sbirciata dalla finestra, come un bambino, prima che gli venissi presentata.
Mi era piaciuto alla prima stretta di mano, al primo incrocio di sguardi per gli occhi limpidi, anch'essi da bambino, alle prime parole non convenzionali.
D. è un muratore. Un muratore bergamasco in pensione. Un muratore bergamasco lontano anni luce dallo stereotipo del muratore bergamasco rozzo, leghista, bevitore.
D. è una di quelle rare persone sprovviste di scorza, prive di difese. Che puoi offendere con un niente. Persone "senza guscio", come un uovo nato difettoso, che nessuno riesce a proteggere perchè anche se tenti di prenderlo in mano ti scivola tra le dita.
Che parlano senza sfoggio di sè, senza necessità di mostrare niente, solo buttando lì parole che rotolano come pedine sul tabellone del gioco dell'oca dimenticandosi di passare, prima, dal via della casella-ragione.
Per darvi un'idea di ciò che intendo, non si era ancora accomodato che già mi diceva: "Non devi dire quella frase lì, non è bella". Voi fareste un'osservazione del genere a una persona che avrete visto sì e no quattro o cinque volte, nel corso di una decina d'anni, occasionalmente, e non conoscete per niente, e non vedete da un sacco di tempo?
Al caffè, non ricordo in seguito a quale input, D. ha buttato lì una battuta su un classico, innocuo argomentino da pausa caffè: eutanasia.
Alla fine della serata, quando ormai io e la moglie di D. ci stavamo addormentando sul cuscino dei ricordi dei due ex cantonieri, G. regala all'ex collega un paio di scarpe in goretex e lui dice la sua a proposito della materia di cui siamo fatti noi. In modo semplice, due parole, niente di filosofico o scientifico, semplicemente un muratore che confronta la materia di cui è fatto il nostro corpo con altri materiali, aggiunge un pensiero che anch'io ho spesso e conclude con la cons
olazione che la materia di cui siamo fatti noi sparisce in poco tempo, ma lo spirito rimane.
Lui non lo saprà mai, ma a me piacciono persone così, persone semplici, adulti o vecchi cresciuti senza riuscire a proteggere il proprio nucleo incandescente rivestendolo col mantello e nascondendolo con la crosta, consapevoli di non possedere particolari strumenti culturali ma inconsapevolmente dotati di una capacità innata di sentire e pensare in profondo, come se niente fosse.

3 commenti:

  1. Mi sorge un dubbio: se ti piacciono -a pelle- i tipi facili, semplici come questo D. muratore, mi domando come tu possa trovare interessante chi è assolutamente l'opposto del muratorino lombardo.
    Me lo spieghi in due parole?

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  2. Anche a me piacciono le persone semplici. Quelle che, a dispetto degli anni, riescono a mantenere l'ingenuità pulita nei confronti della vita e sanno arrivare all'essenza delle cose.
    Ho fatto un giro nel tuo blog e mi piace molto quello che scrivi, come lo scrivi.

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  3. IACO: due parole due le avrei, ma provo a usarne qualcuna in più: il "muratorino", come lo chiami tu (diminutivo-dispregiativo?) non è facile, bensì complicato.
    E per semplice non intendevo banale, bensì umile: uno che non se la tira, insomma. Te capì, adè?

    ROSSO VERMIGLIO: sei riuscita a spiegare meglio di me il significato di quel "semplice", non nel senso di sempliciotto ma di ingenuo. Mi è mancata la parola esatta.
    Anche il tuo blog mi gusta, ci ripasserò di sicuro! ciao e grazie

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